ENERGIA, idrocarburi. Governo Draghi: possibile revisione Piano energetico nazionale

Ad avviso di Michele Marsiglia, presidente di Federpetroli Italia, «al question time di Palazzo madama Cingolani è andato bene», poiché «il Piano energetico italiano è da rivedere subito»

Durante il question time del pomeriggio di giovedì al Senato, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha evidenziato come potrebbe essere possibile di rivedere il PITESAI (Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee) al fine di incrementare la produzione energetica italiana da idrocarburo.

I DANNI ARRECATI DAL PITESAI

Ad avviso del presidente di FederPetroli Italia«ormai tutti hanno compreso la grande difficoltà nella quale il Paese è incappato a causa di decisioni assunte in passato con poca competenza in materia da parte di alcuni. L’energia italiana è bloccata da anni. Non bisogna soffermarsi su gas e petrolio, ma anche cantieri per parte di energia rinnovabile sono ancora sulla carta e mai inizializzati nel processo operativo. Il Piano per lo sviluppo energetico per olio e gas in Italia è insignificante e privo di fondamento industriale. Il PITESAI è stato un danno per diverse aziende che anni fa hanno investito milioni nel nostro paese e poi si sono visti bloccati i progetti perché inseriti in aree non idonee».

FEDERPETROLI SOSTIENE IL MINISTRO CINGOLANI

Prosegue Marsiglia: «Ovviamente pieno appoggio alle parole del ministro Cingolani, più volte manifestato. Che la revisione del Piano energetico italiano arrivi subito e che non si aspettino anni, oggi la grave situazione internazionale che stiamo vivendo e la velocità dei mercati non permettono ulteriori perdite di tempo». Infine, il presidente di Federpetroli Italia si è espresso anche riguardo alla situazione relativa al gas russo che non affluisce più in Italia. «Una diminuzione del 15% per chi è del settore non vuol dire niente – ha egli dichiarato -, poiché può derivare da un calo anche dovuto ad una piccola inversione di pressione nelle stazioni di compressione del gasdotto. Certamente, se una riduzione dei volumi pari al 15% prosegue per giorni si fa presto ad arrivare a percentuali più alte. Tuttavia nessun allarme per il momento, ma a giorni altre problematiche potrebbero far scattare indici di allerta nazionali»

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