ECONOMIA, Oil&Gas. Caro energia, Marsiglia (Federpetroli Italia): «Se potessimo mettere in produzione i nostri pozzi già perforati in Italia risparmieremmo il 52% degli attuali costi energetici»

L’intervento ha avuto luogo nel corso della trasmissione “VeronaEconomia”, durante la quale sono stati affrontati i temi dei prezzi petroliferi e del gas, dell’approvvigionamento di materie prime energetiche, del blocco della produzione attraverso i pozzi già perforati in Italia e della transizione ecologica

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Il punto sulla situazione che ha portato al vertiginoso rincaro delle materie prime energetiche e, conseguentemente, dei carburanti. A “Verona Economia” è intervenuto Michele Marsiglia, presiedente di Federpetroli Italia, che ha ribadito come i rincari altro non siano se non «l’effetto domino di alcune politiche sbagliate in campo energetico».

Egli ha argomentato la sua opinione con la dipendenza europea dalle forniture esterne di materie prime energetiche, una condizione aggravata dagli effetti della pandemia. «Noi – ha aggiunto il presidente di Federpetroli Italia – paghiamo cara l’assenza di una concreta politica energetica nazionale. Paghiamo tutto, poiché, se potessimo mettere in produzione i nostri pozzi già perforati in territorio italiano risparmieremmo il 52% degli attuali costi energetici, con il prezzo della benzina che scenderebbe sotto l’euro».

Tuttavia, Marsiglia lamenta quella che ritiene sia stata «la dinamica politica di questi ultimi anni», che a suo avviso ha bloccato la produzione di idrocarburi. Affrontando poi l’argomento delle forniture russe di gas naturale, il presidente di Federpetroli italia ha stigmatizzato l’incapacità dell’Unione europea di istituire un mercato comune di questa materia prima energetica.

Secondo Marsiglia «la transizione ecologica, in realtà, andrebbe considerata nelle forme dell’innovazione di progetto, poiché l’industria petrolifera già da anni verte su politiche di innovazione di processo ai fini della maggiore ecosostenibilità possibile. In ogni caso gli idrocarburi non verranno certo abbandonati, come qualche propagandista vorrebbe far credere all’opinione pubblica, anche perché se in Italia siamo in stand-by, all’estero molti paesi investono ancora sul petrolio».

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