UCRAINA, guerra e negoziati. L’intensa attività del cardinale Matteo Zuppi a Mosca e Kiyv (Kiev)

La guerra in Ucraina «deve finire», ma in che modo si possono far tacere le armi? Nei giorni scorsi il Pontefice ha incaricato il cardinale Matteo Maria Zuppi, attuale presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), dell’azione negoziale vaticana in Ucraina e Russia. Un inviato speciale in piena regola, inclusi i requisiti e le esperienze pregresse, confermato anche dalle inequivocabili dichiarazioni rese dal segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, che intervenendo a Bologna nel corso di una tavola rotonda sulla pace ha affermato che «Zuppi sarà delegato per il Papa non solo a Kiev, ma anche a Mosca» e che «quindi dobbiamo far sentire il nostro sostegno a chi ha ricevuto un incarico così delicato». Zuppi sia molto vicino alla Comunità di Sant’Egidio, nota per la sua diplomazia «parallela» che in passato ha portato, tra gli altri, ad accordi di pace in Algeria e Mozambico, che in quest’ultimo caso vide lo stesso Zuppi tra i mediatori

La scorsa settimana una delegazione del Consiglio mondiale delle Chiese, l’organismo che ha sede a Ginevra e che riunisce le confessioni cristiane, ha fatto visita al Patriarca di Mosca Kirill. In seguito, riferendo dell’incontro sul sito web dell’organizzazione, il reverendo Jerry Pillay (segretario generale del Consiglio) ha affermato che la delegazione ecumenica si era espressa con decisione nei confronti di Kirill insistendo sul fatto «che la guerra deve finire».

L’INCONTRO COL PATRIARCA RUSSO KIRILL

La notizia è stata riportata con dovizia di dettagli dall’agenzia giornalistica ACI Stampa nel suo quotidiano notiziario – https://www.acistampa.com/story/diplomazia-pontificia-il-primo-nunzio-in-oman-gallagher-in-slovacchia?utm_campaign=ACI%20Stampa&utm_medium=email&_hsmi=260153449&_hsenc=p2ANqtz-9I6IdgGXNdnC7tLgenFpOohB6zzqcFuKTNiRt9InCqkX1da-48mbycOUeUQA2E9ZrRN0qT44xISHJ7YspXSKMAfDBbsiMQeEkYWNlmr5EpCRXmgPk&utm_content=260153449&utm_source=hs_email -; in esso sono state dunque riprese le parole del reverendo Pillay, che nel suo incontro con il Patriarca ortodosso russo Kirill ha avuto modo di fargli un quadro della situazione attuale in Ucraina, della quale la delegazione da lui guidata aveva avuto modo di prendere visione nei giorni immediatamente precedenti. Pillay ha spiegato al Patriarca ortodosso «come questa guerra sia priva di senso in termini di scopo e sia una tragica perdita di vite umane, il che è davvero inaccettabile».

FRATTURE IN SENO ALLA CHIESA ORTODOSSA

Nel corso dell’incontro, che ha avuto una durata di due ore e mezza, sono stati affrontati anche i temi relativi alla situazione nella famiglia ortodossa, già scricchiolante a seguito dello “scisma” avvenuto a seguito del riconoscimento dell’autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina, che ora è ancora più profondamente divisa a causa delle rigide posizioni che il Patriarcato di Mosca ha assunto riguardo al conflitto in atto. Ad avviso del reverendo Pillay, anche in ragione del loro elevato peso in termini numerici, gli ortodossi in Russia sono in grado di «svolgere un ruolo estremamente significativo ed esercitare una forte influenza al fine di fornire risposte alla situazione attuale: possono infatti parlare contro la guerra e a favore della pace». Il Consiglio mondiale delle Chiese ha proposto lo svolgimento di una tavola rotonda nella quale si portino «le Chiese ucraine a discutere il primo giorno, la Chiesa ortodossa russa il secondo giorno e il terzo giorno riunirle tutte allo scopo di poter discutere le questioni della guerra e lavorare assieme per restaurare l’unità della famiglia ortodossa». Una iniziativa che ha rinvenuto il favore da parte ucraina, ma Kirill si è invece detto preoccupato per le eventuali «influenze esterne» su incontri del genere, in particolare da parte degli Stati Uniti d’America.

IL CARDINALE ZUPPI INVIATO SPECIALE IN UCRAINA

Nei giorni scorsi il Pontefice ha incaricato il cardinale Matteo Maria Zuppi, attuale presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), dell’azione negoziale vaticana in Ucraina e Russia. Un inviato speciale in piena regola, inclusi i requisiti e le esperienze pregresse, confermato anche dalle inequivocabili dichiarazioni rese dal segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, che intervenendo a Bologna nel corso di una tavola rotonda sulla pace ha affermato che «Zuppi sarà delegato per il Papa non solo a Kiev, ma anche a Mosca» e che «quindi dobbiamo far sentire il nostro sostegno a chi ha ricevuto un incarico così delicato». Una missione che «non ha quale scopo immediato la mediazione», ha poi precisato il porporato, «piuttosto quello di allentare le tensioni nel conflitto in atto, cercando di favorire un ambiente che possa portare a percorsi di pace». Le notizie sull’invio di un rappresentante del Papa nei due paesi in guerra si erano susseguite da quando Bergoglio aveva fatto cenno a una missione riservata per la pace in Ucraina, missione però immediatamente smentita sia da parte russa che ucraina, tuttavia ribadita più volte dallo stesso Parolin.

PREPARARE IL TERRENO A POSSIBILI PERCORSI DI PACE

Le modalità mediante le quali si esplicherà questa importante azione diplomatica vaticana non sono state ancora definite, almeno ufficialmente, ma va rilevato come il cardinale Zuppi sia molto vicino alla Comunità di Sant’Egidio, e che proprio Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio, ha avuto posizioni non propriamente filo-ucraine riguardo la guerra, schierandosi prima di tutto perché Kyiv fosse dichiarata “città aperta” (stesso appello fece per Aleppo), e poi organizzò un corteo pacifista il 5 novembre in cui chiese un cessate il fuoco. Ad avviso del vaticanista Sandro Magister «la posizione riguardo a un cessate il fuoco immediato è distante da quella assunta dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, che si è recato in Ucraina e che più volte ha sostenuto la necessità di una difesa armata, ma proporzionata, pur con tutta la prudenza diplomatica propria della Santa Sede, che ha chiesto più volte soluzioni creative e che da subito ha posto in guardia da una escalation».

LA DIPLOMAZIA PARALLELA DELLA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO

Il Pontefice avrebbe dunque optato per la diplomazia parallela della Comunità di Sant’Egidio, che portò tra l’altro all’accordo di pace in Mozambico, del quale lo stesso Zuppi fu tra i mediatori, un’azione diplomatica che è però risultata problematica nella soluzione di crisi in altre regioni del mondo. La missione di Zuppi avrebbe comunque ricevuto un endorsement dal Cremlino, infatti, un portavoce del ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, attraverso un lancio dell’agenzia di Stato Ria Novosti, ha infatti reso noto come Mosca stia valutando «positivamente l’iniziativa di pace del Vaticano», sebbene finora la Santa Sede non abbia «preso iniziative per il viaggio di un emissario nella Federazione Russa». Mosca ha preso atto «del sincero desiderio della Santa Sede di promuovere il processo di pace», poiché «qualsiasi sforzo in questa direzione avrà senso solo qualora si terrà conto della ben nota posizione di principio della Russia su possibili negoziati di pace».

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