AFRICA, economia. Rallenta la crescita e la situazione debitoria diviene preoccupante

Dei trentotto Stati africani coperti dal Joint low income country debt sustainability framework (Lic Dsf) del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca mondiale, otto sono già in difficoltà debitoria, mentre altri tredici si trovano in difficoltà a causa del loro elevato indebitamento

In fondo era qualcosa che tutto sommato ci si attendeva ormai da tempo, uno sviluppo inquietante strettamente legato all’incremento dei tassi di interesse, un aspetto che in tempi di politiche monetarie affatto restrittive appariva per lo più come uno spettro aleggiante ma ancora del tutto etereo. Poi c’è stata l’inflazione a due cifre, quindi la risposta (più o meno tempestiva) delle banche centrali dei paesi maggiormente sviluppati, Stati Uniti d’America in testa. I funesti presagi si sono dunque avverati, ed ecco quindi le sofferenze di coloro i quali si indebitarono mediante titoli nominati in dollari. Una forte pioggia tropicale che fradicia un suolo già bagnato dall’eccessivo indebitamento di alcuni Stati del continente africano.

LA COPERTURA DI FMI E BANCA MONDIALE

Dei trentotto Stati africani coperti dal Joint low income country debt sustainability framework (Lic Dsf) del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca mondiale, otto sono già in difficoltà debitoria, mentre altri tredici si trovano in difficoltà a causa del loro elevato indebitamento. Lo riferisce il periodico specializzato “Africa e Affari” – https://www.africaeaffari.it/38998/africa-unctad-avverte-di-una-situazione-debitoria-preoccupante-per-una-ventina-di-paesi -, che riprende un rapporto pubblicato la scorsa settimana dalla Conferenza delle Nazioni unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad), il “Trade and development report update”.

IL RAPPORTO UNCTAD

Esso è basato su un’analisi della sostenibilità del debito dei paesi a basso reddito al 28 febbraio 2023. Gli otto Paesi in difficoltà debitoria sono Repubblica del Congo, Malawi, Mozambico, Sao Tomé e Principe, Somalia, Sudan, Zambia e Zimbabwe, mentre i tredici ad alto rischio di sovra indebitamento sono Burundi, Camerun, Repubblica centrafricana, Ciad, Comore, Gibuti, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea-Bissau, Kenya, Sierra Leone e Sud Sudan.

IN SCADENZA GLI EUROBOND

Il rapporto dell’Onu sottolinea inoltre che molti Stati africani si stanno attualmente avvicinando a importanti e rischiose scadenze, infatti, la maggior parte degli eurobond emessi nel decennio precedente scadrà nei prossimi anni con i rimborsi che raggiungeranno il loro picco nel 2024, permanendo elevati nel corso dell’intero prossimo decennio, questo in una fase nella quale la maggior parte dei paesi del continente non è in grado di attingere ai mercati internazionali al fine di rifinanziare i propri debiti.

PREVISTO UN RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA ECONOMICA

Sempre l’Unctad stima che nel 2023 l’Africa dovrebbe registrare una crescita media pari al 2,5%, un tasso che quindi in calo rispetto a quello registrato nel 2022, che risulta insufficiente allo scopo di ridurre i livelli di povertà. Tale previsto rallentamento della crescita economica deriverà principalmente da una domanda esterna più debole e da condizioni finanziarie più rigide. Al fine di approfondire l’argomento relativo al debito nel continente  africano si rinvia a: https://www.africaeaffari.it/rivista/quale-tunisia

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