SPETTACOLO, classici. Commedie: “La Pace”, di Aristofane

Al Teatro Arcobaleno di Roma (Centro Stabile del Classico) in cartellone fino al 24 marzo 2024, l’opera scritta nel 421 a.C. durante la guerra del Peloponneso, l’interminabile conflitto che oppose Sparta ad Atene. Essa è stata adattata dal regista, Vincenzo Zingaro, che ne ha curato anche le musiche. Si tratta di un inno universale contro i conflitti che contiene importanti spunti di riflessione tali rendersi fortemente aderente alla difficile realtà del nostro tempo. Dopo lo straordinario successo ottenuto con l’allestimento de “Le nuvole”, con il quale la Compagnia Castalia ha festeggiato trent’anni di attività, Zingaro riporta in scena un altro capolavoro di Aristofane nella sua storica edizione

Fino al 24 marzo 2024 al Teatro Arcobaleno di Roma (Centro Stabile del Classico), dopo lo straordinario successo ottenuto con l’allestimento de “Le nuvole”, attraverso il quale la compagnia Castalia ha festeggiato i propri trenta anni di attività, Vincenzo Zingaro riporta in scena un altro capolavoro di Aristofane, “La Pace”, e lo fa nella sua storica edizione, considerata da insigni studiosi come una delle più significative rappresentazioni della celebre commedia.

UN INNO UNIVERSALE CONTRO LA GUERRA

Scritta nel 421 a. C., durante la guerra del Peloponneso, l’interminabile conflitto che oppose Sparta ad Atene, La Pace è un inno universale contro la guerra e contiene importanti spunti di riflessione che rendono l’opera fortemente aderente alla realtà precaria del nostro tempo. Nel clima fantasioso e spettacolare della commedia, Aristofane, alternando momenti di grande comicità ad altri di toccante lirismo, ci offre, con una coscienza straordinariamente moderna, l’invito ad un’importante riflessione sul delicato tema della guerra e dell’affannosa ricerca della pace fra i popoli. Egli invoca la buona volontà di tutti, chiedendo a ciascuno di guardare oltre il proprio interesse particolare, per il bene della collettività. Millenni dopo Aristofane, l’uomo trova ancora pretesti per stragi e violenze: quello che dovrebbe essere il ciclo naturale dell’esistenza viene invece frantumato dall’assurda contraddizione del voler sopraffare gli altri.

L’ASSURDA CONTRADDIZIONE DELLA SOPRAFFAZIONE

Afferma Vincenzo Zingaro: «Oggi, nella distruzione apocalittica che minaccia le generazioni future, mi è sembrato fondamentale riprendere il messaggio di Aristofane, un messaggio universale che travalica i secoli e ci esorta a non lasciarci andare passivamente al fluire degli eventi, ma ad adoperarci quotidianamente come “soldati” di Pace. È da un quotidiano impegno individuale nel promuovere la cultura del dialogo e del confronto che occorre partire se si vuole realmente costruire un’autentica cultura della Pace». L’allestimento, opera dello stesso Zingaro, crea una rappresentazione di notevole impatto, divertente e suggestiva, adatta a un pubblico di qualsiasi età, esaltando la chiave favolistica proposta dall’autore, recuperando gli aspetti più autentici e significativi del meraviglioso mondo della commedia attica antica. Le maschere sono di Rino Carboni, maestro del trucco e degli effetti speciali nel cinema a livello mondiale del quale si ricorda il magnifico sodalizio con Federico Fellini.

ZINGARO E LA RIVISITAZIONE DEL TEATRO CLASSICO

Lo spettacolo segna una tappa significativa nell’importante percorso di rivisitazione del teatro classico che Vincenzo Zingaro, alla guida della compagnia Castalia, ha intrapreso da più di trent’anni, riscuotendo un enorme successo di pubblico e di critica, al Teatro Arcobaleno (Centro Stabile del Classico), sede della Compagnia (riconosciuto dal Ministero della Cultura), oltreché in occasione di prestigiosi festival, quali quelli di Ostia Antica, Taormina, Paestum, Pompei, Segesta, Ferento, Teatri di Pietra, Leuciana, Venosa, Sarsina, Formia, Volterra e numerosi altri. Un progetto culturale unico in Italia, oggetto di studio e di tesi presso prestigiose università italiane ed europee, che ha coinvolto ed entusiasmato centinaia di migliaia di giovani.

