AMBIENTE, mutamenti climatici. Aumentano le notti tropicali nelle città italiane

A causa dell'elevata concentrazione di persone, edifici e attività produttive, gli ambienti urbani sono maggiormente esposti ad alcuni effetti dei cambiamenti climatici. Soprattutto al riscaldamento atmosferico, vista anche la presenza di traffico veicolare e consumo di suolo nonché la relativa scarsità di verde. Per misurare questo fenomeno, Istat fa riferimento da una parte alle temperature medie e dall'altra agli estremi di temperatura. Tra questi ultimi rientrano le cosiddette «notti tropicali»

I dati relativi agli insediamenti urbani in Italia sono stati forniti nella recente ricerca effettuata da openpolis – https://www.openpolis.it/aumentano-le-notti-tropicali-nelle-citta-italiane/?utm_source=Newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=ecologia-e-innovazione -, lavoro che ha preso in considerazione esclusivamente le notti nelle quali la temperatura non è scesa al di sotto dei 20 gradi centigradi, considerate appunto «tropicali». Secondo l’Istituto nazionale di statistica (Istat) nel 2021 se ne sono registrate in media quarantaquattro per ogni comune capoluogo, quindi sei in più rispetto alla media del periodo 2006-2015. Risultano maggiormente esposti i centri urbani del sud Italia e le città più grandi e popolose, infatti Roma, Milano e Napoli risultano tutte al di sopra della media nazionale per numero di notti tropicali nel 2021 e hanno registrato un incremento anche rispetto alla media 2006-2015.

NOTTI TROPICALI IN ITALIA

La maggior parte dei comuni con più notti tropicali si trova al Sud, dove la prima in questa classifica è Catania con 117, mentre a Cagliari sono 23 in più rispetto alla media del 2006-2015. Come evidenzia l’Istat, le aree urbane sono considerate degli hotspot climatici. Vista l’alta concentrazione di edifici, persone e attività produttive, subiscono più intensamente le conseguenze dei cambiamenti climatici. A causa della presenza di traffico veicolare (e delle emissioni di gas serra che ne derivano), della relativa scarsità di verde e del consumo e impermeabilizzazione del suolo, tendono a essere zone più calde rispetto agli ambienti rurali. Insieme agli eventi climatici estremi (come alluvioni e siccità), il caldo costituisce uno dei principali fattori di pressione ambientale nei centri più urbanizzati. Per misurarlo, da una parte ci sono le temperature medie, che indicano un generalizzato processo di riscaldamento atmosferico. Dall’altra, gli eventi estremi, come i periodi di caldo particolarmente lunghi.

AREE URBANE «HOTSPOT» CLIMATICI

Uno degli indicatori che Istat utilizza per misurare questi estremi è quello delle notti tropicali, con cui si intende le notti in cui la temperatura non scende al di sotto dei 20 gradi centigradi. Quarantaquattro, in medai, le notti tropicali registrate nel 2021 nei comuni capoluogo, quindi sei in più rispetto alla media del periodo 2006-2015. Un aumento ancora più marcato rispetto a quello rilevabile per i cosiddetti giorni estivi, ovvero i giorni con temperatura massima al di sopra dei 25 gradi, che nel 2021 sono stati mediamente 120 (+4 rispetto alla media).La situazione varia sia a livello geografico (tendenzialmente le città meridionali sono più calde e quindi registrano valori più alti) che a livello di densità urbanistica (anche le città grandi e popolose riportano dati più elevati).

MERIDIONE INFUOCATO

Dei primi cinque comuni capoluogo per numero di notti tropicali, quattro si trovano in Sicilia (Catania, Agrigento, Messina e Palermo) e uno in Calabria (Reggio di Calabria). A detenere il record nazionale è Catania, con 117 notti tropicali registrate nel 2021. Tra i comuni considerati, 45 superano considerevolmente la media nazionale. Tra questi rientrano anche le tre città più popolose del paese (Roma con 59, Milano con 78 e Napoli con 70). Per quanto riguarda gli altri, si trovano principalmente nel sud del paese ma anche nell’area della pianura padana e nella zona nord-occidentale. Sono invece quattro i capoluoghi che non riportano nessuna notte tropicale: Aosta, Belluno, Rieti e Isernia. Come accennato, il numero di notti oltre i 20 gradi centigradi è aumentato rispetto alla media del periodo 2006-2015. Anche in questo caso si possono rilevare significative differenze tra i vari comuni capoluogo. Vediamo i dati nei capoluoghi di regione.

TENDENZA DEL FENOMENO IN AUMENTO

Variazione delle notti tropicali registrate nel 2021 rispetto al dato medio 2006-2015. In tre capoluoghi di regione italiani si superano variazioni pari a 20 notti tropicali in più rispetto alla media 2006-2015: Cagliari (+23,3), Bologna (+21,8) e Milano (+20,5). I comuni più influenzati da questo fenomeno si trovano nelle aree del Meridione e vicini all’area della Pianura padana. Non sono quindi solo le aree in cui questa dinamica viene registrata di più ma anche quelle in cui, nel tempo, c’è stato l’aumento maggiore. Restano invece invariate all’Aquila mentre diminuiscono in due capoluoghi alpini: Bolzano (-0,8) e Aosta (-1,5). Considerando tutti i comuni capoluogo e non soltanto quelli di regione, il dato più elevato si registra a Oristano, in Sardegna (+40), seguita da varie città siciliane (in particolare Catania e Siracusa, entrambe con un aumento pari circa a 28 notti). Mentre Caserta ha registrato un calo molto importante (-28,5), seguita da Verona (-25).

Condividi: