TERRORISMO, Sahara occidentale. Connessioni tra Polisario e Pasdaran: si temono attacchi contro obiettivi israeliani

L’Hezbollah libanese, il movimento indipendentista del Sahara occidentale Fronte polisario e le Guardie rivoluzionarie iraniane starebbero pianificando di concerto azioni coordinate contro obiettivi israeliani in Marocco

Tra questi figurerebbe anche l’ambasciata dello Stato ebraico a Rabat, obiettivo oltremodo simbolico in quanto lo scorso mese di luglio Israele ha nominato il suo primo attaché militare presso il Regno nordafricano, il colonnello Sharon Itach, di origine marocchina (mizrahì). Attualmente in Marocco vivono all’incirca ottomila ebrei, per lo più a Casablanca, ma anche nelle città di Fès, Rabat, Meknès, Agadir e negli altri centri urbani principali. Nel 2004 Marrakech contava una popolazione di duecentosessanta ebrei, la maggior parte dei quali anziani, mentre a Casablanca ve ne erano meno di quattromila.

UNA RETE ESTESA ANCHE IN BRASILE

La notizia, ripresa dal quotidiano tedesco “Die Welt”, è stata fatta filtrare a seguito dell’arresto di due persone sospettate di organizzare attacchi contro la comunità ebraica in Brasile. La polizia federale del Paese sudamericano ha successivamente emesso undici mandati di perquisizione e sequestro in diverse regioni. Gli arrestati sono sospettati di avere legami con il movimento islamista sciita libanese filoiraniano Hezbollah, dal quale sarebbero state reclutate e finanziate al fine di compiere attentati. Gli attacchi pianificati da Hezbollah, Fronte Polisario e Iran costituiscono una grave minaccia per la sicurezza di Israele e dei suoi alleati, al riguardo, le autorità di Gerusalemme e di Rabat stanno monitorando la situazione in funzione della prevenzione di eventuali attacchi.

EFFETTO SPILLOVER

Questa è una fase nella quale ha luogo un conflitto esteso anche se a tratti sotteraneo, evidenziato dai frequenti episodi di terrorismo, guerriglia, cyberwar e azioni di proxi dei vari protagonisti che agiscono nello scenario non soltanto mediorientale. A corollario del duro conflitto nella striscia di Gaza e, con molto minore intensità, alla frontiera con il Libano e a Jenin in Cisgiordania, si registra anche un sensibile incremento degli attacchi alle forze armate statunitensi in Siria e Iraq, dove agiscono le milizie (principalmente sciite) legate a Teheran. Focolai di conflitto si sono (ri)accesi un po’ ovunque dopo la scintilla mediante la quale Hamas ha volutamente appiccato l’incendio, la brutale strage terroristica del 7 ottobre scorso. Ora è crisi anche nel Sahara occidentale, dove alle vecchie controversie si sono andate aggiungendo nuove pericolose strategie destabilizzatrici.

UN NUOVO ASSE DESTABILIZZANTE

Recentemente, un europarlamentare spagnolo, Antonio López-Istúriz White del Partito popolare, aveva sollevato il problema delle relazioni tra il Fronte Polisario e le Guardie della Rivoluzione islamica iraniana ed Hezbollah. Egli aveva interpellato nella forma dell’interrogazione scritta l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, sottoponendogli il tema relativo alle minacce insite nella «collusione tra il gruppo separatista nordafricano e l’Iran», chiedendo altresì «informazioni» a Bruxelles riguardo le possibili forniture al Polisario medesimo di sistemi a pilotaggio remoto armati (droni) di fabbricazione iraniana. Quest’ultimo, che ha anche basi logistiche e campi profughi in territorio algerino a ridosso della frontiera col Marocco, è da decenni attivo nella regione del Sahara occidentale, della quale rivendica l’indipendenza e il distacco dal Regno del Marocco.

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