ENERGIA, nucleare. Eventi, iWeek: decommissioning e gestione dei rifiuti radioattivi, una missione sicura e sostenibile

Se ne è discusso il 5 ottobre scorso a Milano nel talk “La filiera italiana della sicurezza e del decommissioning”, durante il primo appuntamento della quarta edizione dell’Intelligence Week Nucleare, si può fare? Al centro del confronto di giovedì anche il sondaggio SWG sul rapporto tra italiani e nucleare, uno sguardo sulle nuove tecnologie e un focus sul dilemma Nimby

Lo smantellamento (decommissioning) degli impianti nucleari, la gestione dei rifiuti radioattivi, uno sguardo sulle nuove tecnologie nucleari per la produzione di energia termoelettrica, la risposta al dilemma NIMBY, le percezioni degli italiani riguardo il nucleare in un sondaggio SWG e un’indagine Volopress sulla presenza e la narrazione del nucleare nei media sono al centro del primo appuntamento della IV edizione di iWeek, promossa da V&A – Vento & Associati e Dune con il titolo “Nucleare, si può fare?”, che ha avuto luogo a Milano il 5 ottobre scorso presso la Sala Pirelli dell’Agenzia ICE in Corso Magenta.

DECOMMISSIONING ED ELETTROGENERAZIONE

I primi due temi sono stati trattati nella seconda tavola rotonda della giornata, intitolata “La filiera italiana della sicurezza e del decommissioning” e moderata da Fausta Chiesa, giornalista del Corriere della Sera, che ha visto la partecipazione di Gian Luca Artizzu (CEO di Sogin), Alessandro Dodaro (direttore del Dipartimento fusione nucleare e tecnologie per la sicurezza nucleare FSN ENEA), Federico Gianni (CEO di Campoverde), Massimo Morichi (membro del comitato scientifico di Transmutex e responsabile del MICADO Project di EVP CAEN). Sogin è la società di stato alla quale viene affidato lo smantellamento delle centrali nucleari di Trino (VC), Caorso (PC), Latina e Garigliano (CE), degli impianti legati al ciclo del combustibile di Bosco Marengo (AL), Saluggia (VC), Casaccia (Roma) e Rotondella (MT), oltre al reattore di ricerca Ispra-1 nel Centro Comune di Ricerca di Ispra (VA).

TECNOLOGIE PROTOTIPALI

Il decommissioning nucleare rappresenta una grande sfida ingegneristica e organizzativa. Gli impianti italiani, di tecnologie diverse fra loro, infatti erano stati progettati senza pensare al loro successivo smantellamento a fine vita. Ciò significa che Sogin è stata fra i primi operatori al mondo a confrontarsi nello smantellamento in parallelo dell’intera filiera nucleare dovendo affrontare, nel contempo, anche temi complessi come la scelta della metodologia di gestione del combustibile nucleare, la necessità di riorientare regolamenti, risorse dalle attività di esercizio a quelle di smantellamento e ricercare soluzioni e tecnologie, molto spesso di natura prototipale.

SCORIE RADIOATTIVE E PARCO TECNOLOGICO

A Sogin è affidato, inoltre, il compito di localizzare, realizzare e gestire il futuro deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e parco tecnologico. Si tratta di una infrastruttura dove saranno sistemati i rifiuti radioattivi derivanti dallo smantellamento degli impianti nucleari e quelli già prodotti, e che si stima si continueranno a produrre nei prossimi cinquant’anni anni, nell’industria e in campo medicale. «Sogin è una società dello Stato impegnata per garantire la sicurezza e contribuire allo sviluppo sostenibile del Paese – dichiara il CEO di Sogin, Gian Luca Artizzu -, il decommissioning nucleare, infatti, non è un’attività circoscritta al solo smantellamento, ma richiede competenze ampie che coprono l’interno back end industriale: dal permitting agli aspetti di radioprotezione, dalla progettazione alla salvaguardia dell’ambiente. Un bagaglio di competenze che Sogin sostiene con un programma articolato di esperienze operative, oltre che di formazione e aggiornamento professionale attraverso la Radwaste Management School».

OSSIDAZIONE TERMICA, INCENERIMENTO

«Negli anni – dichiara il CEO di Campoverde, Federico Gianni – la nostra società ha acquisito una concreta e sostanziale esperienza nella gestione dei rifiuti radioattivi italiani. Grazie alla collaborazione con il partner statunitense Perma-Fix, Campoverde mette a disposizione collaudate e innovative tecnologie che consentono fin d’ora di trattare i rifiuti radioattivi e che contribuiscono alla loro messa in sicurezza in attesa dello smaltimento al deposito nazionale. Una corretta e sicura gestione dei rifiuti radioattivi è possibile, già da ora. La società Americana Perma-Fix, leader nel suo settore negli Stati Uniti d’America e da noi rappresentata in Italia, con la sua lunga e ricca esperienza ha messo a punto tecnologie diverse che aiutano a gestire al meglio i rifiuti radioattivi. Una di queste, estremamente interessante nel caso italiano, è l’ossidazione termica, l’incenerimento».

TECNOLOGIA PERMA-FIX

Gran parte dei rifiuti storici italiani e dei rifiuti nuovi prodotti annualmente è di origine organica: la modalità più efficace per una riduzione dei volumi (il 99,99 % del materiale organico contenuto nel rifiuto) che permette una gestione sicura e sostenibile del residuo è l’incenerimento, sia di rifiuti liquidi che di rifiuti solidi. Uno dei fattori specifici e premianti, assolutamente unico a livello europeo e mondiale, è che la tecnologia Perma-Fix garantisce, in modo economicamente sostenibile, che non vengano inviati all’Italia residui di rifiuti radioattivi prodotti in altri paesi e da altri generatori. Questa e altre tecnologie sono messe a disposizione dall’industria statunitense all’industria italiana per trattare e aiutare la messa in sicurezza di rifiuti radioattivi e di origine nucleare”.

NUCLEARE: SI PUÒ FARE?

La quarta edizione di iWeek “Nucleare, si può fare?” è stata realizzata grazie al sostegno di Transmutex, Edison, Ansaldo Nucleare, Ultra Safe Nuclear Corporation, Sogin, Campoverde, Banca Finnat, SWG e Volocom Technology e con il patrocinio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Regione Lombardia, Enea, Agenzia ICE, Associazione Italiana Nucleare e il Politecnico di Milano.

Per il programma completo e ulteriori informazioni si invita a visitare il sito https://i-week.it/

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