UN VIAGGIO OLTRE L’IMMOBILITÀ

Afferma al riguardo Vincenzo Zingaro: «Si tratta di un viaggio oltre l’immobilità che rende abitudine anche gli eventi più tragici; un volo pazzo oltre il comune senso che regola il vivere quotidiano, sempre pronto a difendersi con l’arma della derisione appena avverte la presenza di una forza rivoluzionaria; la capacità di un uomo solo di riuscire, con il coraggio di mettersi in gioco, a produrre un autentico miracolo. Sono questi i motivi che mi hanno colpito immediatamente in La Pace, che considero un autentico inno universale contro la guerra. La commedia, infatti, non è solo evocazione dei piaceri della vita, vissuta in armonia con la natura ma, soprattutto, il canto di rivolta contro la stupidità che impedisce agli uomini di comprendere quanto ognuno sia parte di una condizione comune; la denuncia di speculatori e approfittatori che fanno mercato della sofferenza altrui; l’atto di accusa contro chi fa delle diversità un pretesto per continuare a perpetrare guerre e violenze».

ARISTOFANE E IL SUO TEMPO

Aristofane non finisce mai di sorprendere per la sua capacità di essere profondamente calato nella realtà del suo tempo, eppure altrettanto libero da qualsiasi connotazione, dimostrando ancora oggi di possedere quell’autentica forza espressiva tipica del grande genio. Nel clima fantasioso e spettacolare della commedia, alternando momenti di grande comicità ad altri di toccante lirismo, egli ci offre, con una coscienza straordinariamente moderna e per certi versi rivoluzionaria, l’invito ad un’importante riflessione sul delicato tema della guerra e dell’affannosa ricerca della pace fra i popoli. Se, infatti, Trigeo, il visionario e caparbio protagonista della vicenda, inizialmente cerca aiuto all’esterno dell’uomo, invocando l’intervento degli dèi, una volta raggiunto l’Olimpo, comprenderà che la vera pace si può ottenere soltanto con un preciso atto di volontà e si rivolgerà a tutti i greci, affinché si uniscano nello sforzo comune di riconquistare la perduta armonia.

LA RICONNESSIONE CON SÉ STESSI

«In questo senso – prosegue l’adattatore e regista della commedia -, La Pace può essere considerata come un viaggio iniziatico di consapevolezza individuale e di riconnessione col sé, in una prospettiva di armoniosa ricomposizione con il ciclo naturale dell’esistenza. Saranno i contadini, ovvero i più semplici, a recepire al meglio il messaggio di Trigeo. È straordinario come Aristofane riesca a cogliere le sfumature più profonde dell’esistenza umana, mettendone a nudo le contraddizioni e lo fa con lo slancio di chi non tradisce mai quel sentimento di gioia per la vita che costituisce la linfa vitale di tutte le sue commedie. E’ da questo sentimento che nascono i suoi personaggi così caratteristici, esuberanti, rubati ora alla vita di tutti i giorni, ora al mito, ora alla fantasia. Affrontando la messa in scena di una commedia di Aristofane, infatti, provo la sensazione di un bambino che si trova fra le mani uno scatolone magico da cui può estrarre note, figure e colori, per un’infinita possibilità di combinazioni. Il continuo alternarsi fra realtà e immaginazione, fra ironia e comicità sfrenata, fra lazzi e delicati momenti lirici, mi fa pensare al mondo dei disegni animati, apparentemente così tenero e ingenuo, ma pregnante di significati allegorici profondi».

UNA VERA E PROPRIA FAVOLA

La Pace, in particolar modo, si presta benissimo a questo tipo di accostamento. «L’opera contiene in sé tutti gli elementi per essere trattata come una vera e propria favola di Walt Disney. Ed è proprio in questa direzione che mi sono lasciato andare, assecondando, per quanto possibile, l’incontro tra il “padre dell’animazione” e il “padre della commedia”. Da questo incontro nascono il ritmo, i suoni, i colori dello spettacolo, mai descrittivi, ma sempre evocativi: dalla struttura scenica, rigorosamente neutra, che diventa di volta in volta “qualcosa” in virtù delle luci che la animano; alle maschere, create con l’intento non di riprodurre passivamente gli originali greci, ma di evidenziare il carattere simbolico dei personaggi; ai costumi che, seppure, elaborati su modelli della commedia classica, accolgono gli spunti fantasiosi contenuti nel testo. A livello linguistico la scelta è stata quella di snellire, soprattutto le parti affidate al Coro, lasciando però inalterata la struttura e quanto, come la parabasi (momento in cui l’autore, per bocca del corifeo, dialoga direttamente con il pubblico), costituisce l’animo della commedia attica antica».

