IMMOBILIARE, affitti brevi. AIGAB a ministro Santanchè: «No a limitazioni su libertà d’impresa e su immobili privati dei proprietari»

«Siamo a favore di una regolamentazione del settore che premi la professionalità e il rispetto delle regole – affermano i professionisti del settore -, che sono da sempre proprie dei gestori professionali come noi, ma non accetteremo limitazioni indiscriminate che non servirebbero a nulla»

Soltanto il 10% delle case non utilizzate in Italia (6,3 milioni, dato ISTAT) è messo a reddito attraverso la modalità degli affitti brevi (600.000 unità immobiliari) – sottolinea l’Associazione italiana gestori affitti brevi (AIGAB) mediante una propria nota -, noi gestori professionali siamo una garanzia per le Istituzioni». Il monito dell’associazione che riunisce le aziende più grandi del mercato italiano, è giunto nel corso dei lavori del primo tavolo di confronto sugli aspetti normativi e regolamentari delle locazioni brevi ad uso turistico indetto dal Ministero del Turismo nella Capitale. 200.000 di queste case vengono gestite da imprese specializzate per conto dei proprietari, complessivamente, gli operatori professionali sono quasi 30.000, con un indotto generato nel mondo del lavoro che raggiunge i 150.000 occupati.

L’APPORTO DEGLI AFFITTI BREVI AL PIL NAZIONALE

«Come AIGAB – prosegue la nota -, che rappresenta circa 220 operatori professionali del settore, società con migliaia di dipendenti, circa 20.000 case in gestione in tutta Italia e 300.000 di euro di quota del prodotto interno lordo del Paese, diciamo no ad ogni ipotesi di restrizione o limitazione indiscriminata che produrrebbero ulteriore sommerso e il dilagare dell’illegalità, come insegnano le esperienze degli altri Paesi europei che hanno agito reprimendo il fenomeno senza realmente comprenderlo. Se è vero, infatti, che molte città europee hanno introdotto restrizioni, è altrettanto vero che, per ammissione dell’Unione europea nell’introduzione al nuovo regolamento che ha riconosciuto nero su bianco i benefici dei cosiddetti affitti brevi, non sono state efficaci: molte sono state dichiarate illegittime o incostituzionali, la maggior parte sono inapplicate. Basti pensare ad Amsterdam, che ha bandito gli affitti brevi e ha oggi gli affitti a lungo termine più alti d’Europa». La sensibilizzazione nei confronti dell’attuale governo in carica è giunta oggi, nel quadro dei lavori del primo tavolo di confronto sugli aspetti normativi e regolamentari delle locazioni brevi ad uso turistico indetto dal Ministero del Turismo.

NO A LIMITAZIONI INDISCRIMINATE

«L’Italia non ha bisogno di limitazioni indiscriminate, perché nel nostro Paese esistono gli operatori professionali come noi che hanno sempre svolto la funzione di controllori e regolatori del mercato: siamo garanti dei proprietari che vogliono mettere a reddito un immobile di proprietà senza incorrere in sanzioni, visti i mille adempimenti difficili da espletare. E siamo i garanti delle Istituzioni perché agiamo da sostituto d’imposta, versiamo la cedolare secca, raccogliamo e versiamo ai Comuni l’imposta di soggiorno, facciamo emergere l’Iva. Dove siamo noi non possono esserci opacità e sommerso. In altre parole, siamo la figura professionale chiave di raccordo tra i proprietari e le Istituzioni; non un nemico da combattere ma un valore per l’occupazione sana e per l’indotto che generiamo sui territori operando nella piena legalità».

NON ACCETTEREMO LIMITAZIONI INDISCRIMINATE

AIGAB ha avuto modo di illustrare come i property manager professionali che rappresenta siano gestori di singole unità immobiliari che agiscono in nome e per conto dei proprietari italiani che molto spesso si trovano in difficoltà di fronte alla mole di adempimenti fiscali e normativi previsti per essere in regola e preferiscono quindi affidarsi a dei professionisti per non incorre in sanzioni. «Siamo a favore di una regolamentazione del settore che premi la professionalità e il rispetto delle regole – conclude la nota di AIGAB -, che sono da sempre proprie dei gestori professionali come noi, ma non accetteremo limitazioni indiscriminate che non servirebbero a nulla. Siamo a disposizione del Governo e degli altri professionisti dell’ospitalità per definire i migliori standard di accoglienza e armonizzare le normative nazionali e per far sparire dal mercato sommerso e improvvisazione».

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