Si è conclusa nel pomeriggio di ieri la due giorni di lavori del simposio tecnico-scientifico organizzato dall’Aeronautica militare italiana nel quadro delle iniziative per il centenario della Forza armata, evento concepito allo scopo di approfondire il tema dello sviluppo di una capacità ipersonica nazionale, questione quanto mai attuale e di grande rilevanza strategica in una prospettiva futura.
SVILUPPO DI CAPACITÀ IPERSONICHE
Un percorso di discussione, studio, confronto e analisi iniziato oltre sei mesi fa, che ha visto la partecipazione di ottanta tra tecnici, scienziati ed esperti civili e militari, che ha riunito presso l’Accademia aeronautica di Pozzuoli nelle giornate di giovedì 9 e venerdì 10 novembre le più maggiori eccellenze e competenze del settore provenienti dal mondo della Difesa, del comparto aerospaziale italiano, nonché docenti e studenti di prestigiose università, sia italiane che estere. I risultati dello sviluppo di questo complesso progetto di studio e ricerca sono state sintetizzate in cinque panel tematici, ai si sono avvicendati esperti militari, del mondo accademico, scientifico e industriale, che hanno fornito una panoramica sul lavoro condotto da diversi tavoli tecnici sulle materie ritenute di maggior interesse sul tema dell’ipersonico: dall’aerodinamica alle comunicazioni, dai propulsori ai materiali avanzati, dagli spazioporti al diritto spaziale, fino agli aspetti legati alla sostenibilità e alla fisiologia umana nello spazio. «Questo simposio, e il documento strategico che riunisce tutti i lavori condotti in questi mesi che verrà presto completato e messo a disposizione della comunità scientifica e dei decisori militari e politici, crediamo possa tracciare un percorso, costituire un punto di partenza nel dibattito futuro sullo sviluppo di questa capacità, dando un contribuito importante nell’individuazione delle trasformazioni necessarie su fronte industriale, scientifico, regolamentare e infrastrutturale per restare al passo con gli altri attori che si stanno già cimentando in questo settore», questo è quanto dichiarato dal capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare, generale Luca Goretti, che ha aperto e chiuso i lavori del simposio.
SCENARI OPERATIVI IN DIVENIRE CHE IMPONGONO ADEGUAMENTI
«Gli scenari attuali dimostrano la rilevanza di questo tema – ha egli aggiunto -, per la confluenza di sfide, minacce e opportunità che porta con sé, ma soprattutto per le implicazioni di vasta portata per l’ingegneria aerospaziale, per la difesa nazionale e per l’esplorazione scientifica. Stiamo entrando in un’era dove saremo sempre più dipendenti dalla velocità, dalla capacità dei sistemi di adattarsi e reagire, fattori che nell’immaginario collettivo sono da sempre strettamente legati alle forze aeree e spaziali. Per essere rilevanti come sistema Paese è fondamentale capire come utilizzare queste tecnologie per la difesa e la sicurezza, ma anche coglierne appieno le potenzialità anche in una chiave duale. Usciamo da questa due giorni con la consapevolezza che molto c’è da fare ma che come Italia abbiamo gli strumenti per competere e le competenze per guidare a livello internazionale tale processo. Servono risorse ed una visione stabile e di lungo periodo. Per avere successo, e lo dico in questo consesso riferendomi in particolare ai giovani frequentatori dell’Accademia Aeronautica che saranno la spina dorsale della Forza Armata del domani, ma anche a tutti i giovani ricercatori delle università italiane, dobbiamo investire e dare fiducia a questi giovani, credere nelle loro visionarie competenze. Dobbiamo essere bravi a comprendere come cogliere le opportunità che il mondo in cui viviamo ci offre, in ogni settore».
VOLARE NELLO SPAZIO
Tra gli interventi si segnalano quelli dell’ingegner Tommaso Ghidini, capo dipartimento ingegneria meccanica dell’Agenzia spaziale europea, che ha sottolineato quanto il tema spazio e volo nello spazio stia evolvendo: «Stiamo aprendo una nuova frontiera nell’ambito del volo spaziale – ha affermato -, per volare nello spazio abbiamo bisogno di una serie di tecnologie, l’ipersonico è certamente una di queste. Prima di tutto dobbiamo chiederci quali sono le tecnologie che ci servono per fare un volo di questo tipo. Parliamo di propulsione, di materiali, di strutture, quindi di volare ad altissime temperature e di volare in maniera precisa quindi anche navigazione. Tutte queste tecnologie ce le ritroveremo poi in ambienti molto più vicini a noi come ad esempio il volo per il trasporto passeggeri ma anche il volo che potrebbe portarci addirittura fuori dall’atmosfera a volare quindi molto più velocemente e avvicinare il mondo. Credo fermamente che questo Simposio sia cruciale per aprire una dibattito su certi temi e che possa essere davvero la base di partenza verso nuove iniziative, dei workshop da sviluppare a livello nazionale ed europeo per continuare, come una unica grande famiglia, su questa strada fatta di sinergia e cooperazione».
LA FORMAZIONE PERMANE BASILARE
Tra i partecipanti al simposio anche il generale Davide Cipelletti, capo Ufficio generale spazio dello Stato maggiore della Difesa, che ha sottolineato il ruolo e il contributo della Difesa in questo settore che riveste importanza strategica per la sicurezza nazionale. Nutrita anche la presenza di rappresentanti dell’industria italiana, sia tra gli ospiti che tra i relatori. In collegamento dagli Stati Uniti d’America sono intervenuti anche il colonnello Luca Parmitano (pilota sperimentatore dell’Aeronautica militare italiana nonché astronauta dell’Agenzia spaziale europea) e Nicola Pecile (in passato pilota sperimentatore dell’Aeronautica militare e attualmente pilota collaudatore negli Usa di veicoli suborbitali), che hanno condiviso le loro esperienze nei loro specifici ambiti sottolineando come la loro formazione in Accademia aeronautica sia stata il punto di partenza essenziale nel corso del loro percorso professionale. A chiusura dei lavori alcuni sottotenenti frequentatori dei corsi dell’Accademia aeronautica hanno illustrato i risultati delle loro tesi di laurea, vertenti su temi strettamente correlati agli argomenti del simposio, a dimostrazione delle competenze peculiari che il sistema universitario nazionale è in grado di offrire e al quale la Forza armata contribuisce con percorsi integrati negli iter dei propri Istituti di formazione.