LIBRI, autobiografie e contestazione. Molotov e bigodini

La rivoluzione dei costumi del ‘68 raccontata in chiave ironica attraverso gli occhi di una ragazza di provincia cresciuta assieme a numerosi fratelli in una modesta e bigotta famiglia cattolica. Il racconto della protagonista del romanzo di Amedea Pennacchi dipana il filo della frattura generazionale in atto in quegli anni, dell’incomprensione tra vecchi e giovani che allora intercettò la contestazione politica espressa in massa nelle piazze. Quella sorta di felicità pubblica che fondeva in un tutt’uno le ideologie alle componenti libertarie; insidertrend.it era presente con i suoi microfoni alla presentazione dell’opera, che ha avuto luogo presso la Libreria Feltrinelli, in Largo di Torre Argentina a Roma: di seguito è disponibile la registrazione integrale dell’evento inclusiva del dibattito (A531)

Alice incontra il ’68 all’età di sedici anni. Ella è una giovane ragazza di Latina cresciuta in una famiglia modesta, tradizionalista e chiusa. Due genitori cattolici e bigotti che oltre a lei hanno dato alla luce altri sei figli, che per reazione a quel clima, quando cresceranno diventeranno, chi più chi meno, tutti atei e comunisti, l’esatto opposto dei loro genitori, che in fondo, pur amorevoli nei loro confronti gli sono però stati sempre distanti. Tuttavia, a quel padre e quella madre Alice e i suoi fratelli dovranno riconoscere un grande merito, quello di avergli inculcato i valori dell’impegno, dello studio e della competenza, elementi fondamentali che in seguito, da adulti, essi sapranno capitalizzare a dovere.

UNA RAGAZZA DI QUEI TEMPI

Alice incontra il ’68 a sedici anni, ritrovandosi nel cupo 1969 dell’autunno caldo e della strategia della tensione dopo aver respirato intensamente l’aria del precedente periodo di contestazione e liberazione dei costumi. Lo aveva fatto a pieni polmoni, raccogliendo i frutti di quella fase di profondi cambiamenti che recava con sé grandi speranze, illusioni e un filo di scelleratezza. Il racconto di Alice dipana infatti il filo della frattura generazionale che era in atto, quella incomprensione tra vecchi e giovani che andava a intercettare la contestazione politica espressa nelle piazze. Per usare le parole di Hannah Arendt , «quella sorta di felicità pubblica che fondeva in un tutt’uno le ideologie alle componenti libertarie».

UNA SOCIETÀ ANCORA PATRIARCALE E BIGOTTA

Alice scopre dunque la politica per la prima volta e lo fa da femmina, con tutto ciò che questa condizione poteva comportare in un momento nel quale l’emancipazione era ancora agli incunaboli in una società come quella italiana di allora, per molti aspetti ancora contadina, chiusa e patriarcale. E infatti, la protagonista è costretta a fare i conti con ciò che la circonda, a cominciare dalla chiusura della sua stessa famiglia, strappando sempre più ampi margini di libertà a quei genitori, in particolare alla madre, anch’essa femmina, che non riesce a comprenderla, anzi al contrario, diviene addirittura manesca quando la figlia «pretenderà» di indossare, dapprima i pantaloni, e poi la minigonna. Una madre che la farà arrivare sempre in ritardo.

COMPAGNI MASCHILISTI

Alice andrà incontro a non poche delusioni, come quella provocata dallo stridore con i maschi del collettivo marxista-leninista nella quale inizia a militare assieme a suo fratello, compagni uomini che, seppure inebriati e convinti dall’ideologia della lotta di classe e della libertà, permangono però fondamentalmente dei maschilisti. I maschi fanno e portano  loro la bandiera della rivoluzione, malgrado professino la “liberazione sessuale”. A questo punto la protagonista della storia fa una scelta pensando che possa essere risolutiva: dalla militanza nelle formazioni marxiste-leniniste passa a Lotta Continua, ma anche qui si rende conto che non è la sua dimensione, poiché non è portata per quel militarismo esasperato. Lo fa quando i suoi compagni le passano una bottiglia molotov. No. Alice si rifugerà nella crepuscolarismo del passato applicandola alla lotta del presente, ma questo la farà diventare un angelo del ciclostile, cioè ad assumere un ruolo del tutto ancillare nel gruppo.

MATURAZIONE E SVOLTA NELLA VITA DI ALICE

Tuttavia non potrà prescindere dalle esperienze maturate nel corso della sua adolescenza e nella prima gioventù. Ormai ne è consapevole: famiglia e religione non potranno più determinare una sua clausura domestica. L’immagine relativa alla condizione materna è infatti ben fissata nella sua mente. Sua madre e i sacrifici alle quali è stata per varie ragioni costretta l’ha colpita inesorabilmente. Alice troverà infine la propria completa emancipazione nel lavoro, un passaggio che la porterà finalmente fuori dalla casa dei genitori. Inizierà vendendo bigodini alle signore, poi si laureerà divenendo in seguito una manager, con la sua vita che assumerà una diversa piega. È oltremodo evidente la matrice autobiografica dalla quale l’autrice trae questo racconto, infatti, nel romanzo della Pennacchi scorre la quotidianità di quegli anni, che in questo caso non viene schiacciata, come sovente avviene, dallo stereotipo interpretativo che tende a far prevalere nella narrazione i (senza dubbio) numerosi fatti di violenza che caratterizzarono quel periodo della storia italiana.

AMEDEA PENNACCHI

Amedea Pennacchi è nata a Latina e oggi vive a Roma, è sposata e ha due figli; dopo quarant’anni di lavoro manageriale, dal gennaio del 2022 è divenuta presidente di PWN Rome (Professional Women Network), un’associazione no profit che opera a favore della parità di genere e dell’empowerment femminile nelle organizzazioni. Ella è altresì sorella di Antonio Pennacchi, compianto «fascio-comunista» che molto scrisse dei luoghi dalla sua esistenza (la zona della bonifica pontina e delle città cosiddette di fondazione) tra testimonianze dirette e storia, vincitore del Premio Strega nel 2010 con “Canale Mussolini”.

INFO

autrice: Amedea Pennacchi;

titolo: Molotov e bigodini;

in uscita: maggio 2023;

pagine: 368;

ISBN: 9788833576183

editore: edizioni e/o;

collana: Dal Mondo;

e-book: disponibile.

A531 – LIBRI, AUTOBIOGRAFIE E CONTESTAZIONE: MOLOTOV E BIGODINI, il ’68 raccontato da una delle sue tante protagoniste. LIBRI, autobiografie e femminismo.

La rivoluzione dei costumi e le illusioni politiche raccontate in chiave ironica attraverso gli occhi di una ragazza di provincia cresciuta assieme a numerosi fratelli in una modesta e bigotta famiglia cattolica. Il racconto della protagonista del romanzo di Amedea Pennacchi dipana il filo della frattura generazionale in atto in quegli anni, dell’incomprensione tra vecchi e giovani che allora intercettò la contestazione politica espressa in massa nelle piazze. Quella sorta di felicità pubblica che fondeva in un tutt’uno le ideologie alle componenti libertarie.
Il volume è stato presentato nel pomeriggio di martedì 16 maggio 2023 presso la Libreria Feltrinelli, in Largo di Torre Argentina a Roma; sono intervenuti all’evento LETIZIA PAOLOZZI (giornalista e militante femminista), AMEDEA PENNACCHI (autrice dell’opera, attuale presidente di Professional Women Network Rome), MIGUEL GOTOR (docente universitario, storico, attuale assessore alla Cultura di Roma Capitale).
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