AGRICOLTURA, cibo e sostenibilità. Rapporto ASviS (Santoianni): «Occorre cambio di passo e impegno di tutti, altrimenti è un flop»

Il comparto agricolo, maggiormente esposto ai mutamenti climatici, fa comunque la sua parte e chiede alle Istituzioni politiche di sostegno adeguate al fine di arrestare il degrado del suolo e la perdita di terreno fertile che interessa il 17% del territorio nazionale, aumentare l’efficienza dei sistemi irrigui e potenziare l’approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili

«Siamo lontani dal raggiungimento degli obiettivi sulla sostenibilità dell’Agenda 2030 che ci siamo preposti come Paese. Le previsioni ci dicono che per solo otto obiettivi si raggiungerà il valore fissato per il 2030, mentre per gli altri quattordici siamo ancora troppo in ritardo». Queste le sottolineature del presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori (AIC) Giuseppino Santoianni, recentemente evidenziate in occasione della presentazione che ha avuto luogo a Roma del Rapporto 2023 redatto dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS), a cui AIC aderisce.

ARRESTARE IL DEGRADO DEL SUOLO

«Il comparto agricolo – ha quindi proseguito Santoianni -, maggiormente esposto ai mutamenti climatici, fa comunque la sua parte ed è in prima linea per chiedere alle istituzioni nazionali e regionali politiche di sostegno adeguate per arrestare il degrado del suolo e la perdita di terreno fertile che interessa il 17% del territorio nazionale, aumentare l’efficienza dei sistemi irrigui dove attualmente l’Italia registra il 42% di perdite dai sistemi idrici, e di potenziare l’approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili che adesso si attesta al 19,2 per cento. È necessario anche ampliare coperture e contributi assicurativi su rischi climatici e catastrofali delle piccole e medie imprese agricole».

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