ECONOMIA, ambiente e sviluppo. I paesi poveri e vulnerabili hanno bisogno di un sostegno per adattarsi ai mutamenti climatici

Il solo (costoso) adattamento al clima non basta a risolvere i problemi, poiché, a meno che la temperatura globale non si stabilizzi nel senso di una sensibile mitigazione, esso risulterà incredibilmente costoso. Tuttavia, i paesi interessati sono ancora in grado di trarre enormi benefici dagli investimenti nella crescita resiliente e dall'integrazione dell'adattamento medesimo nelle strategie di sviluppo

di Kristalina Georgieva, Vitor Gaspar e Ceyla Pazarbasioglu, pubblicato da IMF Blog il 23 marzo 2022, https://blogs.imf.org/2022/03/23/poor-and-vulnerable-countries-need-support-to-adapt-to-climate-change/ Tutti i paesi del mondo, siano essi ricchi oppure poveri, sono costretti ad adattarsi ai mutamenti climatici. Un recente rapporto del gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha illustrato le drammatiche conseguenze del mancato controllo dell’aumento della temperatura globale e dell’adattamento a un pianeta più caldo. Quest’ultimo dovrebbe affrontare i rischi derivanti dai cambiamenti climatici e dalle condizioni meteorologiche estreme, ad esempio salvaguardando l’agricoltura, gestendo l’impatto dell’innalzamento dei mari e rendendo le infrastrutture più resilienti.

BENEFICI DELL’ADATTAMENTO AL CLIMA

I benefici dell’adattamento a volte sono difficili da stimare, poiché dipendono da fattori specifici, quali il grado di adattamento di un paese al clima attuale. Tuttavia, politiche ben congegnate possono generare grandi ritorni, come mostriamo in tre documenti pubblicati oggi, che trattano dell’adattamento climatico e della politica fiscale, oltreché delle implicazioni macro-fiscali e dell’inserimento dell’adattamento climatico nella corrente principale della pianificazione fiscale.

I risparmi a lungo termine derivanti dagli investimenti nella resilienza e nei meccanismi di adattamento (come una migliore irrigazione, migliori varietà di semi, sistemi sanitari rafforzati e un maggiore accesso ai finanziamenti e alle telecomunicazioni) possono risultare estremamente significativi. Ciò è particolarmente vero per l’Africa subsahariana, che soffre di un terzo della siccità mondiale ed è particolarmente vulnerabile all’aumento delle temperature e alle condizioni meteorologiche estreme a causa della sua dipendenza dall’agricoltura alimentata dalle piogge. La nostra ricerca mostra che una singola siccità può ridurre di un punto percentuale il potenziale di crescita economica a medio termine di un paese africano.

AGRICOLTURA: SI TENTA DI RIMEDIARE

In Etiopia, tuttavia, i raccolti di alcuni agricoltori sono aumentati fino al 40% grazie allo sviluppo di varietà di grano resistenti alla ruggine, una malattia fungina. In Ghana, nel frattempo, i coltivatori di cacao hanno reso i loro raccolti più resistenti alla siccità con sementi e irrigazione migliorate e piantando alberi per ripararli dal sole. I vantaggi di investire nell’adattamento non si limitano però alla sola Africa subsahariana, in quanto tutti i paesi del mondo possono trarre vantaggi dall’adattamento a un pianeta più caldo. Tuttavia, questo non significa che l’adattamento possa sostituire la mitigazione. Infatti, in assenza di una forte mitigazione sarà impossibile stabilizzare la temperatura globale e, conseguentemente, l’adattamento diventerebbe incredibilmente costoso.

COSTI SCORAGGIANTI ED VENTI METEO ESTREMI

Alcuni paesi devono già affrontare costi scoraggianti. Le ricerche effettuate dal Fondo monetario internazionale (Fmi) e da altri enti di ricerca suggeriscono che i costi pubblici di adattamento raggiungeranno all’incirca lo 0,25% del prodotto interno lordo (Pil) globale all’anno nei prossimi decenni. Sebbene tali stime forniscano cifre apparentemente gestibili a livello globale, non sono tuttavia rappresentative della portata della sfida cui si cimentano numerosi paesi poveri e vulnerabili. Stimiamo infatti che il fabbisogno annuo superi l’1% del Pil in circa cinquanta economie a basso reddito e in via di sviluppo nei prossimi dieci anni. I costi potranno risultare ancora maggiori nel caso dei piccoli paesi insulari esposti ai cicloni tropicali e all’innalzamento del mare, si ritiene fino al 20% del Pil.

