SICUREZZA, pirateria Internet. Operazione Black IPTV della Guardia di Finanza

Il Nucleo Speciale per la tutela della privacy e le frodi tecnologiche ha disattivato il più importante network internazionale di diffusione pirata di piattaforme televisive a pagamento. 700.000 utenti Online «oscurati» e 25 persone incriminate

Oltre cento militari del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza sono tuttora impegnati in una vasta operazione nei confronti della più rilevante organizzazione clandestina  livello mondiale ideatrice e principale responsabile della capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento, le cosiddette IPTV (Internet Protocol Television).

Sequestrata ed oscurata la nota piattaforma informatica Xtream Codes, con oltre 700.000 utenti Online inibiti all’atto del sequestro.

Otto gli ordini europei di indagine emessi dalla Procura della Repubblica di Napoli nei confronti degli appartenenti a un’associazione a delinquere transnazionale, provvedimenti eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria, che hanno comportato numerose perquisizioni sul territorio nazionale allo scopo di pervenire allo smantellamento delle centrali e al sequestro dei rilevanti proventi illeciti mediante il sequestro di 197 tra account paypal, postepay e conti corrente.

Le attività investigative sono state rese note questa mattina dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli diretti dal dottor Giovanni Melillo e dagli ufficiali del Corpo, in un conferenza stampa che ha avuto luogo nella capitale presso il Comando Generale della Guardia di Finanza.

Si tratta di una vasta operazione condotta nei confronti della più rilevante organizzazione clandestina mondiale responsabile della capillare diffusione illegale via Internet delle emittenti televisive a pagamento come Sky, Dazn, Mediaset, Netflix e Infinity.

L’indagine – diretta dal Procuratore della Repubblica di Napoli e coordinata dal Procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e dal Sostituto Procuratore Valeria Sico – ha portato all’individuazione e alla successiva disattivazione della piattaforma internazionale di IPTV maggiormente diffusa tra i pirati informatici. Oltre cinque milioni di utenti solo in Italia, per un volume d’affari conseguente stimato in circa sessanta milioni di euro all’anno.

La piattaforma Xtream Codes, ideata da due cittadini greci, consentiva agevolmente la trasformazione in dati informatici dei flussi audiovisivi protetti da copyright.

I membri dell’organizzazione criminale predisponevano e gestivano all’estero idonei spazi informatici attraverso i quali ritrasmettevano i segnali su larga scala, anche in Italia.

Una fitta rete commerciale diffusa su tutto il territorio nazionale (con basi prevalentemente in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) captava il segnale grazie a questa tecnologia, acquisendo così illegalmente interi pacchetti di contenuti, che venivano quindi rivenduti ai clienti finali a un prezzo di circa dodici euro, offrendo a questi ultimi la possibilità di fruire di tutti i principali palinsesti televisivi con un unico abbonamento.

Otto gli ordini europei di indagine che sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Napoli che, per il tramite dell’Agenzia europea per il coordinamento investigativo e la cooperazione giudiziaria Eurojust, sono stati eseguiti questa mattina in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria dalle rispettive polizie giudiziarie con l’ausilio dei militari del Nucleo Speciale delle Fiamme gialle, a essere coinvolte tre aziende e cinque persone.

Sequestrata e oscurata l’intera piattaforma Xtream Codes, 80 siti Internet, 183 server dedicati alla riproduzione e alla diffusione dei flussi audiovisivi, erogati – al momento nel quale è avvenuto il sequestro – a oltre 700.000 utenti Online.

Numerose perquisizioni sono state effettuate (e sono tuttora in corso di effettuazione) sul territorio nazionale italiano.

I responsabili dell’organizzazione sono stati denunciati del associazione per delinquere finalizzata alla riproduzione e alla commercializzazione illecita di IPTV, reato aggravato dalla circostanza della transnazionalità.

Nei confronti dei fruitori del servizio illegale è invece prevista la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e una multa di importo fino a 25.822 euro.

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