ONG, finanziamenti. Human Rights Watch sotto accusa: l’ipotesi è che abbia ricevuto fondi del Qatar

Dai contenuti di un documento risalente al 2018, redatto dall'ufficio del primo ministro a Doha e classificato come «confidenziale e urgente», concernente la «fornitura di ulteriori sostegni in denaro alla ong con sede a New York, emergerebbe la disposizione relativa all’erogazione di fondi, forse transitati da Londra

Martedì scorso il Middle East Media Research Institute ha pubblicato un documento trapelato da Doha dal quale emergerebbe come il Qatar abbia finanziato con tre milioni di euro Human Rights Watch (HRW), nota organizzazione non governativa che ha sede a New York, impegnata nella difesa dei diritti umani.

DOLLARI, EURO E DIRITTI UMANI

HRW si troverebbe dunque coinvolta in un altro scandalo finanziario concernente donazioni e finanziamenti, che questa volta vede al centro l’emirato del Golfo che da tempo riveste una importanza fondamentale nelle dinamiche mediorientali e centroasiatiche in ragione della sua politica e delle mediazioni che è in grado di svolgere, potenza finanziaria emergente ma, al medesimo tempo, tra l’altro, erogatrice di finanziamenti al movimento islamista radicale palestinese Hamas, filiazione del movimento dei Fratelli musulmani, inscritto negli elenchi delle organizzazioni terroristiche da Stati Uniti d’America e Unione europea e protagonista del recente attacco a Israele, che ha successivamente innescato il conflitto attualmente in corso nella striscia di Gaza e nell’alta Galilea.

IL DOCUMENTO REDATTO A DOHA

Nel documento del quale sono trapelati i contenuti, che sarebbe stato redatto dall’ufficio del primo ministro del Qatar, documento classificato come «confidenziale e urgente» e concernente la «fornitura di ulteriori sostegni in denaro all’organizzazione Human Rights Watch», Abdullah Bin Khalaf Hattab al-Ka’bi, direttore del citato ufficio del primo ministro, nel gennaio del 2018 si sarebbe rivolto al ministro delle finanze dell’emirato, Ali Sharif al-Emadi, disponendo che, a seguito dell’accettazione da parte di «Sua Eccellenza il Primo ministro» della fornitura del «sostegno finanziario pari a tre milioni di euro all’organizzazione Human Rights Watch, nella sezione Aiuti umanitari, che (il documento, n.d.r.) venga sottoposto all’attenzione dell’Ambasciata del Qatar a Londra affinché ne venga a conoscenza e assuma misure necessarie riguardo a esso».

IL POTENTE EMIRATO DEL GOLFO

Al riguardo va inoltre rilevato come i responsabili media e relazioni esterne di HRW abbiano negato il fatto, dichiarando che la loro organizzazione non governativa «non ha mai sollecitato o accettato denaro dal governo di Doha, così come da nessun’altro governo», poiché «non accetta denaro dai governi». Quanto al Qatar e al suo finanziamento di numerose organizzazioni non governative, si tratta in ogni caso di uno Stato molto ricco, che in una economia globalizzata come quella attuale rinviene nel proprio portafoglio investimenti numerose partecipazioni in tutto il mondo, incluse quelle in importanti pacchetti azionari a Wall Street, oltre a essere committente e acquirente di grandi imprese e gruppi industriali occidentali. Da tutto ciò ne conseguono la sua estrema libertà di azione sugli scacchieri internazionali e la praticabilità di spazi, di sostegno a organizzazioni controverse come di mediazione, come anche le resistenze (anche in seno al Congresso degli Stati Uniti d’America) a un irrigidimento delle relazioni con esso.

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