UCRAINA, crisi e conflitto. Mercoledì 16 febbraio 2022: attacco a Kiev!

Questo almeno nelle previsioni di Jack Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente Usa Joe Biden; «any time» è infatti il termine che ha utilizzato, poiché – egli ha sottolineato - «Mosca potrebbe muovere le sue truppe in qualsiasi momento». La situazione è davvero questa oppure siamo in overdose da operazioni psicologiche? Sulla reale entità del pericolo di un conflitto insidertrend.it ha provato a fare maggiore chiarezza «leggendo» i dati attualmente disponibili, lo ha fatto ricorrendo all’ausilio di un esperto della materia, Pietro Batacchi, direttore di Rivista Italiana Difesa (RID)

È oltremodo evidente come in queste ultime settimane le operazioni psicologiche (Psyops) e mediatiche la stiano facendo da padrone, condizionando sicuramente le opinioni pubbliche e, anche, decisori politici ed economici. Malati di infodemia e non sono oggetto di bombardamenti di lanci di agenzia e breaking news che veicolano praticamente senza soluzione di continuità «notizie» (in realtà non infrequentemente disinformazioni) sulla crisi ucraina e i suoi possibili sviluppi.

ALLE ORE 18:00 IL DILUVIO UNIVERSALE!

Una delle ultime è stata la dichiarazione pubblica resa dal consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti d’America, che ha affermato che dal 16 febbraio 2022, cioè da domani, riguardo all’attacco russo  all’Ucraina ogni momento potrebbe essere quello buono, «any time» è stato il termine che egli per l’occasione ha utilizzato. Un messaggio certamente non incoraggiante, che rede ovviamente più inquietante un quadro della situazione di per sé già difficile, con alcuni protagonisti (Vladimir Putin in primis) che si sono spinti troppo avanti e che ora incontrano notevoli difficoltà nel ritorno a una fase di de-escalation.

DIVERSI POSSIBILI SCENARI

La situazione è certamente drammatica, tuttavia ancora ampi spazi negoziali sono percorribili. Sulla reale entità del pericolo di un conflitto insidertrend.it ha provato a fare maggiore chiarezza «leggendo» i dati attualmente disponibili grazie all’ausilio fornitole da un esperto della materia, Pietro Batacchi, direttore di Rivista Italiana Difesa (RID).

Nel corso della lunga intervista sono stati presi in esame tutti gli elementi di cui si è attualmente a conoscenza, a partire dalla consistenza e dalla qualità delle forze schierate sul campo dai contendenti, dati che aiutano a esplorare le diverse ipotesi possibili relative alla volontà o meno di Mosca di impegnarsi in un conflitto.

I LIMITI DI MOSCA

Intanto va rilevato che, non vi sono certezze sulla reale entità del dispositivo militare russo schierato ai confini con l’Ucraina, si può comunque calcolare la dimensione approssimativa delle forze combattenti, scremandole dal resto del complesso logistico e dai supporti che affollerebbero le retrovie nel caso di guerra. E a quel punto la forza combattente, seppure ben addestrata ed equipaggiata, andrebbe ridotta a ¼ delle cifre che vengono fatte continuamente circolare sui media. La Russia è afflitta da tempo da una serie di non indifferenti problemi di natura economica e politica, una condizione che, sommata a tutte le altre croniche difficoltà del Paese, induce a ritenere che non sia in grado (e che non abbia intenzione) di sostenere uno sforzo bellico su larga scala, cioè una invasione dell’Ucraina e una «marcia su Kiev».

OPERAZIONI SU SCALA LIMITATA

Se si esclude il negoziato (che però andrebbe condotto con intelligenza da entrambe le parti, onde fornire una via d’uscita a Putin che non gli faccia perdere credibilità sul piano interno) al Cremlino permarrebbe dunque l’opzione di una serie di operazioni su scala limitata, queste sì plausibili sulla base delle proprie capacità militari. Se ne parlato diffusamente negli ultimi giorni, potrebbe trattarsi di occupazioni di ulteriori ridotte porzioni di territorio ucraino, magari favorite da azioni diversive condotte a partire dalla Bielorussia e dalla Russia, con una tenaglia che si stringerebbe inesorabilmente sull’area di Mariupol’ dalla Transnistria e dal Donbass, operazione rapida che comporterebbe un ridotto numero di vittime.

LE FORZE ARMATE UCRAINE

Tuttavia si tratterebbe pur sempre di una invasione militare, ma a quel punto lo strumento difensivo di Kiev, per quanto modernizzato grazie all’aiuto occidentale e temprato in anni di conflitto, sarebbe in grado di opporvisi?

Inoltre c’è la controversia relativa all’adesione alla NATO, argomento che al momento «non è in agenda», ma che vede in ogni caso Kiev cooperare dal 1997 con Bruxelles, seppure non si sia mai trattato seriamente il tema della sua membership. Un accordo di cooperazione, quello con la NATO, che per altro Mosca non ha mai posto in discussione.

SI RIACCENDONO I RIFLETTORI SULLA NATO

Si riaccendono dunque i riflettori sulla NATO dopo la non esaltante vicenda afghana, un disastro a dire il vero le cui responsabilità vanno ascritte principalmente alle amministrazioni americane da Obama in poi. Con la crisi Ucraina la NATO ritrova una propria ragione d’essere. E nella NATO c’è anche l’Italia, che schiera da tempo a rotazione una compagnia nei Paesi baltici, una dimensione molto distante dai mille uomini di cui si è parlato sulla stampa nazionale negli ultimi giorni.

Di tutto questo si è discusso con Pietro Batacchi, direttore di Rivista Italiana Difesa (RID), nella lunga intervista della quale di seguito è possibile ascoltare la registrazione audio integrale (A411).

A411 – UCRAINA, CRISI E POSSIBILE CONFLITTO: ANALISI DI SCENARIO. Nelle previsioni ufficiali di Jack Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti d’America, «Mosca potrebbe muovere le sue truppe in qualsiasi momento», ma, la situazione è davvero questa oppure siamo giunti a un punto di non ritorno?
Sulla reale entità del pericolo di un conflitto insidertrend.it ha provato a fare maggiore chiarezza «leggendo» i dati attualmente disponibili, lo ha fatto grazie all’ausilio fornitole da un esperto della materia, PIETRO BATACCHI, direttore di Rivista Italiana Difesa (RID).
Non vi sono certezze sulla reale entità del dispositivo militare russo schierato ai confini con l’Ucraina, si può comunque calcolare la dimensione approssimativa delle forze combattenti, scremandole dal resto del complesso logistico e dai supporti che affollerebbero le retrovie nel caso di guerra. E a quel punto la forza combattente, seppure ben addestrata ed equipaggiata, andrebbe ridotta a ¼ delle cifre che vengono fatte continuamente circolare sui media. La Russia è afflitta da tempo da una serie di non indifferenti problemi di natura economica e politica, una condizione che, sommata a tutte le altre croniche difficoltà del Paese, induce a ritenere che non sia in grado (e che non abbia intenzione) di sostenere uno sforzo bellico su larga scala, cioè una invasione dell’Ucraina e una «marcia su Kiev». (15 febbraio 2022)
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