AMBIENTE, gas ed emissioni climalteranti. Europa, proposta di regolamento per il metano al Parlamento di Strasburgo: le critiche e gli allarmi di EDFE

Al Parlamento europeo la proposta di regolamento per il metano: gli emendamenti che rischiano di ridimensionare la lotta ai mutamenti climatici

a cura di Open gate Italia, Bruxelles, 06 maggio 2023 – In occasione del prossimo voto del Parlamento Europeo, alcuni parlamentari Italiani si sono alleati con parlamentari greci e rumeni per ridurre l’efficacia di controlli sulle emissioni di metano.

OBIETTIVI CLIMATICI DELL’UNIONE EUROPEA

Appena il 26 aprile scorso le Commissioni per l’Ambiente e l’Industria del Parlamento europeo hanno adottato a vastissima maggioranza una posizione favorevole alla riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico, per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Unione europea e migliorare la qualità dell’aria, prevedendo che il regolamento in discussione: rafforzasse gli obblighi di riparazione delle fughe di metano; giungesse a coprire anche le importazioni di energia fossile (entro il 2026); (le importazioni costituiscono oltre l’80% del petrolio e del gas consumati nell’Unione europea); includesse divieto di venting (rilascio in atmosfera) e flaring (combustione in fiamma) di metano dalle stazioni di drenaggio entro il 2025 e dai pozzi di ventilazione entro il 2027, garantendo la sicurezza dei lavoratori, nelle miniere di carbone; obbligando poi gli Stati membri dell’Unione europea a stabilire piani di mitigazione per le miniere di carbone abbandonate e i pozzi di petrolio e gas fossile inattivi.

GLI EMENDAMENTI LIMITATIVI

Gli emendamenti limitativi, presentati il 3 maggio 2023 alla proposta di Regolamento, da votare in plenaria martedì prossimo (che vengono riportati in fondo), sono stati presentati da un buon numero di parlamentari del Partito popolare europeo (PPE), che nel corso della votazione del 26 aprile si era espresso all’unanimità in modo diverso. Tra i parlamentari del PPE pronunciatisi per emendare il regolamento, il rumeno Cristian-Silviu Buşoi (che aveva votato a favore della risoluzione delle due commissioni), tra gli Italiani Lara Comi, Lucia Vuolo, Fulvio Martusciello, Salvatore De Meo, Francesca Peppucci (tutti appartenenti al PPE) e Nicola Procaccini (FdI).

DECRETO AIUTI QUATER

L’Italia, in linea anche con governo e maggioranza, aspira a diventare hub del gas, ma anche di buone pratiche, come deliberato dal Parlamento a proposito del Decreto legge Aiuti quater con la finalità «di contribuire al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale e alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti tra cui il metano». Una riduzione che potrebbe far risparmiare, con la cattura e le re-immissioni, quantità enormi di gas climalterante e di risorse. Nel settore Oil&Gas, tanto gli accordi internazionali che gli organismi regolatori e gli operatori stanno operando con tecnologie ed impegni di cooperazione anche con i paesi esportatori tali da ottenere riduzioni significative e immediate. Un peccato correre il rischio di attestarsi in retroguardia

ULTERIORI INFORMAZIONI SULL’ARGOMENTO

Ecco i principali cambiamenti che si verificherebbero se questi nuovi emendamenti dovessero trovare approvazione: articolo 13, l’emendamento 269 stabilisce che gli impianti che soddisfano lo standard di intensità possono essere esentati dalle disposizioni degli articoli 14, 15 e 18; articolo 14: medesima frequenza LDAR (Leak Detection And Repair, rilevamento e riparazione delle perdite) del Consiglio e un’eccezione sul 2% dei componenti che perdono (anche peggio dell’1% nell’approccio generale del Consiglio); articolo 15: il dispositivo pilota continuo o auto accenditore deve essere installato su ciminiere solo in impianti che bruciano più di 250 tonnellate di metano all’anno; articolo 18: L’eccezione per un inventario progressivo dei pozzi abbandonati è estesa ai paesi che hanno più di 15.000 pozzi (dai 40.000 pozzi nell’orientamento generale del Consiglio); articolo 27: si afferma chiaramente che gli Stati membri non dovrebbero imporre sanzioni agli importatori se non forniscono informazioni sulla conformità delle importazioni ai requisiti del regolamento, invece di «Gli SM valutano la possibilità di ridurre o non imporre» nella precedente versione degli AC, questa nuova formulazione apre la porta a un comportamento negligente volontario da parte degli importatori.

