TUNISIA, memorandum con Unione europea. Lacune e possibili punti di forza dell’intesa

Siglato ieri nella capitale dello Stato nordafricano il Memorandun d’intesa tra Unione europea e Tunisia relativo al Partenariato strategico globale in cinque aree tematiche

Esso dà soltanto parziale attuazione all’accordo su immigrazione e asilo politico precedentemente raggiunto dal Consiglio dei ministri dell’Interno dell’Unione europea al Lussemburgo l’8 giugno scorso.

CIE A SFAX

È uno, in modo particolare, tra gli elementi non ripresi che riveste maggiore interesse per Roma, cioè la possibilità del rinvio nel Paese nordafricano dei migranti irregolari e privi di diritto di asilo sbarcati in Italia dopo essere transitati per la Tunisia, anche quando sono originari di paesi diversi. Secondo fonti qualificate dell’Unione europea si tratta di un punto sul quale le autorità di Tunisi hanno fatto presente con chiarezza che il territorio del loro Stato «non è un centro di accoglienza di migranti irregolari provenienti dallEuropa». La valenza del citato Memorandum permane dunque in ordine ai cittadini tunisini espatriati in Europa senza titolo per farlo.

IL RIFIUTO DI SAIED BLOCCA TUTTO

Ma non è soltanto questa la carenza eccepita dai detrattori del memorandum d’intesa sul Partenariato strategico globale, poiché essi ne evidenziano altresì sul piano degli aiuti macro-finanziari al Paese nordafricano. Al riguardo il Governo italiano ha esercitato pressioni sull’Europa affinché questi venissero cocessi almeno per una prima tranche, prima e indipendentemente dall’approvazione del prestito alla Tunisia dal Fondo monetario internazionale (Fmi), che tuttavia permane bloccato a causa della contrarietà manifestata dal presidente Kaïs Saied nel varo delle riforme strutturali richieste dal Fmi quale condizione all’erogazione. L’oltranzistico rifiuto opposto da Tunisi ha fatto dunque sì che i novecento milioni di euro di aiuti di Bruxelles rimanessero esclusi dal Memorandum d’intesa e vincolati all’approvazione del prestito del Fmi.

IL BICCHIERE MEZZO PIENO

Ufficialmente, comunque, si tende a vedere il bicchiere mezzo pieno, e in questo senso vanno alcune dichiarazioni pubbliche, come quelle rese stamani dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che ritiene la firma del Memorandum tra Unione europea e Tunisia «la concretizzazione dell’ultimo Consiglio europeo, in cui abbiamo sostenuto gli sforzi profusi dalla Commissione europea, in particolare dai capi di governo olandese e italiana. È quindi positivo il fatto di aver concluso rapidamente un accordo con la Tunisia su diversi temi per un partenariato ambizioso che prenda in considerazione lo sviluppo economico, la lotta al cambiamento climatico e la questione della mobilità».

INSODDISFAZIONI

In Italia non si è detto del tutto soddisfatto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che commentando gli accordi con il Paese nordafricano li ha ritenuti insufficienti, seppure «aiutino», mentre i parlamentari della Commissione politiche europee di Camera e Senato del Movimento 5 stelle hanno espresso la sua totale contrarietà al riguardo, affermando in una nota che esso «rischia di essere inutile rispetto all’attuale emergenza migratoria, di alimentare crimini contro i migranti e di ripetere l’errore commesso con la Turchia, che ha cinicamente utilizzato i flussi migratori come arma di ricatto e per ricevere più soldi. I rimpatri riguardano solo i migranti tunisini ed escludono quelli sub-sahariani che transitano dalla Tunisia, cioè proprio quelli che oggi rappresentano la maggioranza degli arrivi sulle coste italiane».

FIDARSI DI SAIED?

«Inoltre – prosegue la nota dei pentastellati -, IL Memorandum non prevede nessuna condizionalità in ordine al rispetto dei diritti umani e allo stato di diritto e, di fatto, grazie all’accordo patrocinato dalla Meloni, il presidente Kaïs Saied riceverà fiumi di denaro per il contrasto all’immigrazione illegale, senza alcun obbligo di rispondere sul rispetto dei diritti umani e civili. È facile prevedere, dato che lo ha già fatto con successo negli ultimi mesi, che Saied aprirà e chiuderà i rubinetti dei flussi migratori per ricattare Roma e Bruxelles e per ottenere più soldi, come ha fatto in passato il presidente turco Erdoğan». Di «copione che si ripete» parla anche Riccardo Magi, segretario di Più Europa e parlamentare della Repubblica, che riporta l’attenzione oltreché alla Turchia anche alla Libia.

RICATTI E VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI

«Ancora una volta Italia ed Unione europea commettono l’errore di pagare un regime come quello tunisino che non  fornisce alcuna garanzia sul rispetto dei diritti umani. Il risultato sarà che noi copriremo di soldi Tunisi, che per tenersi i migranti i primi mesi commetterà le peggiori violazioni dei diritti e della dignità delle persone, per poi, tra qualche mese, ritrovarci al punto di partenza con gli sbarchi che non si fermeranno, con i centri di accoglienza pieni e centinaia di persone che oltre a fuggire dal loro paese di origine saranno anche costrette anche a scappare dalle carceri tunisine».

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