Ma, sfortunatamente, i paesi che hanno bisogno di adattarsi spesso non posseggono i mezzi per farlo. Solitamente aa mancare sono i finanziamenti e la capacità istituzionale di attuare i programmi di adattamento necessari. Inoltre, alcuni paesi più esposti alle ondate di caldo, siccità, tempeste e innalzamento del livello del mare, devono fare frequentemente fronte ad altre pressanti esigenze di sviluppo. Questo significa che è più importante che mai investire in una crescita resiliente, con un adattamento completamente integrato con altri obiettivi di sviluppo sostenibile.

INVESTIRE NELLA RESILIENZA CLIMATICA

La comunità internazionale può aiutare i paesi poveri e vulnerabili ad adattarsi fornendo loro un sostegno finanziario e sviluppando le loro capacità istituzionali. Essi subiranno gli impatti più devastanti provocati dai mutamenti climatici, anche se non ne sono responsabili. È anche nell’interesse del resto del mondo garantire che questi radicali cambiamenti non pongano a repentaglio lo sviluppo e la stabilità nei paesi più poveri. Investire nella resilienza climatica potrà risultare anche economicamente vantaggioso nei termini dell’efficienza dei partner nello sviluppo, in quanto l’investimento anticipato nella protezione può essere meno costoso degli aiuti umanitari e della ricostruzione seguenti a un disastro.

Per essere fruttuoso, il sostegno all’adattamento dovrebbe integrare gli aiuti esistenti con una condizionalità, semplificata e commisurata alla capacità istituzionale dello specifico paese interessato. Ad esempio, abbiamo riscontrato che requisiti di lungo periodo oltreché complessi hanno ostacolato l’accesso diretto dei Paesi delle isole del Pacifico ai fondi internazionali per il clima.

L’AZIONE DEL FMI IN SOSTEGNO

Il Fmi ​​sta aiutando i suoi membri ad affrontare le sfide dell’adattamento anche attraverso la pubblicazione odierna di tre rapporti, che integrano e implementano il lavoro svolto dalla Banca mondiale, dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici e di altre organizzazioni internazionali. Essi includono le analisi relative alle sfide su scala regionale e nazionale nell’adattamento ai mutamenti climatici, elaborate nel corso delle nostre consultazioni annuali dell’articolo IV (ad esempio riguardo alle Maldive, alla Repubblica del Congo o alla Repubblica Dominicana), oltreché negli studi transnazionali su Africa subsahariana, emisfero occidentale, Asia e Pacifico.

Inoltre, il Fmi sta estendendo il proprio sostegno allo sviluppo delle capacità, attività che ora include i programmi di valutazione macroeconomica climatica, della gestione degli investimenti pubblici incentrati sul clima e della gestione delle finanze pubbliche nel settore dell’ecologia.

RESILIENCE AND SUSTAINABILITY TRUST

Infine, stiamo lavorando assieme ai paesi membri e ai nostri partner al fine di sviluppare delle soluzioni di finanziamento, quali il proposto Resilience and Sustainability Trust, questo per convogliare risorse finanziarie da paesi con forti posizioni esterne in finanziamenti a lungo termine a prezzi accessibili per i paesi vulnerabili. Ciò aiuterà i beneficiari ad affrontare le sfide strutturali (come quella del cambiamento climatico) mediante il varo di riforme politiche volte a promuovere la stabilità della bilancia dei pagamenti.

Però, il solo adattamento climatico non basta a risolvere i problemi, poiché, a meno che la temperatura globale non si stabilizzi nel senso di una sensibile mitigazione, esso risulterà incredibilmente costoso. Tuttavia, i paesi interessati sono ancora in grado di trarre enormi benefici dagli investimenti nella crescita resiliente e dall’integrazione dell’adattamento medesimo nelle strategie di sviluppo.

Condividi: