«La Catalogna possiede la chiave della stabilità di governo statale – ha dichiarato Aragonès -, ecco perché oggi dobbiamo sfruttare questa forza per rendere possibile tutto ciò che fino a ora non è stato possibile fare. Amnistia quale garanzia che nessun altro (indipendentista catalano, n.d.r.) andrà in prigione e che gli esuli torneranno liberi. Il miglioramento immediato del benessere dei cittadini, attraverso il varo di misure come il trasferimento totale delle competenze delle Rodalies (principale rete ferroviaria regionale della Comunità autonoma catalana, amministrata dalla Generalitat de Catalunya ma gestito dall’operatore ferroviario nazionale spagnolo, Renfe Operadora, n.d.r.) e l’abbattimento del deficit fiscale, oltre all’immediato avvio di una nuova fase della trattativa focalizzata soltanto ed esclusivamente sulle ragioni della controversia».
AMNISTIA, AUTONOMIA, TRATTATIVE CON MADRID
«Stiamo costringendo il governo dello Stato a compiere passi decisivi per la concessione dell’amnistia. Assumerlo come essenziale e inevitabile, come abbiamo sostenuto fin dal primo giorno, è il modo per procedere. Di per sé l’amnistia non risolve il conflitto di sovranità con lo Stato, poiché la Catalogna vuole votare liberamente sull’indipendenza e finché lo Stato spagnolo non risponderà a questa rivendicazione democratica il conflitto permarrà. È dunque necessario avviare una seconda fase di trattative – ha aggiunto il presidente della Generalitat de Catalunya -, trovare alleati e allineare le strategie. Inoltre, va concordata sul piano interno una proposta inclusiva su come dovrebbero votare i cittadini della Catalogna. E difendere tutto questo assieme dallo Stato (centrale, n.d.r.) per renderlo concretamente possibile. Abbiamo gli strumenti per farlo, come l’Acuerdo de Claridad».