MEDIO ORIENTE, Gerusalemme. La controversia sul Monte del Tempio: il punto di vista del professor Ely Karmon

Chi mette in pericolo lo status quo del Monte del Tempio? Una contrapposizione e frequenti incidenti che vedono protagonisti da un lato il Waqf e gli islamisti, dall’altro le autorità dello Stato di Israele. Sulle rovine millenarie si giocano interessi politici e religiosi, riacutizzati a seguito della concessione fatta nel 1996 dal primo governo Netanyahu della possibilità di effettuare una ristrutturazione delle Scuderie di Salomone

a cura del professor Ely Karmon, Senior Research Scholar presso l’International Institute for Counter-Terrorism (ICT), Interdisciplinary Center (IDC) di Herzliya – Chi mette in pericolo lo status quo del Monte del Tempio a Gerusalemme? Gli ingegneri del Waqf (fondazione islamica che tutela i luoghi sacri della città) nel giugno del 1995 richiesero all’Autorità per le antichità israeliane (IAA) di ristrutturare le Scuderie di Salomone (successione di ambienti all’angolo sudorientale del Monte del Tempio sottostanti di dodici metri e mezzo rispetto al livello della piazza, luogo situato secondo i riferimenti biblici nei pressi delle rovine del Tempio di Salomone, n.d.t.), note all’epoca in arabo come Istablat Suleiman, ma di fatto, destinando la struttura alle funzioni di una nuova moschea. Essi si rivolsero anche ad altre autorità israeliane e durante il Ramadan del 1996 gli venne concesso dall’allora primo governo presieduto da Benjamin Netanyahu, di utilizzare le volte come spazio riparato per la preghiera.

IL WAQF E LA RISTRUTTURAZIONE DEL COMPLESSO

Non è ancora chiaro se questo accordo sia stato raggiunto o meno come sulla base di un quid-pro-quo, al fine di consentire l’apertura del Tunnel Asmoneo nel successivo mese di settembre, tuttavia, qualunque sia la risposta data a tale quesito gli eventi che hanno seguito l’apertura del tunnel hanno fornito al Waqf il pretesto per escludere gli ispettori dell’IAA dai successivi lavori, effettuati dapprima nelle Scuderie di Salomone e quindi in El-Aqsa el-Qadima. La ristrutturazione delle volte venne avviata il 24 agosto di quello stesso anno, ma apparve immediatamente evidente che l’intenzione del Waqf, grazie anche al sostegno di natura finanziaria e logistica fornito dal Movimento islamico attivo del nord di Israele, era quella di convertire Istablat Suleiman in un’enorme sala di preghiera sotterranea, cioè in una nuova moschea.

UN VARCO DI ACCESSO SOTTODIMENSIONATO

Conseguentemente, le volte vennero ridenominate «Masallah», poi in seguito «Masjid» el-Marwani (cioè il luogo di preghiera, la moschea di Marwan) richiamando il periodo del primo califfo omayyade intronizzato a Gerusalemme. L’accesso alle Scuderie di Salomone a questo punto diveniva possibile mediante una stretta porta situata nell’angolo sud-orientale del Monte del Tempio, attraverso la stanza nota come la «Culla di Gesù», un accesso chiaramente inadeguato per i circa 15.000 credenti che alla luce delle trasformazioni avrebbero riempito la nuova sala di preghiera. Sfortunatamente, il governo israeliano non apprezzò sufficientemente gli effetti prodottosi sul piano fisico quale conseguenza di quella trasformazione, né trasmise proprie decisioni in merito all’IAA, i cui ispettori dall’ottobre del 1996 erano stati sostanzialmente esclusi da quello che avrebbe dovuto essere un regolare accesso alle aree chiuse del Monte del Tempio.

LA MOSCHEA E L’INTIFADA DI AL-AQSA

I successivi lavori fatti eseguire dal Waqf, ancora una volta con la partecipazione attiva del citato Movimento islamico, furono causa di gravi e irrevocabili danni alle antiche falde del Monte del Tempio. A tale proposito va inoltre ricordato come la moschea sotterranea venne utilizzata allo scopo di incitare le migliaia di persone che si trovavano in preghiera in quel luogo durante la seconda intifada palestinese (appunto di al-Aqsa, n.d.t.). La moschea è stata chiusa dopo la fine dell’intifada, ma non è chiaro possa essere accaduto in questi ultimi giorni all’interno della moschea sotterranea di Marwan. Al fine di ricavare una dettagliata descrizione degli eventi è possibile fare riferimento al lavoro di Jon Seligman, Solomon’s Stables, the Temple Mount, Jerusalem: the events concerning the destruction of antiquities 1999-2001; si veda inoltre l’intervista da me rilasciata all’emittente televisiva i24News il 21 aprile 2022 al seguente link: https://www.facebook.com/watch/?v=2071597036350829&extid=NS-UNK-UNK-UNK-AN_GK0T-GK1C&ref=sharing

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