SANITÀ, spesa e assistenza. In Italia in bilancio meno della media europea

L'accesso alla sanità è riconosciuto dall'Unione europea come un diritto fondamentale, tuttavia, analizzando i dati relativi alla spesa sanitaria, vediamo che le differenze tra paesi membri sono molto pronunciate. Nel 2021, in Lussemburgo e Danimarca la spesa pro capite superava i 6.000 euro, mentre in Romania, Bulgaria e Polonia non raggiungeva i 1.000; anche se si considerano le uscite in rapporto al prodotto interno lordo, è comunque possibile registrare delle marcate differenze: in Germania si sfiora il 13%, mentre in Lussemburgo, Polonia e Romania si rimane sotto il 7 per cento. In entrambi i casi, l'Italia è al di sotto della media europea, con una spesa sanitaria di meno di 3.000 euro pro capite, pari al 9,2% del prodotto interno lordo

I dati relativi al cruciale settore, che incide sensibilmente sulla spesa pubblica del Paese, sono stati illustrati dagli analisti di Openpolis in un report pubblicato oggi, 20 dicembre 2023, https://www.openpolis.it/per-la-sanita-in-italia-si-spende-meno-della-media-europea/?utm_source=Newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=europa. Esso evidenzia come, seppure la maggior parte delle coperture dei costi in questo ambito avvenga grazie a finanziamenti pubblici, in alcuni Stati sia tuttavia ancora notevolmente significativa la spesa effettuata privatamente, direttamente dalle famiglie; in Bulgaria e Grecia, in modo particolare, essa è pari a un terzo del totale, ma anche l’Italia risulta sopra la media.

IN ITALIA SI SPENDE MENO RISPETTO ALLA MEDIA EUROPEA

La salute è un diritto fondamentale e analizzare la spesa sanitaria è un modo per valutare se esso viene concretamente garantito. Dall’esame dettagliato dei dati disponibili emerge però che in Europa da questo punto di vista si registrano ancora molti divari e che, inoltre, la performance dell’Italia risulta inferiore alla media. Mediamente, nell’Unione europea nel 20211 si spendevano 3.562 euro pro capite per la sanità, con evidenti divari tra glia Stati membri. L’accesso alla sanità, di tipo curativo ma anche preventivo, è uno dei diritti fondamentali riconosciuti al cittadino da tutti gli Stati membri, che, conseguentemente, dovrebbero garantire dei servizi gratuiti e di qualità. Ma a oggi si registrano ancora ampi divari da paese a paese, con i Paesi dell’Europa occidentale e settentrionale che destinano alla spesa sanitaria notevoli quote dei loro bilanci, finanze che vengono poi gestite per una loro buona parte direttamente dall’operatore pubblico, piuttosto che privatamente, questo a differenza dell’Europa meridionale e orientale, dove questa quota è ridotta e la spesa grava pesantemente sulle famiglie.

QUANTO STANZIANO PER LA SANITÀ I PAESI EUROPEI

In termini assoluti, la Germania è il primo paese dell’Unione europea per spesa sanitaria (Quasi 466 miliardi di euro, dati 2021; segue la Francia con 308 miliardi, quindi l’Italia con 168 miliardi; ultimi in questa classifica alcuni piccoli Stati, quali Malta, Cipro e Lussemburgo, le repubbliche baltiche e alcuni paesi dell’Europa centrale (in particolare Croazia e Slovenia). Mediamente, 3.562 euro pro capite all’anno per ogni cittadino. Tuttavia, la situazione appare molto diversificata, con i paesi dell’Europa occidentale e settentrionale dai livelli più elevati di sviluppo economico e che presentano una maggiore ricchezza interna, in alcuni casi addirittura una tradizione di stato sociale, registrano valori pro capite più elevati. I divari mutano qualora vengano prese in considerazione le uscite in relazione al prodotto interno lordo (Pil).

GERMANIA E SCANDINAVI FANNO LA PARTE DEL LEONE

La Germania registra, ancora una volta, il valore più elevato, poiché il rapporto tra spesa sanitaria e Pil sfiora il 13%; seguono Francia e Austria, anch’esse sopra il 12%, mentre all’ultimo posto si situa il Lussemburgo (5,7%, per via del suo prodotto interno lordo molto elevato), alcuni paesi dell’est Europa (in particolare Polonia e Romania) e l’Irlanda, con meno del 7 per cento. Qualora invece vengano considerate le uscite in rapporto agli abitanti, il Lussemburgo (ultimo per spesa in rapporto al Pil) si pone però al primo posto con oltre 6.000 euro pro capite stanziati. Seguono due Stati scandinavi, Danimarca e Svezia, rispettivamente con 6.223 e 5.813 euro di spesa pro capite, mentre ultime sono Bulgaria, Romania e Polonia, con valori inferiori a mille.

PESO DELLA SPESA SANITARIA SULLE FAMIGLIE

Per quanto concerne l’Italia, essa si trova al di sotto della media europea in entrambi i casi, con il rapporto tra spesa sanitaria e Pil che si attesta al 9,2%, a fronte di una media pari al 10,9%; le uscite pro capite sono pari a 2.837 euro, inferiori ai già citati 3.562. Ma, quanto pesa concretamente la sanità sui bilanci familiari? In Europa la sanità è perlopiù gestita a livello pubblico. Nei dati analizzati da Openpolis sono stati considerati tutti gli schemi di finanziamento, che comprendono sia la sanità nazionale (finanziata dalla collettività), sia le assicurazioni private che le spese effettuate direttamente dai cittadini a fronte di singole prestazioni.

UN COSTO ELEVATO

Complessivamente oltre l’80% delle uscite in questo settore sono riconducibili a finanziamenti statali, seppure la quota vari passando dall’86% di Repubblica Ceca e Lussemburgo al 62% della Grecia. I costi per le famiglie sono in ogni caso elevati: mediamente nell’Unione europea sono pari al 14,5%, cioè oltre 231 miliardi di euro che le famiglie spendono direttamente, dunque senza l’intermediazione di assicurazioni (pubbliche o private che siano), al fine di ottenere i servizi sanitari loro necessari. In Bulgaria e Grecia la quota di spesa sanitaria che proviene direttamente dalle famiglie pesa per oltre il 33% del totale, in Italia per il 21,9%, quindi ben al di sopra della media europea, che si attesta al 14,5%, mentre agli ultimi posti si trovano Lussemburgo e Francia, entrambi con l’8,9 per cento.

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