CONFLITTI, Siria. Il confronto nei cieli tra Russia, Iran e Stati Uniti d’America

Washington ha deciso di impiegare nel teatro mediorientale i suoi moderni velivoli da combattimanto F-22 Raptor per contrastare l’azione di Mosca e Teheran nel Paese arabo, tesa a estromettere gli Usa da quello spazio aereo

«La Russia continua a esercitare pressioni su di noi allo scopo di eliminare la nostra presenza nella regione, questo nonostante Washington abbia ridotto l’escalation», questo in sostanza ha dichiarato mercoledì scorso il tenente generale Alexus Grynkewich, ufficiale a capo del Comando centrale delle forze aeree statunitensi.

I RUSSI CERCANO LO SCONTRO NEI CIELI SIRIANI?

Gli americani denunciano infatti le «continue provocazioni» subite dai velivoli da combattimento statunitensi nei cieli della Siria, ragione per la quale l’Usaf sta rischierando nella regione i suoi moderni F-22 allo scopo di «rispondere all’aggressione». Nello scorso mese di aprile daa Washington erano state fatte trapelare le notizie relative a casi di ingaggio da parte di aerei militari russi nei confronti di quelli americani al fine di provocare «combattimenti aerei» nello spazio aereo siriano. Un rischioso comportamento che, secondo Grynkewich, sarebbe stato replicato la scorsa settimana. Nella metà dello scorso mese di marzo un jet da combattimento russo Sukhoi si era scontrato con un drone americano MQ-9 sul Mar Nero, in quella occasione il ministro della Difesa di Mosca aveva decorato i militari responsabili dell’azione, aspetto che ad avviso di Washington ha incoraggiato ulteriori voli aggressivi.

WASHINGTON INVIA I SUOI F-22 RAPTOR IN MEDIO ORIENTE

L’Usaf ha dunque reso noto pubblicamente di procedere all’invio dei propri F-22 in Medio Oriente «per monitorare l’aggressione russa e migliorare la sicurezza e la stabilità nella regione». I Raptor della base aerea di Langley (Virginia), sede del 94th Fighter Squadron, vengono quindi rischierati e posti alle dipendenze di US Centcom per questa nuova missione. Il Pentagono ritiene di intervenire anche alla luce dell’acquisizione da parte russa di velivoli a pilotaggio remoto (droni) dall’Iran. Washington ha denunciato inoltre il «comportamento non professionale» posto in essere dai militari russi responsabili dell’impiego dei droni nella regione, quali manovre pericolose in prossimità dei velivoli della Coalizione anti-Islamic State e violazioni dello spazio aereo, attività che devierebbero dai protocolli di de-conflittualità stabiliti allo scopo di ridurre il livello di conflittualità nell’area.

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