POLITICA, enti e nomine. Teatro di Roma: per Italia Viva è «un blitz di Palazzo Chigi, ma la Giunta Gualtieri rifletta sugli errori»

Per i consiglieri all’Assemblea capitolina Casini e Leoncini si tratta di «una nomina imposta e divisiva che estromette di fatto il Comune, il frutto di una forzatura da parte del Governo Meloni»

Roma, 23 gennaio 2024 – «Dopo tre anni di commissariamento, la nomina del direttore generale della Fondazione Teatro di Roma era molto attesa perché si tratta di una figura cruciale per il rilancio del sistema teatrale della Capitale. Abbiamo però assistito nei giorni scorsi a un blitz da parte del Governo e della Regione Lazio per mettere le mani su un pezzo importante della cultura di questa città, con un’operazione prepotente che non condividiamo». Questo il commento espresso riguardo alla vicenda dai consiglieri all’Assemblea capitolina di Italia Viva, Valerio Casini e Francesca Leoncini.

FORZATURA DEL GOVERNO

«È inaccettabile – essi proseguono – che la nomina sia avvenuta senza la ricerca di una soluzione condivisa, in assenza dei rappresentanti del Comune nel consiglio di amministrazione. Non vogliamo entrare nel merito delle competenze professionali dei candidati, che non spetta a noi. Ci interessa tuttavia il futuro della Fondazione e adesso è impensabile, con una nomina imposta e divisiva, che estromette di fatto il Comune, parlare di un suo rilancio. Siamo di fronte a una spaccatura che rischia di rendere impossibile qualunque programmazione a medio termine. Però è necessario fare una riflessione sugli errori commessi dal Campidoglio».

LE CRITICHE DI ITALIA VIVA

«È incomprensibile – rimarcano al riguardo i consiglieri Casini e Leoncini – come siamo riusciti a farci mettere in minoranza in questa votazione, considerando che il Comune è socio fondatore della Fondazione e suo principale finanziatore. Riteniamo che la Giunta abbia sottovalutato la vicenda, consentendo ingerenze inaccettabili e facendosi maldestramente scavalcare. L’indignazione espressa oggi in Aula dal sindaco Gualtieri è legittima ma non può arrivare come un fulmine a ciel sereno, come se la gestione delle Partecipate fosse stata finora aliena da logiche di lottizzazione. Ci auguriamo che il comparto cultura possa conoscere presto una stagione di rilancio e soprattutto beneficiare di una regia politica pubblica che non sia in affanno nella gestione dell’ordinaria amministrazione».

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