A348 – MISTERI ITALIANI, IL MOSTRO DI FIRENZE: IL DOSSIER DEI CARABINIERI MAI DIVULGATO. Perché uno dei sospettati non venne incluso nell’elenco redatto nel 1984 dalla «Squadra anti-mostro»? Si tratta di un aspetto importante della vicenda relativa al killer seriale che insanguinò per molti anni con i suoi delitti la cintura fiorentina, un aspetto che non venne mai adeguatamente approfondita da chi avrebbe dovuto farlo. A insidertrend.it l’argomento è stato approfondito da PAOLO COCHI, giornalista e documentarista autore del volume “Mostro di Firenze al di là di ogni ragionevole dubbio”, accurato saggio edito per i tipi di Runa Editrice, che è stato inoltre consulente dell’avvocato di parte civile della famiglia De Nuccio (4 luglio 2021).

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A348 – MISTERI ITALIANI, IL MOSTRO DI FIRENZE: IL DOSSIER DEI CARABINIERI MAI DIVULGATO. Perché uno dei sospettati non venne incluso nell’elenco redatto nel 1984 dalla «Squadra anti-mostro»?

Si tratta di un aspetto importante della vicenda relativa al killer seriale che insanguinò per molti anni con i suoi delitti la cintura fiorentina, un aspetto che non venne mai adeguatamente approfondita da chi avrebbe dovuto farlo. A insidertrend.it l’argomento è stato approfondito da PAOLO COCHI, giornalista e documentarista autore del volume “Mostro di Firenze al di là di ogni ragionevole dubbio”, accurato saggio edito per i tipi di Runa Editrice, che è stato inoltre consulente dell’avvocato di parte civile della famiglia De Nuccio (4 luglio 2021).

Nel 1984 i militari dall’Arma che operavano sul territorio della provincia fiorentina in una loro informativa indicarono il nome di una persona potenzialmente coinvolta nei delitti del mostro di Firenze, una persona che, però, non venne inclusa nell’elenco dei sospettati redatto in seguito dalla cosiddetta Squadra anti-mostro.

Nel suo lavoro Cochi riporta integralmente le concordanti testimonianze rese dalle persone che consentirono la realizzazione dell’identikit del cosiddetto «uomo del Mugello», cioè dell’individuo alto, robusto dal viso roseo tondo e dai capelli di colore biondo rossicci, che avrebbe frequentato i luoghi dove si trovava una delle vittime del mostro, Pia Rontini, assassinata in seguito assieme al suo fidanzato Claudio Stefanacci in località Boschetta di Dicomano.

La genesi della pista del Mugello viene dunque ricondotta all’informativa dei Carabinieri risalente al 1984, dal quale l’autore – assieme all’avvocato Mazzeo, che ha patrocinato gli interessi della sorella di una delle vittime, la signora De Nuccio, costituitasi a suo tempo come parte civile – ha preso le mosse per approfondire l’ipotesi attraverso tutta una serie di ricerche, a un certo punto rese però impossibili da una contestata e controversa decisione della magistratura fiorentina, attualmente oggetto di alcune interrogazioni parlamentari.