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GERMANIA, scenari nel post-elezioni. Effetti del terremoto politico nei länder dell’Est

I risultati delle consultazioni elettorali che hanno avuto luogo in Sassonia e Turingia fanno tremare il governo centrale a Berlino. Per la prima volta dalla fine della Second guerra mondiale i partiti «anti-sistema» di estrema destra ed estrema sinistra (AfD e i «rossobruni» del BSW) se uniti potrebbero raggiungere la maggioranza in entrambi i parlamenti regionali, mentre le formazioni politiche tradizionali (democratiche) sono ora in minoranza. Una situazione oltremodo precaria che ha indotto alle prime richieste di un’uscita dalla coalizione e di nuove elezioni da parte dei Liberali. Questo seppure nel Landtag di Dresda i cristianodemocratici, con il loro governatore Michael Kretschmer, permangano ancora (seppur in virtù di un minimo scarto di voti) il partito più forte, mentre nel Landtag di Erfurt, con il loro candidato di punta Mario Voigt, restano il secondo partito per numero di consensi nelle urne. Ma, a questo punto per formare un’alleanza di governo escludendo AfD e BSW alla Cdu i numeri non sono sufficienti, una realtà amara che per Olaf Scholz potrebbe significare la fine del suo cancellierato. A insidertrend.it, dopo la pausa estiva tornano le analisi e le prospettive elaborate da Nino Galetti, direttore del Konrad Adenauer Stiftung, Italia

Come ampiamente anticipato dai sondaggi che hanno preceduto le elezioni, entrambi i Länder nei quali la struttura economica viene caratterizzata dalla tecnologia avanzata, dall’ingegneria meccanica e dai grandi gruppi quali Zeiss-Optik, BMW, Intel, DHL, Amazon, rischiano oggi di divenire ingovernabili. Sia in Turingia che in Sassonia, infatti,[…]

Esteri

L’OPINIONE, conflitti e guerrafondai. Guerra senza limiti: come smettere?

Ad avviso di Mario Giro, docente di Politica internazionale e già viceministro degli Affari esteri, oltreché autorevole esponente della Comunità di Sant’Egidio, termini quali «escalation controllata», «invasione difensiva», «conflitto non generalizzato» o «armi per bilanciare armi» costituirebbero soltanto un ossimoro, quando in realtà i responsabili politici, cioè i cosiddetti «decisori», ormai sarebbero intossicati dalla guerra, come fosse un allucinogeno del quale non si può più fare a mano ma non lo si vuole aammettere. In un fondo pubblicato il 23 agosto scorso dal quotidiano “Domani” egli ricorre all’esempio delle bombe atomiche tattiche, «un esempio clamoroso – sottolinea -, quasi si trattasse di ordigni solo un po’ più potenti». Inoltre, pone seri interrogativi sul ruolo che dovrebbe svolgere l’Europa

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