MEDIO ORIENTE, 700 razzi lanciati da Gaza su Israele. Si intensificano gli scontri e rischio guerra totale.

Aumenta il bilancio delle vittime: 25 morti e oltre 100 feriti

È di venticinque morti, ventuno palestinesi e quattro israeliani il bilancio delle vittime degli scontri tra Gaza e Israele. Oltre 100 i feriti da entrambe le parti a causa degli oltre 700 razzi lanciati da Gaza verso Israele e per i raid dell’aviazione e dell’esercito israeliano. Tra le vittime palestinesi, due donne incinte e un neonato di 14 mesi, oltre ad un alto funzionario di Hamas considerato il punto di contatto per il passaggio di soldi dall’Iran a Gaza.

Due persone sono invece morte oggi in Israele dopo essere state colpite da razzi lanciati da Gaza. La prima vittima è un manovale al lavoro in una fabbrica di Ashkelon, mentre la seconda è una donna israeliana colpita da una scheggia di razzo mentre si trovava in auto vicino ad un kibbutz nei pressi della stessa città. Entrambi erano stati portati in condizione critiche nell’ospedale di Ashkelon, a sua volta colpito da un razzo.

Un edificio è stato colpito dai razzi lanciati da Gaza ad Ashkelon sulla costa sud di Israele, facendo registrare 3-4 feriti di cui uno grave mentre in mattinata nella stessa città un razzo ha colpito l’ospedale, arrecando danni al suo dipartimento oncologico.

Nel pomeriggio le Forze di difesa israeliane (Idf) ha rafforzato la presenza di militari lungo la linea di demarcazione con la Striscia di Gaza. A tal fine è stata inviata lungo il confine la VII Brigata corazzata nel caso dovesse ricevere ordini per missioni offensive.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha tenuto per oltre cinque ore una riunione del gabinetto di sicurezza, incaricando l’esercito a continuare gli attacchi a Gaza preparandosi per continuare. In una dichiarazione rilasciata alla fine della riunione, si sottolinea che «la considerazione fondamentale è la sicurezza dello Stato e dei suoi residenti».

Dall’altro lato, esponenti di Hamas e della Jihad islamica hanno dichiarato che non escludono la possibilità che l’attuale fase di combattimenti nella Striscia di Gaza possa portare a una guerra totale con Israele.

Alcuni media arabi hanno riportato la notizia secondo la quale emissari dei due gruppi sarebbero in Egitto per una mediazione, mentre un portavoce della Jihad islamica ha detto ad alcuni media israeliani che non ci sono colloqui e negoziati per porre fine alle ostilità. Nel frattempo, i media di Gaza riferiscono che le fazioni di Gaza hanno ribadito all’Egitto che intendono attaccare Tel Aviv e altre parti del centro di Israele stasera. Il portavoce della Jihad islamica Musab al-Braim ha detto che «la resistenza è alle soglie di una nuova fase di respingimento dell’aggressione israeliana che potrebbe portare a una guerra aperta».

Il Comando del Fronte interno ha ordinato alle scuole di rimanere chiuse lunedì in diverse parti del sud di Israele. In queste aree saranno vietate le riunioni pubbliche che si terranno all’esterno, mentre non saranno ammessi eventi con oltre 300 persone. La città di Ramat Gan, a nord di Tel Aviv, ha aperto i ricoveri pubblici, mentre non si sono registrati, per tutta la giornata, problemi all’aeroporto di Tel Aviv. Il consolato italiano di Gerusalemme e l’ambasciata a Tel Aviv stanno monitorando la situazione dei connazionali che si trovano nella Striscia, sia perché residenti in zona che per lavoro.

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