MUSICA, Banda Popolare dell’Emilia rossa. Lo sceriffo della mia città

Il nuovo godibile e orecchiabile brano della «Banda», con il ritornello di 'O Zulù (99 Posse) cantato in dialetto napoletano), esprime la posizione critica e di denuncia degli artisti nei confronti di certe politiche considerate «repressive», che da qualche tempo vengono poste in essere da numerose Amministrazioni locali. Indubbiamente, si tratta di un efficace spaccato musicale dell’attuale società

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Presentato in anteprima a Radio Città Fujiko, la Banda POPolare dell’Emilia rossa pubblica dunque il suo nuovo singolo, “Lo sceriffo della mia città”, fruibile dallo scorso 28 aprile per l’etichetta Maninalto! Records, che vede l’importante featuring di Luca Persico alias “’O Zulù”, leader dei 99 Posse, che canta il ritornello del brano in dialetto napoletano.

LA BANDA «BUSSA A QUATTRINI»

Un brano importante, e non soltanto per le collaborazioni e il tema trattato, altresì in quanto è la canzone con cui la Banda lancia ufficialmente il crowdfunding per il suo nuovo album intitolato “Sempre dalla parte del torto”, in arrivo prossimamente, che vedrà la partecipazione di Modena City Ramblers, Gang, Kento e Marcello Coleman. Il crowdfunding, che ha già superato il 65% dell’obiettivo iniziale ed è attivo sul sito di Buonacausa.

UN BRANO DAI CONNOTATI MARCATAMENTE POLITICI

Ricorrendo a un aspro ed efficace sarcasmo, il brano intende denunciare le politiche law&order dei cosiddetti «sindaci sceriffi» e, per esplicita ammissione degli autori de Lo sceriffo della mia città, anche dell’esecutivo in carica, sia nei confronti dell’immigrazione che della povertà urbana, «affrontata come una colpa individuale da schiacciare in nome del decoro e dell’interesse di affaristi, commercianti e palazzinari, nonché nei confronti dei diritti civili visti non come un atto di progresso, bensì come una minaccia verso il concetto reazionario della famiglia tradizionale».

BANDA POPOLARE DELL’EMILIA ROSSA

Il 25 aprile 2011 in piazza Grande a Modena nasce la Banda POPolare dell’Emilia rossa. L’intento del progetto è stato fin dal primo momento fare politica rivoluzionaria, militante e anticapitalista attraverso una delle forme di comunicazione più diretta, efficace ed emozionate che esistano: la musica. Senza naturalmente rinunciare alla «balotta», cioè al «fare festa» in dialetto modenese. Il nome e il simbolo della banda traggono palesemente origine da una distorsione un po’ sarcastica e un po’ warholiana del nome di quella famosa banca emiliano-romagnola che oggi rappresenta uno dei simboli del capitalismo e del cosiddetto “modello emiliano”. La Banda è un gruppo proletario composto da delegati Rsu Fiom delle maggiori industrie metalmeccaniche di Modena, tr e da musicisti professionisti precari.

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