IMMIGRAZIONE, sbarchi in Sicilia. Lo «sblocco navale»: sciami di barchini salpano dalla Tunisia e approdano a Lampedusa

Per i media nazionali il fenomeno parrebbe essere «uscito dai radar», ma in realtà gli arrivi nelle ultime settimane si sono moltiplicati e le cifre sono allarmanti. la situazione è divenuta oltremodo critica, in particolare a Lampedusa, ma non va certo meglio alla frontiera nordorientale del Paese, con il CARA di Gradisca d’Isonzo che esplode

Emergenza migranti a Lampedusa, sono oltre settemila le persone sull’isola, alla quali andrebbero aggiunte le altre ottocento attualmente a bordo della nave “Di Ciotti” della Guardia Costiera che le ha tratte in salvo. Ad avviso del questore di Agrigento, competente per territorio, «la situazione è caoticamente ordinaria», aggiungendo che gli apparati dello Stato preposti a fare fronte al fenomeno migratorio in quel settore del territorio nazionale italiano «stanno tenendo abbastanza bene». Gli ha fatto eco il prefetto Filippo Romano, che, assicurando che il fenomeno viene gestito e che la situazione andrà sempre più migliorando, ma nel frattempo lo sciame di barchini salpati dalla Tunisia e da altri tratti di costa nordafricana non accenna ad arrestarsi.

SCIAME DI BARCHINI SALPATI DALLA TUNISIA

Conseguentemente, si moltiplicano gli approdi sulla costa siciliana (in questo caso di Lampedusa) che sfuggono al controllo di Guardia Costiera, Guardia di Finanza e Frontex. Nella giornata di ieri sono stati rilevati 110 sbarchi per complessive 5.112 migranti, mentre alle ore dodici e trenta di oggi il bilancio totale degli sbarchi ammontava a 37, per un totale di 1.627 persone giunte in territorio italiano. Altri barchini sono attualmente in navigazione, principalmente dalla Tunisia, paese che sulla base degli accordi recentemente stipulati dal governo italiano in carica avrebbe dovuto, per lo meno, contenere il fenomeno migratorio irregolare a fronte di aiuti economici.

LAMPEDUSA: SITUAZIONE OLTREMODO CRITICA

A Lampedusa la situazione è divenuta oltremodo critica, essa viene tuttavia affrontata quasi esclusivamente sul piano dell’Ordine pubblico, con Polizia e Carabinieri costretti, come se si trovassero a una manifestazione di piazza o allo stadio, a effettuare cariche di alleggerimento contro masse di migranti disidratati che si ammassano per chiedere una bottiglietta d’acqua. Manca il personale in grado di operare sul piano invece della protezione civile. E questo è il “fronte sud”, ma poi c’è anche la rotta balcanica, con i centri di accoglienza che straripano di migranti.

NORDEST: LA ROTTA BALCANICA, ALTRA DIMENTICATA

In provincia di Gorizia e Trieste la grave crisi generata dai flussi migratori irregolari precede quella siciliana di questi ultimi giorni, in quanto si è aggravata già negli ultimi mesi del 2022, in particolare nel CARA di Gradisca d’Isonzo, dove attualmente si trovano seicento persone in una struttura che ne potrebbe accogliere duecentocinquanta. Dall’inizio dell’anno dal tratto di frontiera del Friuli Venezia Giulia hanno fatto irregolarmente ingresso in Italia 13.700 migranti, che sono stati in parte trasferiti dal Ministero dell’Interno in altri centri sul territorio nazionale.

SILENZIO STAMPA

Ma poco, quasi nulla, trapela dai media ufficiali. Improvvisamente quel grave problema che si affermava demagogicamente di poter risolvere in maniera risoluta con metodi draconiani, che ha invece rivelato tutti i suoi aspetti critici, viene sepolto sotto una coltre di silenzio. Non parlandone non esiste.

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