Nei tre giorni della manifestazione presso un’area dedicata studiosi e ricercatori protagonisti del programma di conferenze scientifiche si son o posti a disposizione del pubblico interloquendo sui grandi temi della salute in maniera divulgativa. È stato il “Teatro della Salute”, un palco dove hanno preso la parola scienziati, ricercatori e testimoni di iniziative di successo come quella che ha visto e tuttora vede protagonista Valentina Liberatore, truccatrice e dermopigmentista di Oncobeauty onlus.
UNA STORIA COMUNE A MOLTE ALTRE DONNE
«La nostra immagine rappresenta spesso la nostra identità – ha esordito la Liberatore -, dunque, perderla nella malattia equivale spesso a perdere sé stessi». Intervistata dal giornalista Marco Cassinis, ella ha introdotto il suo metodo per «cambiare volto al cancro» partendo dalla propria personale esperienza, che l’ha vista malata di tumore al seno all’età di trentatré anni. «La sequenza è stata quella comune a moltissime altre donne come me – ha proseguito Valentina -, a quel tempo mi sono trovata al di fuori di quelli che erano gli screening di prevenzione, mentre oggi si comprende meglio la soglia età a rischio, seppure la si collochi ancora ai quaranta o quarantacinque anni».
CHEMIOTERAPIA E CADUTA DEI CAPELLI: L’IMMAGINE DEL CANCRO
Autopalpazione del seno, dubbi e paure, ecografia, diagnosi, risonanza magnetica, inizio del percorso senologico, biopsia, quindi inserimento in una lista di attesa per l’intervento chirurgico e, infine, ricostruzione dei seni. Valentina parla della sua vicenda entrando nei minimi particolari, una base di conoscenza che le ha consentito di giungere alla descrizione della sua attuale attività, frutto di un combinato composto fatto di sofferenza, sollievo e genialità. Affrontando il tema della chemioterapia è entrata nel merito: «La terapia genera alopecia e in una quindicina di giorni cadono i capelli. La donna priva di capelli è l’emblematica immagine del cancro, a quel punto, assieme a essa iniziano a entrare in gioco una serie di concause che portano alla depressione e all’abbattimento».
COSTRUIRE UN NUOVO EQUILIBRIO INTERIORE
Lo stesso discorso vale per la mastectomia mediante la quale si ricostruisce il seno precedentemente operato chirurgicamente, quando si pone il problema del rifacimento dell’areola del capezzolo, poiché nel caso di un rifacimento chirurgico essa viene riassorbita con i conseguenti effetti antiestetici, mentre attraverso il ricorso a un tatuaggio il risultato è su questo piano sensibilmente migliore. Nel corso della terapia Valentina ha compreso che avrebbe dovuto sostenersi e per farlo ha giocato sulla propria immagine, contrastando sia la crisi di identità che la depressione attraverso un intenso lavoro di edificazione di un nuovo equilibrio interiore. Ci ha riflettuto a lungo durante le sedute di chemioterapia, quando in ospedale ha avuto l’opportunità di indossare il casco auto refrigerante, avanzato ausilio che aiuta a ridurre la perdita dei capelli.
ONCOBEAUTY ONLUS
Infatti, esso, abbassando la temperatura del cuoio capelluto seda i bulbi capilliferi (vasocostrizione) ponendoli nelle condizioni di assorbire meno la tossicità del farmaco assunto dall’organismo. Insomma, uno strumento utile all’auto sostenimento attraverso il mantenimento, almeno parziale, dell’integrità della propria immagine. Valentina Liberatore è quindi divenuta dapprima testimonial a elemento proattivo di questa battaglia. Oggi è in Oncobeauty, una onlus attiva dal 2020 che supporta le donne sottoposte a terapie oncologiche, anche attraverso il beauty, cioè il trucco, l’estetica, eccetera. Si insegna a queste donne a gestire la propria bellezza nel quotidiano, a valorizzarsi mantenendo almeno in parte la propria immagine.