CRIMINALITÀ, Roma. Guardia di Finanza, sgominata organizzazione dedita al traffico di droga

Diciotto arresti nel quadro dell’operazione «re Mida», le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Baricentro del sodalizio criminale era il quartiere di Montespaccato con addentellati in Calabria e nel Salento. Sequestrati ingenti quantitativi di stupefacenti e un vero e proprio arsenale

Sequestrati più di 100 chili di cocaina e 173 di hashish, rinvenuto un laboratorio clandestino per la lavorazione, il «taglio» e il confezionamento della droga e, inoltre, anche un vero e proprio arsenale che era nella disponibilità dei malviventi.

Esso (sequestrato nel 2016) constava di armi da guerra come fucili d’assalto Kalashnikov, mitragliette Skorpion, fucili ad anima liscia, a canne mozze, silenziatori, nonché sei chilogrammi di esplosivo con annessi detonatori.

L’operazione, convenzionalmente denominata «re Mida» – effettuata dagli uomini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del Comando Provinciale di Roma della Guardia di Finanza, coordinati nell’indagine dalla Direzione Distrettuale Antimafia -, ha portato all’esecuzione nel Lazio e in Calabria di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari nei confronti di diciotto persone, tutte ritenute appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, avente la propria “base” nel quartiere di Montespaccato, nel settore nord della Capitale.

Nel corso delle indagini, le Fiamme Gialle hanno arrestato in flagranza sette persone, tra corrieri e fiancheggiatori, oltre al citato sequestro di droga e armi. I dettagli dell’operazione sono stati forniti questa mattina dal Procuratore della Repubblica (facente funzioni) di Roma, dottor Michele Prestipino Giarritta.

Il sodalizio radicato nel quartiere di Montespaccato era capeggiato da Costantino Sgambati, di 42 anni, indicato dagli inquirenti come personaggio emergente nel panorama criminale romano, nonché collegato a esponenti di consorterie mafiose, rispetto alle quali era divenuto un importante canale di distribuzione della droga.

In particolare, anche sulla base di dichiarazioni rese in precedenza da due collaboratori di giustizia, nello specifico contesto sono emerse delle relazioni tra lo Sgambati stesso ed esponenti della cosca Bellocco di Rosarno, presso Reggio Calabria, nonché con un pregiudicato brindisino indicato come collaterale al clan Coluccia, articolazione territoriale della Sacra Corona Unita nel Salento.

Le indagini, che si sono protratte per lungo tempo al fine di ricostruire la struttura del gruppo, hanno consentito la compiuta identificazione degli altri associati, cioè delle ultime persone catturate, al quale erano stati affidati gli incarichi della gestione delle piazze di spaccio, del trasporto e della custodia delle sostanze stupefacenti e del recupero dei crediti insoluti a fronte di pregresse cessioni di droga.

La complessa rete di connivenze estesa dal capo banda ha successivamente condotto gli investigatori all’individuazione di ulteriori soggetti, parimenti destinatari della misura cautelare in carcere, alcuni dei quali noti all’Ufficio, che, pur non essendo organici al gruppo criminale, erano comunque con esso in stabile rapporto ai fini della fornitura di droga. Al momento un altro soggetto indagato resta ancora ricercato dalle Forze dell’Ordine.

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