FRANCIA. Pacco bomba a Lione. Fermate quattro persone: sono uno studente, il fratello, la madre e il padre

Finora non ci sono state rivendicazioni dell'atto

La polizia francese ha fermato quattro persone per l’esplosione di venerdì a Lione in cui sono state ferite tredici  persone. Il primo sospettato sarebbe un studente d’ingegneria algerino, di 24 anni, ignoto finora agli inquirenti. Due fratelli di origine algerina e la loro madre e successivamente anche il padre sono i quattro sospetti fermati dalle autorità francesi. Secondo quanto riferito da “Le Figaro”, il primo ad essere fermato è stato un giovane di 24 anni, studente di ingegneria, che vive a casa con la madre a Lione. Il giovane, sotto sorveglianza da domenica, è stato fermato alle 9.55 di stamattina mentre saliva su un bus nei pressi della sua abitazione, nel settimo arrondissement. Alla vista delle unità antiterrorismo si è subito consegnato, alzando le braccia in segno di resa. Il giovane potrebbe ora essere trasferito a Parigi per essere interrogato dalla procura antiterrorismo. Intanto è stato perquisito il suo domicilio alla ricerca di tracce di TATP, l’esplosivo utilizzato per confezionare l’ordigno contenuto in una borsa lasciata sul marciapiede davanti ad una panetteria. Dopo di lui è stato fermato il fratello, un minorenne che frequenta il liceo Ampere di Lione, e poi la madre, mentre è stata interrogata a piede libero la sorella del principale sospettato per l’attentato.

Il ventiquattrenne principale sospetto del pacco bomba di venerdì scorso a Lione sta «cooperando pochissimo» con gli inquirenti che lo stanno interrogando e non sembra «voler riconoscere i fatti», dopo il fermo di questa mattina nella cittadina francese: è quanto riferiscono fonti ben informate citate da BFM-Tv precisando che lo studente in informatica ha la cittadinanza algerina.

Fonti dell’inchiesta sull’attentato hanno fatto sapere che la polizia scientifica ha isolato un DNA sui reperti utilizzati per le indagini. Inoltre, si apprende dai media francesi sul posto, le ricerche hanno portato alla luce «una minima quantità di esplosivo TATP», il perossido di acetone. Si tratta dello stesso tipo di esplosivo usato dall’Isis in diversi attentati in Europa, anche se gli inquirenti non hanno fatto alcun accenno ad una possibile responsabilità dello Stato islamico. Durante la conferenza stampa di mezzogiorno il procuratore della Repubblica Remy Heitz aveva parlato di «90 inquirenti e 30 tecnici della polizia scientifica mobilitati da ieri sera» per individuare l’attentatore di Lione.

L’ordigno esploso nel centro di Lione era «telecomandato a distanza» e finora non ci sono state rivendicazioni dell’atto.

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