ECONOMIA, scenari futuri. Dalla «società signorile di massa» a quella «parassita di massa»

Tre, ad avviso di Luca Ricolfi, sono i requisiti necessari per definire una società come «signorile di massa»: la stagnazione economica, un elevato e diffuso livello dei consumi e una maggioranza di inoccupati beneficiari di questa condizione di relativo benessere; a differenza della totalità delle società avanzate, l’Italia è l’unico paese nel quale si registrano da decenni tutti e tre. Affrontata anche la realtà attuale vissuta dalle giovani generazioni, risucchiate dal fenomeno della «disoccupazione volontaria» a causa della mancata formazione che li ha privati delle competenze necessarie richieste dal mercato. Nella trasmissione televisiva “Le Interviste”, condotta dal giornalista Giuseppe Castellini, il sociologo torinese analizza la società e la politica italiana degli ultimi anni e le sue possibili difficili prospettive

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Nel corso di questa trasmissione de “Le Interviste” – programma curato da Giuseppe Castellini e prodotto dal Nuovo Giornale Nazionale grazie all’assistenza tecnica fornita da Gamma Multimedia Italia -, la presentazione del saggio scritto dal professor Luca Ricolfi, “La società signorile di massa”, ha offerto lo spunto per affrontare il tema dell’attuale situazione nella quale versa il Paese, ipotizzando i possibili effetti delle dinamiche in corso e i prevedibili scenari futuri. Il noto sociologo torinese ritorna dunque sulla sua nota tesi relativa ai rischi connessi al perdurante sistema di redistribuzione della ricchezza, adeguandola alle ultime mutazioni del contesto politico italiano, che registrerebbe una «migrazione delle idee di sinistra a destra» Ricolfi è accademico, docente di Analisi dei dati, nonché presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume.

MOLTI CONSUMANO E POCHI PRODUCONO

La contraddizione evidenziata da Ricolfi è quella di una società dove molti consumano e pochi producono, appunto quella che lui definisce come la «società signorile di massa», caratterizzata da un’economia in sostanziale stagnazione e da consumi invece opulenti da parte di una maggioranza di non lavoratori. Egli, rilevando come questa favorevole condizione allo stato attuale permanga esclusivamente radicata nelle menti degli italiani, ammonisce altresì come essa sià però ormai soltanto una illusione, poiché in questo Paese non si potrà più vivere al di sopra dei propri mezzi così come è invece avvenuto per alcuni decenni. In realtà, il sociologo torinese ritiene già esaurita la fase della società signorile di massa, collocando storicamente il suo esaurimento nel momento della diffusione della pandemia da coronavirus, cioè al febbraio 2020. A suo avviso avrebbe dunque preso avvio una brusca transizione verso un nuovo tipo di formazione sociale, una società che definisce «parassita di massa».

VERSO LA SOCIETÀ PARASSITA DI MASSA

Lo scenario delineato è quello nel quale coloro i quali lavorano saranno sempre più una minoranza, sempre più esigua che si farà carico di una concentrazione del lavoro ancora più forte e della produzione del reddito complessivo del paese. Accanto a questa minoranza di occupati e sottoccupati Ricolfi prevede la co-esistenza di una vasta fascia di popolazione improduttiva, che conoscerà un incremento. Si tratterà di chi vivrà di trasferimenti (erogazioni statali, sussidi, beneficenza pubblica, eccetera), una maggioranza sempre più estesa a fronte di una contrazione del livello medio degli aiuti ricevuti. Sottolinea Ricolfi, che per la politica «la costruzione di una società parassitaria di massa risponde a un disegno tutto sommato coerente, poiché, avendo consapevolezza della realtà, seppure parziale, in quanto non vengono valutate tutte le possibili conseguenze di questo modo di agire, non ci si azzarda comunque a mutare direzione per evitare crolli del consenso dell’elettorato».

L’ATTUALE CONDIZIONE DELLE GIOVANI GENERAZIONI

Nel corso della recente trasmissione condotta in studio da Giuseppe Castellini, durante la quale è stato presentato il saggio intitolato “La società signorile di massa”, Ricolfi ha introdotto una comparazione tra l’Italia e le altre società avanzate, rilevando da essa l’inesistenza di casi analoghi a quello italiano, semmai l’esatto opposto, che egli rinviene in Israele, seppure alcune di esse (Francia, Spagna e Grecia) si avvicinino al modello italiano. Egli ha quindi analizzato le causa della nascita di questo tipo di società, nel quale «la distruzione della scuola ha conseguentemente generato il fenomeno della disoccupazione volontaria».

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