CINEMA, lutti. La scomparsa di Antonella Lualdi

All’età di novantadue anni se ne va una grande attrice: bella, riservata e intelligente; una stella

Antonella Lualdi, al secolo Antonietta De Pascale, era nata a Beirut il 6 luglio 1931, nel corso di una trasferta di lavoro in Libano di suo padre, che in qualità di ingegnere civile era impegnato nella costruzione di un ponte nel Paese dei cedri. Questi, che si era unito in matrimonio con una donna greca, avrebbe in seguito condotto la propria famiglia dapprima ad Aleppo, in Siria, quindi in Italia, dove si sarebbero stabiliti alla fine del secondo conflitto mondiale.

DAI PRIMI PASSI SUL SET AL SUCCESSO

Fu in Italia che Antonietta mosse i suoi primi passi sui palcoscenici teatrali, apparendo in fotografia su alcuni rotocalchi, in particolare la rivista “Hollywood”, che nel 1949 lanciò un concorso per trovarle il nome d’arte che poi avrebbe conservato per tutta la sua carriera. Quello stesso anno lavorò al cinema ne Il Principe delle volpi, con Orson Welles. In seguito Mario Mattoli la rese protagonista in “Signorinella”, pellicola neorealista interpretata da numerosi nomi del cinema e del teatro.  A questo punto la Lualdi conobbe la notorietà, divenendo ancor più popolare presso il pubblico dopo aver lavorato al fianco del cantante Luciano Tajoli a Canzoni per le strade, di Mario Landi. Fu su quel set cinematografico che conobbe Franco Interlenghi, già protagonista di Sciuscià, che sarebbe divenuto l’amore della sua vita, con il quale avrebbe convogliato a nozze nel 1955 e dal quale avrebbe avuto due figlie, Antonellina e Stella.

L’AMORE PER FRANCO INTERLENGHI E LA MATURAZIONE PROFESSIONALE

Negli anni Cinquanta la Lualdi lavorò in È più facile che un cammello…, È arrivato l’accordatore, La cieca di Sorrento, Solo per te Lucia e Canzoni, canzoni, canzoni. Fu il periodo in cui strinse amicizia con Totò e Federico Fellini e frequentò i caffè letterari e quelli degli artisti. La sua nuova dimensione le derivò allora da altri autori, come Lattuada, che la volle ne Il cappotto, o Rossellini in Amori di mezzo secolo, infine Lizzani in Cronache di poveri amanti. Ella fece spesso coppia sul set con suo marito, in Padri e figli di Monicelli, Gli innamorati e Giovani mariti di Bolognini. Ne La notte brava (1959) interpretò il ruolo di una prostituta indurita dalla vita, ma determinata a vivere nonostante tutto. All’estero, in particolare in Francia, con Christian Jacque, Yves Allegret ed Errol Flynn (l’incompiuto Guglielmo Tell), nonché con Claude Chabrol in A doppia mandata, nel 1959. Nel corso degli anni Sessanta in Italia lavorò molto: con Vittorio Cottafavi girò I cento cavalieri, con Franco Brusati Il disordine, con Ettore Scola Se permettete parliamo di donne e con Giovanni Grimaldi Un caso di coscienza.

IL CINEMA A PARIGI

Nel 1960 sarà al Festival del Cinema di Venezia con I delfini, di Francesco Maselli. Poi di nuovo Parigi, con Claude Sautet in Tre amici, le mogli…e affettuosamente le altre, quindi in televisione, nella popolare serie Il commissario Cordier, trasmessa dal 1992 al 2007. Grazie alla frequentazione della redazione del settimanale “Sorrisi e Canzoni” venne in contatto con la casa discografica CAM, per la quale incise una canzone arrangiata da Stelvio Cipriani. Fu il momento dell’esplosione della sua passione per la musica, che nutrirà fino alla fine della sua vita, periodo nel quale prese parte ad alcuni film, come Una spina nel cuore di Lattuada e La bella società di Gian Paolo Cugno, ultima sua apparizione nel 2009. Antonella Lualdi se n’è andata oggi a novantadue anni, stella del cinema italiano nel giorno in cui dal cielo le stelle sono cadenti.

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