ECCEZIONE AI REQUISITI LDAR

L’emendamento 269, aggiunge un’eccezione ai requisiti per LDAR e alle limitazioni sul venting e flaring (articoli 14 e 15) per le strutture che rispettano uno standard di prestazione dello 0,2% a monte. Questa eccezione è negativa e meno efficiente Infatti, sebbene lo standard sia utile per garantire che il petrolio e il gas prodotti e venduti nel continente europeo abbiano un’intensità relativamente bassa, non è sufficiente a raggiungere un livello ottimale di mitigazione. Gli impianti più grandi potrebbero già raggiungere lo standard di intensità richiesto a causa del loro elevato tasso di produzione ed emettere comunque notevoli quantità di metano nell’atmosfera. Inoltre, e a seconda del livello di granularità a cui viene applicato lo standard, le «strutture a bassa intensità» potrebbero compensare le «strutture ad alta intensità», per un singolo operatore in una determinata regione. Ciò potrebbe comportare che strutture non eseguano alcuna misura di mitigazione e continuino con le pratiche business as usual, nonostante la tecnologia di abbattimento a basso costo già esistente per ridurre le emissioni di metano. Non possiamo permetterci che ciò accada in un momento così critico per la sicurezza climatica ed energetica. Pertanto, sosteniamo fortemente la necessità di standard prescrittivi indipendentemente dal rispetto di un requisito sull’intensità delle emissioni.

FREQUENZE PROPOSTE E MITIGAZIONE DELLE EMISSIONI

Le frequenze proposte per LDAR sono tutt’altro che sufficienti per raggiungere un livello soddisfacente di mitigazione delle emissioni fuggitive. Nella sua più recente proposta sul metano, l’Environmental Protection Agency degli Stati Uniti d’America richiede almeno un OGI trimestrale (che ha una soglia di rilevamento simile al tipo 1 LDAR nel regolamento) sulle stazioni di compressione e sulla maggior parte dei siti di produzione e un OGI bimestrale per gli impianti di trasformazione. In Canada, i siti di produzione devono essere ispezionati almeno tre volte all’anno. Se l’Unione europea desidera essere un esempio in termini di mitigazione del metano, oltre a soddisfare il Global Methane Pledge, dovremmo aspettarci che i suoi operatori nazionali siano ambiziosi almeno quanto la loro controparte internazionale. Inoltre, LDAR consente di evitare una notevole quantità di emissioni fuggitive (le stime variano tra il 70 e l’80% per l’OGI trimestrale e almeno un’ulteriore riduzione del 10% per l’LDAR mensile) e maggiore è la frequenza, maggiore è la possibilità di rilevare perdite a elevata emissione precoci, rare e facili da riparare. Il gas che non viene emesso può essere venduto al mercato e quindi costituire una risorsa preziosa, poiché l’Unione europea si sta gradualmente affrancando dalle forniture russe di idrocarburi.

VALUTARE CORRETTAMENTE L’INCIDENZA DELLE PERDITE DI UN IMPIANTO

La percentuale di componenti che perdono non è un modo appropriato per valutare le emissioni complessive di un impianto. Le distribuzioni delle emissioni sono molto distorte, il che significa che la maggior parte delle perdite sono molto piccole, mentre la «coda» della distribuzione può allungarsi molto verso tassi di emissione più elevati. Pochissime perdite possono quindi rappresentare una quantità molto elevata di emissioni se anche solo una di esse è un super emettitore. Consentire una frequenza LDAR inferiore per i siti che hanno meno di una certa percentuale di componenti che perdono significherebbe consentire che grandi quantità di emissioni di metano continuino potenzialmente senza sosta. 250 tonnellate all’anno di metano (~465000m³ di GN assumendo una composizione di metano all’80%) è un volume rilasciato considerevole. Alcuni impianti di produzione non raggiungono quel punto e quindi non avrebbero bisogno di installare torce con accenditori continui. Tuttavia, queste strutture più piccole possono ancora emettere cumulativamente volumi considerevoli di metano nell’atmosfera in caso di condizioni di spegnimento della torcia.

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