ECONOMIA, Italia. Emergenza coronavirus e conti pubblici: riviste al ribasso le previsioni di crescita, andrebbero quindi adeguate le manovre di politica economica

Il Governo «cerca di metterci una toppa», ma sarà dura. Infatti, aumentano i nuclei familiari che richiedono il salvifico beneficio del Reddito di cittadinanza, sei milioni e mezzo di lavoratori sono in cassa integrazione e, in un quadro di diffusa incertezza tra gli effetti delle dinamiche in atto c’è anche quello dell’incremento del risparmio di coloro i quali possono permetterselo. L’opinione dell’economista Mario Baldassarri

Il cosiddetto «Decreto ristori» recentemente emanato dal Governo prevede uno stanziamento di due miliardi e mezzo di euro a fondo perduto a favore delle imprese che a causa della crisi generata dalla pandemia hanno registrato perdite di fatturato, imprese che dal mese di marzo a questo inverno perderanno dai cinquanta ai sessanta miliardi.

Secondo Mario Baldassarri – già viceministro dell’Economia e attualmente presidente del Centro studi economia reale -, il confronto tra le due cifre «è emblematico dell’efficacia che può avere un sussidio del genere».

Egli, come di consueto, è intervenuto lunedì scorso nella trasmissione “Capire per conoscere”, condotta dal giornalista Claudio Landi e andata in onda a Radio Radicale.

Riviste al ribasso le previsioni di crescita. Secondo l’economista Italia ed Europa dovrebbero prendere atto al più presto che la seconda ondata della pandemia ha mutato l’intero quadro della situazione. Infatti, secondo le ultime previsioni della Commissione europea, quelle diffuse questo autunno, la crescita economica non avrà un andamento a “V”, cioè una caduta precipitosa attorno all’8% nel 2020 e una successiva ripresa al 6-7% nel 2021, bensì un andamento a “U”, ma con «la base della “U” molto lunga», poiché il crollo del prodotto interno lordo (Pil) nel 2020 è maggiore del previsto e, soprattutto, la ripresa attesa per il 2021 sarà assai più modesta di quello che si pensava fino a pochi mesi fa.

Sulla base delle precedenti previsioni in Italia era stata prevista una caduta del Pil attorno al 9% quest’anno e una ripresa del 6,1% l’anno prossimo, ora, a conti fatti, le prospettive indicano invece un +1,5%, con un conseguente necessario ritocco al quadro delle finanza pubblica.

In queste condizioni il rapporto debito/Pil nazionale, che quest’anno raggiungerà la cifra del 160%, nel prossimo biennio non sarà destinato a diminuire, anzi, è fondato il rischio che esso tenderà ad aumentare di altri cinque o sei punti.

Adeguare le manovre di politica economica. Adeguare le manovre di politica economica, è questa dunque l’urgenza per Baldassarri. «Per l’Europa si tratta di lanciare immediatamente due segnali molto forti – ha affermato l’economista -, il primo investe la Banca centrale europea, che dovrà prolungare e rafforzare il Quantitative easing, cioè l’acquisto di titoli del debito pubblico emessi dagli sati membri; in secondo luogo occorrerebbe una sorta di Whatever it takes, stavolta però applicato alla politica di bilancio europea».

Tuttavia, l’Unione europea non possiede un proprio “vero” bilancio, seppure sia stata in grado di varare il Recovery Fund, le cui risorse, suggerisce Baldassarri, andrebbero anticipate almeno per una quota del 20% nei primi mesi del 2021, «mentre sappiamo che quelle risorse, se arriveranno, arriveranno nell’autunno dell’anno prossimo».

Per quanto concerne l’Italia, «la manovra di trenta miliardi di euro annunciata dal Governo per il 2021, dei quali venticinque ottenibili mediante un maggior deficit, per incidere in questo diverso contesto dovrebbe ammontare a un centinaio di miliardi. Venticinque miliardi potrebbero essere quelli che il Governo ha già annunciato di ricavare dal ricorso diretto ai mercati attraverso l’emissione di titoli di Stato, trentasei miliardi potrebbero essere quelli del Mes, da utilizzare subito, mentre la differenza pari grossomodo a trenta quaranta miliardi, si renderebbe disponibile grazie alle erogazioni del Recovery Fund nel prossimo anno».

Dove allocare le risorse disponibili. «Ovviamente – prosegue Baldassarri -, queste risorse andranno concentrate nella manovra “tampone” di sostegno ai lavoratori come la cassa integrazione e nei rimborsi “veri” alle imprese per il mancato fatturato. Dopodiché occorrerà, ma questo era noto già da maggio, elaborare rapidamente una serie di strategie efficaci per i settori della sanità, scuola e trasporti pubblici locali».

I provvedimenti di blocco delle attività emanati in precedenza già contribuiscono notevolmente a frenare la crescita economica, peggio dunque sarà se, come ci si attende per l’immediato, il Governo imporrà un ennesimo lockdown.

La Commissione europea ha reso noto che nel quarto trimestre dell’anno in corso l’area euro perderà otto punti percentuali di Pil e nel primo trimestre dell’anno venturo la crescita si attesterà attorno allo zero, mentre secondo le previsioni elaborate dal Centro studi economia reale, in Italia nel 2020 il Pil registrerà un decremento dell’11 per cento.

Di seguito è possibile ascoltare la registrazione audio integrale della trasmissione (A276)

 A276 – ECONOMIA, SECONDA ONDATA DI CONTAGI: EMERGENZA CORONAVIRUS E CONTI PUBBLICI. Riviste al ribasso le previsioni di crescita, andrebbero quindi adeguate le manovre di politica economica. L’opinione dell’economista MARIO BALDASSARRI, già viceministro a Via XX Settembre e attuale presidente del Centro studi economia reale.

Il Governo «cerca di metterci una toppa», ma sarà dura. Infatti, aumentano i nuclei familiari che richiedono il salvifico beneficio del Reddito di cittadinanza, sei milioni e mezzo di lavoratori sono in cassa integrazione e, in un quadro di diffusa incertezza tra gli effetti delle dinamiche in atto c’è anche quello dell’incremento del risparmio di coloro i quali possono permetterselo.

Nel corso della trasmissione “Capire per conoscere” andata in onda su Radio Radicale il 9 novembre 2020, condotta dal giornalista CLAUDIO LANDI, sono stati affrontati anche gli argomenti relativi alla possibile incidenza sull’economia mondiale dell’elezione del democratico Joe Biden alla Casa Bianca, alla collocazione dell’Europa nello scenario globale del XXI Secolo, alla “dialettica” tra lo Stato centrale e le Regioni in Italia in questa particolare fase storica caratterizzata dalle incertezze derivanti dalle emergenze sanitaria, economica e sociale; inoltre, analizzate le cifre fornite dall’Inps relativamente alla cassa integrazione guadagni che sta interessando sei milioni e mezzo di lavoratori in Italia; affrontato anche il tema dei redditi disponibili dalle famiglie, della riduzione dei consumi e da contestuale, apparentemente paradossale, incremento dei risparmi.

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