RECUPERARE LA DIMENSIONE DELL’ASCOLTO

Il coro è stato sdoppiato, con l’intenzione di sottolinearne la duplice funzione: di personaggio (nella fattispecie i contadini) e di coscienza, la cui voce guida e commenta le vicende. La figura centrale, la Pace (nel testo originale una statua), diviene una dea danzante, con lo scopo di enfatizzare, in maniera suggestiva l’invito di Aristofane a recuperare una più profonda dimensione dell’ascolto, in cui si è disposti a rinunciare a una parte di noi stessi per incontrare l’altro, «il diverso». Oggi, nella distruzione apocalittica che minaccia le generazioni future, mi è sembrato fondamentale riprendere il messaggio di Aristofane, un messaggio universale che travalica i secoli e ci esorta a non lasciarci andare passivamente al fluire degli eventi, ma a adoperarci quotidianamente come “soldati” di Pace. È da un quotidiano impegno individuale nel promuovere la cultura del dialogo e del confronto che occorre partire se si vuole realmente costruire un’autentica cultura della Pace.

LA PACE

La compagnia Castalia presenta “La Pace”, commedia di Aristofane; adattamento, regia e musiche Vincenzo Zingaro; con Giovanni Ribò, Piero Sarpa, Rocco Militano, Fabrizio Passerini, Laura De Angelis, Mario Piana, Irene Catroppa; maschere di Rino Carboni Studio, scene di Vincenzo Zingaro, costumi di Emiliana Di Rubbo, disegno luci di Giovanna Venzi. Spettacoli il venerdì e il sabato alle ore 21:00, la domenica alle ore 17:30.

INFO E BIGLIETTI

Teatro Arcobaleno (Centro Stabile del Classico):

via Francesco Redi, 1/A Roma;

+390644248154,

+39064402719,

info@teatroarcobaleno.it ,

www.teatroarcobaleno.it;

biglietti, prezzi: Intero euro 22,00; ridotto euro 18,00 (over 65, cral, associazioni convenzionate), ridotto studenti euro 15,00 (fino a 26 anni di età).

A521 – CULTURA, TEATRO: ROMA, TRENT’ANNI DI COMMEDIA CLASSICA AL TEATRO ARCOBALENO, omaggio all’autore e regista Vincenzo Zingaro. L’attribuzione di un riconoscimento istituzionale al regista presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, che ha avuto luogo nel pomeriggio di giovedì 16 marzo 2023, è stata anche l’occasione per celebrare l’attività della Compagnia Castalia e del Teatro Arcobaleno, nonché per presentare la prossima rappresentazione, “Le nuvole” di Aristofane, in cartellone da oggi fino al primo di aprile. La riflessione sull’opera dell’autore greco e di Tito Maccio Plauto, dei quali Zingaro ha messo in scena le commedie.
All’evento sono intervenuti: FEDERICO MOLLICONE (parlamentare della Repubblica, attuale presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati), VINCENZO ZINGARO (regista, attore, drammaturgo, direttore della Compagnia Castalia e del Teatro Arcobaleno Centro del Teatro Classico), GIOVANNI ANTONUCCI (storico e critico teatrale), ENRICO BERNARD (autore teatrale, critico e docente di teatro), VITO BRUSCHINI (scrittore e critico teatrale), CATERINA PENTERICCI (docente, ricercatrice in lingua e letteratura latina dell’Università di Urbino), MARIANO RIGILLO (autore, attore e regista – videomessaggio registrato), GIUSEPPE PAMBIERI (attore – videomessaggio registrato), GLAUCO MAURI (attore – videomessaggio registrato), ROBERTO STURNO (attore e regista – videomessaggio registrato), LEO GULLOTTA (attore – videomessaggio registrato), VIRGINIA RAFFAELE (attrice – videomessaggio registrato).
Ascolta gli audio allegati:
Condividi: