AFRICA, instabilità. Di colpo di stato in colpo di stato il declino francese: à demaine Pigalle

La presa del potere dei militari in Gabon a fine agosto è stato soltanto l’ultimo di una serie avvenuta negli ultimi anni. Esso è stato portato a compimento appena un mese dopo che altre forze armate, quelle del Niger, avevano preso il controllo a Niamey. nel 2022 ci sono stati due golpe in Burkina Faso, così come tentativi di colpo di stato falliti in Guinea Bissau, Gambia e Sao Tomé e Principe

a cura di Giuseppe Morabito, generale in ausiliaria dell’Esercito italiano e attualmente membro del Direttorio del NATO Defense College Foundation – I colpi di stato militari erano un evento purtroppo «regolare» in alcuni paesi dell’Africa nei decenni successivi alla loro indipendenza. Nel biennio 2022-23, dopo un periodo di relativa stabilità democratica, sono stati registrati segnali di una loro nuova crescita.

IL GOLPE IN GABON DELLA FINE DI AGOSTO

La presa del potere in Gabon a fine agosto è stato soltanto l’ultimo di una serie avvenuta negli ultimi anni. Esso è stato portato a compimento appena un mese dopo che le forze armate avevano preso il controllo del Niger. Ci sono stati due colpi di stato in Burkina Faso nel 2022, così come tentativi di colpo di stato falliti in Guinea Bissau, Gambia e  Sao Tomé e Principe (ex colonia portoghese).  Per fare una fotografia sintetica e senza sorprendersi, è possibile evidenziare come anche nel 2021 si siano verificati sei tentativi di colpo di stato in Africa, quattro dei quali riusciti. Il colpo di stato può essere definito come un tentativo evidente da parte di unità delle forze armate, di quelle di polizia oppure di altri funzionari civili, di spodestare i leader e i governi in carica. A partire dagli anni Cinquanta di registrano oltre duecento tentativi del genere in Africa, con circa la metà di essi che ha avuto successo.

IL COLPO DI STATO CHE SPODESTÒ MUGABE

In alcuni casi, poi, ci sono interpretazioni fantasiose degli avvenimenti come nel 2017 in Zimbabwe, quando un colpo di stato militare ha posto fine al governo di Robert Mugabe, che era durato trentasette anni. In quell’occasione, infatti, uno dei responsabili dell’insurrezione armata apparve in televisione negando categoricamente che si trattasse di un colpo di stato militare. Nell’aprile del 2021, a seguito della morte del leader ciadiano Idriss Déby, l’esercito insediò al suo posto il figlio, che venne nominato presidente ad interim e posto a capo di un consiglio militare di transizione. Anche in quel caso si trattò di qualcosa di atipico, che gli analisti definirono (senza molta fantasia) un «colpo di stato dinastico». Si tratta di esempi che evidenziano come i golpisti neghino che la loro azione sia stata un colpo di stato allo scopo di fare apparire la loro assunzione del potere legittima.

CONDIZIONI IDEALI PER LA PRESA DEL POTERE CON LA FORZA

Il numero complessivo di tentativi di colpo di stato in Africa è rimasto relativamente costante, attestandosi tra il 1960 e il 2000 su una media di circa quattro all’anno. Non è sorprendente data l’instabilità che ha caratterizzato numerosi paesi del continente negli anni successivi alla loro indipendenza. Inoltre, in quegli stessi Stati si sono andate predisponendo le condizioni ideali per dei successivi colpi di stato, quali la povertà e lo scarso sviluppo economico. Nella pratica si può rilevare che quando un paese è oggetto di un colpo di stato, il fatto è spesso un presagio di altri colpi di stato nello stesso o nei paesi confinati che si trovano nelle simili condizioni. Dopo il 2000 si è assistito a un notevole calo degli interventi militari, soltanto negli ultimi due anni che i colpi di stato sono aumentati. Nel 2020 c’è stato un solo colpo di stato, in Mali; poi, nel 2021, cinque paesi hanno subito interventi anti-governativi: Ciad, Mali, Guinea, Sudan e Niger- tutte ex colonie francesi escluso il Sudan, mentre nel 2022 si registrano cinque tentativi dei quali due in Burkina Faso.

UN CONSUNTIVO TUTTO AFRICANO

L’anno scorso l’Unione Africana ha espresso preoccupazioni riguardo alla recrudescenza di cambiamenti incostituzionali di governo. Appare evidente che le rivolte popolari contro i dittatori di lunga data hanno fornito un’opportunità per il ritorno dei colpi di stato in Africa. Sebbene le rivolte popolari possano apparire legittime e siano guidate dal popolo, il successo è sovente determinato dalle decisioni assunte dai poteri armati. Il Sudan ha avuto il maggior numero di colpi di stato e tentativi di presa del potere, pari a diciassette, sei dei quali riusciti. Nel 2019 il leader di lunga data Omar al-Bashir è stato rimosso dal potere dopo mesi di proteste. Lo stesso al-Bashir aveva preso il potere con un colpo di stato militare nel 1989. Nell’Africa occidentale il Burkina Faso è stato teatro dei colpi di stato di maggior successo, con nove prese di potere e uno fallito. La Nigeria otto dalla sua indipendenza, tra il gennaio 1966 e la presa del potere da parte del generale Sani Abacha nel 1993. Fortunatamente, dal 1999 i trasferimenti di potere nel paese più popoloso del continente sono avvenuti tramite elezioni democratiche.

CAUSE DELL’INSTABILITÀ

La storia del Burundi è segnata da undici colpi di stato, per lo più causati dalle tensioni tra le comunità Hutu e Tutsi. La Sierra Leone ha visto succedersi tre colpi di stato tra il 1967 e il 1968 e un altro nel 1971, poi tra il 1992 e il 1997 sono avvenuti altri cinque tentativi di colpo di stato. Anche il Ghana ha avuto la sua buona quota di colpi di stato militari, otto in due decenni. Il primo avvenne nel 1966, quando Kwame Nkrumah fu rimosso dal potere e l’anno successivo ci fu un tentativo fallito da parte di giovani ufficiali dell’esercito. Nel 2021, il segretario generale delle Nazioni Unite, Guterres, ha affermato che i colpi di stato militari sono tornati e che le divisioni geopolitiche stanno minando la cooperazione internazionale e conseguentemente a suo parere sta prendendo piede un senso d’impunità. Nel complesso, l’Africa ha subito più colpi di stato di qualsiasi altro continente. Dei diciotto colpi di stato compiuti nel mondo dal 2017, tutti tranne uno, quello nel Myanmar del 2021, hanno avuto luogo in Africa.

À DEMAINE PIGALLE…

Quello degli scorsi giorni in Gabon riveste importanza anche perché segna la probabile fine dell’influenza francese in Africa. Il nuovo colpo di stato in un’ex colonia francese, indica che gli autori sfruttano, facilmente, il rancore, a ragione accumulato contro l’ex potenza coloniale, per creare consensi. Parigi è stata sorpassata in molti paesi dagli investimenti asiatici (Cina Popolare e Singapore in testa) e va evidenziato che in Niger, dove la Francia schiera ancora 1.500 militari, vengano nutriti interessi commerciali importanti. Certamente oggi c’è chi pone in guardia nei confronti di un rischio d’indebolimento dell’Occidente, in particolare dell’Europa, in Africa, ma tutto originerebbe dalle politiche sbagliate di Parigi e dall’incapacità dei francesi di opporsi all’intraprendenza di Mosca. Ma, vedremo a breve cosa sarà capace di fare nel continente africano l’organizzazione di mercenari russa Wagner dopo la scomparsa dei suoi capi storici (…)

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