VATICANO, Segreteria di Stato. Il cardinale Parolin delinea la diplomazia della pace avviata dalla Santa Sede

ACI Stampa, 5 maggio 2024 – A colloquio con il quotidiano dei vescovi italiani, “Avvenire”, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha sottolineato come la diplomazia della Santa Sede sia sempre al lavoro al fine di favorire la pace e per fornire uno sguardo etico sulle questioni al centro del dibattito, e ha sottolineato l’importanza della presenza del Papa al prossimo G7 in Puglia, dove parteciperà a una sessione all’intelligenza artificiale.

È una prima volta per un pontefice, anche perché da sempre la Santa Sede ha preferito impegnarsi in incontri multilaterali, piuttosto che in incontri di gruppi di Stati che possono decidere anche a discapito delle grandi nazioni. Ad avviso di Parolin, la scelta del Papa è «il riconoscimento che il tema dell’intelligenza artificiale ha dei risvolti fondamentalmente etici. La richiesta di una parola della Chiesa, e in particolare del Papa, va proprio nel senso di dare un orientamento su questa tematica che oggi è di grandissima attualità e nello stesso tempo di grandissima preoccupazione». Il cardinale ha piuttosto visto in questo invito «la richiesta di criteri etici per affrontare la questione».

Si parlerà, comunque, anche di pace, poiché «il Papa è estremamente preoccupato per la situazione che stiamo vivendo e continua a rinnovare i suoi appelli perché si cerchino vie, cammini e percorsi di pace. Egli è dunque pronto a utilizzare tutti i mezzi e gli spazi che gli sono offerti, per tentare di ricostruire il tessuto della comunità internazionale che si è ultimamente lacerato e che purtroppo ha difficoltà a essere ricomposto». Parolin ha inoltre sottolineato il fatto che sia stato accolto l’appello del Papa per lo scambio dei prigionieri. A esso «è stato dato seguito», aspetto percepito quale «segno positivo, perché noi crediamo che anche tutto l’impegno profuso lo scorso anno dal cardinale Matteo Zuppi nel corso della missione affidatagli dal Papa abbia avuto un grande valore».

Sempre secondo il cardinale segretario di Stato è proprio il «concentrarsi sugli aspetti umanitari per quanto riguarda sia i prigionieri, sia i bambini, che può creare le condizioni per arrivare a dei negoziati e, auspicabilmente, alla conclusione della guerra». Tuttavia, egli ha aggiunto che la missione del cardinale Zuppi non può considerarsi conclusa, «nel senso che lui ha aiutato a mettere in moto questo meccanismo dello scambio dei bambini. E la missione si era concentrata fondamentalmente su questo aspetto. Ma rimane aperta a qualsiasi sviluppo che possa darsi». Per quanto concerne la situazione in atto nel Medio Oriente, l’elemento apicale della diplomazia vaticana ha ricordato come la Santa Sede abbia dei contatti a vari livelli: «Ci stiamo muovendo a livello diplomatico per cercare di trovare una via di uscita – ha egli dichiaarato -, certo che la situazione è estremamente complicata anche lì, ma a me sembra che ci potrebbero essere, anzi che ci sono delle soluzioni».

Intanto, lo scorso 19 aprile l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, è intervenuto alla Giornata del Diritto organizzata dall’arcidiocesi di Pescara-Penne con il Tribunale ecclesiastico, l’Unione Giuristi cattolici e l’Associazione Canonista diocesana. Nella sua relazione, intitolata “Santa Sede e Diritto internazionale – Esperienze”, ha evidenziato come la Santa Sede voglia intrecciare un «dialogo proattivo con il mondo a livello istituzionale, poiché alla Chiesa sta a cuore l’uomo e la sua comunità, a ogni livello questa si organizzi». La diplomazia della Santa Sede ha quale caratteristica «la neutralità, perché il popolo che la compone non ha confini». Parlando della mediazione, il ministro degli Esteri vaticano ha anche ricordato l’azione umanitaria in favore del rimpatrio dei minori ucraini dislocati nella Federazione Russa, «dopo l’aggressione da parte di quest’ultima all’Ucraina di due anni fa», auspicando che le procedure «siano accelerate e che cresca la fiducia tra le parti coinvolte».

Egli ha poi aggiunto che «la Santa Sede non è rimasta inoperosa nel contesto della guerra in Ucraina, ha offerto più volte, prima dello scoppio della guerra, una facilitazione al dialogo tra le parti, nel rispetto del diritto internazionale e dell’integrità territoriale», chiedendo colloqui e sollecitando il dialogo tra i due Stati. In questo contesto vanno lette, ha spiegato Gallagher, la visita di Papa Francesco all’ambasciatore russo accreditato presso la Santa Sede il 25 febbraio 2022: «Il dialogo con il Patriarca Kirill, l’invio in Ucraina di aiuti con i cardinali Michael Czerny e Konrad Krajewski e i numerosissimi appelli pubblici, in particolare durante la preghiera domenicale dell’Angelus, con un richiamo forte e deciso ad una pace giusta e, infine, l’iniziativa coordinata dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, per tutelare i minori delle zone di guerra e in particolare tesa a favorire il ricongiungimento dei bambini alle loro famiglie. Questi bambini sono bambini ucraini e, tra loro, vi sono anche orfani e minori privi di cure parentali che sono stati portati in Russia, affidati ad altre famiglie, alloggiati in centri di assistenza sociale e orfanotrofi, o sistemati in centri di formazione poco adatti alla loro permanenza, in alcuni casi raccolti dalle autorità russe nelle operazioni di controllo delle zone ucraine, sebbene sia difficile conoscere con esattezza la situazione di molti di loro».

Quella posta in essere è una azione umanitaria in favore dei minori in territori di conflitto armato, «condotta in coordinamento non solo con la Sezione per i Rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali, ma anche con le due iniziative coinvolte. La questione dei minori è seguita anche da Qatar, Unicef e alcune e Ong, con sforzi complementari ma non congiunti».

Come funziona lo scambio? Gallagher  ha spiegato che, in pratica, «a seguito dei colloqui con le autorità civili di Russia e Ucraina è avvenuto lo scambio della lista dei minori segnalati, sono stati poi costituiti gruppi stabili di lavoro che si mettono in comunicazione reciproca con la partecipazione delle Rappresentanze pontificie ed è stato poi avviato uno scambio regolare di informazioni». Sono le due nunziature a facilitare gli incontri tra il cardinale Zuppi e le autorità civili e a seguire, poi, l’effettivo rimpatrio dei minori. Ci sono comunque difficoltà, dovute anche alla «complessità di fornire da ambo le parti informazioni precise sui minori e i numeri ancora esigui dei rimpatri». L’arcivescovo Gallagher ha anche ricordato la mediazione della Santa Sede tra Argentina e Cile per il canale di Beagle, la cui firma del Trattato di pace e amicizia avvenne in Vaticano ormai quaranta anni fa. Il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati ha notato che con l’accordo «due membri della comunità internazionale che, rinunciando all’uso della forza, si impegnano solennemente a rispettare tutte le regole del diritto internazionale e a promuovere la cooperazione bilaterale, in uno spirito di amicizia, buona fede e comprensione reciproca» e, per questo, si tratta di «un esempio da seguire e imitare per il mondo intero».

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