MEDIO ORIENTE, trattative segrete. La «discreta» visita della delegazione sudanese in Israele

Per due giorni alcuni alti esponenti dei servizi di sicurezza di Khartoum hanno discusso con interlocutori dello Stato ebraico di relazioni bilaterali

Lo ha riferito l’emittente televisiva saudita “Al Arabiya”, che non ha comunque fornito né dettagli sull’avvenimento né le funzioni svolte dai funzionari sudanesi inviati in missione in Israele venerdì scorso, che – secondo una non specificata «fonte di informazioni araba» citata dai media israeliani – sarebbe stata guidata da Mohamed Hamdan Dagalo, potente comandante delle forze di reazione rapida del paese africano, delegazione che avrebbe inoltre incluso il responsabile dell’industria della difesa statale di Khartoum.

EFFETTI DEGLI ACCORDI DI ABRAMO

Israele e Sudan hanno concordato una normalizzazione delle relazioni bilaterali lo scorso anno nel quadro dei termini stabiliti dai cosiddetti Accordi di Abramo, stipulati grazie all’intercessione dei buoni uffici dell’amministrazione Usa presieduta da Donald Trump. Ma, al riguardo va rivelato che, diversamente dalle altre relazioni avviate dallo Stato ebraico con altri Paesi del Medio Oriente e dell’Africa (Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Marocco), lo sviluppo di quelle con il Sudan procedono con maggiore lentezza.

Infatti, ancora il mese scorso il ministro degli esteri sudanese ha ufficialmente minimizzato i legami con Gerusalemme, affermando nel corso di un’intervista che «al momento» non risultavano esistenti piani per l’apertura di una sede di rappresentanza diplomatica dello Stato ebraico a Khartoum.

SEGNALI INCORAGGIANTI

Tuttavia, in aprile, il governo del Sudan ha proceduto all’abolizione di una legge sul boicottaggio israeliano varata sessantatré anni fa, inoltre, il mese scorso le autorità di Khartoum hanno sequestrato i beni delle società riconducibili all’organizzazione islamista armata palestinese Hamas, che attualmente detiene il potere nella Striscia di Gaza.

L’accordo di normalizzazione con Israele deve ancora venire ratificato dal parlamento sudanese e al momento non risulta essere ancora calendarizzata la seduta dell’assemblea nella quale essa dovrà essere messa ai voti. Questa situazione di stallo deriva soprattutto dalla fase di transizione del potere che sta interessando il Paese africano a seguito del recente colpo di stato militare.

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