VATICANO, Malta. Il primo ministro de la Valletta ricevuto dal Pontefice

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È stata una conversazione breve durata meno di mezz’ora, quella tra il Pontefice e il Primo ministro maltese Robert Abela, nel corso della quale, con ogni probabilità si è discusso del possibile prossimo viaggio di Bergoglio nell’isola del Mediterraneo, nel quadro che vedrà il capo della Chiesa cattolica romana recarsi anche in Grecia e a Cipro.

Non era previsto inizialmente così, perché Papa Francesco sarebbe dovuto essere a Malta nella Pentecoste 2020, il 31 maggio, mentre il viaggio a Grecia e Cipro, che si pensava essere a novembre 2020, sarebbe stato preceduto da una tappa in Montenegro. Di fatto, però, il Papa ha reso chiara la sua intenzione di visitare Malta nella sua intervista alla COPE, in cui ha legato il viaggio sull’isola a quello a Cipro e in Grecia. Non ci sono ancora date ufficiali, ma Malta dovrebbe essere di due giorni (come previsto nel 2020) per poter anche andare sull’isola di Gozo, la ex diocesi del Cardinale Mario Grech, ora segretario generale del Sinodo dei Vescovi. Si pensa ad un viaggio tra il 2 e 6 dicembre, con il passaggio a Cipro previsto per il 4, ma tutto è ancora da definire.

Dopo l’udienza con il Papa, Abela si è incontrato con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e con l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati.

«Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato – si legge nel comunicato diffuso dalla Sala stampa della Santa Sede – sono stati sottolineati i buoni rapporti bilaterali e la proficua collaborazione tra la Chiesa e lo Stato».

Inoltre, «ci si è soffermati sul contributo del cristianesimo alla storia, alla cultura e alla vita del popolo maltese, e sull’impegno della Chiesa in favore dello sviluppo umano e sociale del Paese, specialmente in campo educativo e assistenziale«.

Infine, conclude la nota di oltre Tevere, «sono state trattate tematiche di comune interesse, quali le migrazioni, che vedono fortemente impegnati la Chiesa e il Governo, e alcune questioni di carattere etico. Si è inoltre fatto riferimento alla situazione europea ed internazionale, con particolare attenzione alla regione del Mediterraneo, nonché all’importanza del dialogo ecumenico e interreligioso nell’edificazione della pace e della fraternità tra i popoli».

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