di Giuseppe Morabito, generale in ausiliaria dell’Esercito italiano e attualmente membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation – Il notissimo e molto pubblicizzato, blocco del canale di Suez per l’insabbiamento di una enorme porta container e il fatto, meno noto, che per la prima volta nella storia durante una esercitazione nell’Artico tre sottomarini russi a propulsione nucleare sono emersi simultaneamente da sotto il ghiaccio a una distanza massima di 300 metri l’uno dall’altro.
Siamo arrivati a circa una settimana di blocco nel Canale di Suez, ma ancora non è arrivata la svolta attesa. La corsa contro il tempo per sbloccare la situazione, che è una delle principali vie di trasporto al mondo, essenziale per l’economia dei principali porti italiani, dalla presenza della portacontainer Ever Given insabbiatasi su una delle sponde non vede termine.
Il tentativo di riaprire il canale procede, però appare difficoltoso. La “mega nave”, con i suoi 400 metri di lunghezza e 219 tonnellate di carico blocca il transito di più di 300 navi ferme all’ingresso dei due lati del canale con perdite economiche di miliardi di dollari al giorno. Quanto precede fa si che molti armatori, al fine di aggirare il blocco e il conseguente rallentamento delle consegne di centinaia di cargo, stanno valutando un cambiamento della rotta, optando per il più costoso e lungo (almeno dieci giorni di navigazione in più) periplo dell’Africa.
L’alternativa artica
Per quanto riguarda l’Artico, il 26 marzo fonti militari russe hanno reso noto che: «Quale parte della spedizione artica, tre sottomarini a propulsione nucleare sono emersi da sotto il ghiaccio in uno spazio limitato con un raggio di 300 metri per la prima volta nella storia della Marina russa».
Al riguardo, l’esercitazione sarebbe in sistema e parte della spedizione artica Umka-2021, e la dichiarazione ufficiale russa è stata la seguente: «Per la prima volta, una serie di manovre di addestramento al combattimento, ricerca scientifica e misure pratiche diverse è in corso nell’ambito del disegno e del piano unico nelle regioni subpolari».
Ma la realtà dietro alla quale non ci si deve nascondere è che i sommergibili russi in improvvisa emersione sono un messaggio di presenza lanciato da Mosca nella regione dell’Artico, oggi oggetto di contesa tra le superpotenze a causa dell’importanza strategica che essa sempre di più assume.
Mosca è oltremodo chiara riguardo alla propria determinazione nella difesa dell’area che le appartiene (oltre il 40% di tutta l’area artica), quindi non consentirà intromissioni di altre potenze vicino alle proprie installazioni.
Un’alternativa al Canale di Suez: la rotta del mare del Nord
Si tratta della cosiddetta «rotta del mare del Nord», il passaggio marittimo che a causa dello scioglimento della calotta polare provocato dai mutamenti climatici, fa guadagnare in sicurezza e facilità gli armatori. Infatti, la rotta che passa per lo stretto di Bering e poi costeggia tutta la Russia settentrionale, diviene la via marittima più veloce tra i principali porti dell’Asia orientale e quelli dell’Europa occidentale, riducendo la distanza fino al 40% rispetto alla rotta che attraversa il Canale di Suez.
Ecco perché, con “fortunata” coincidenza, i due episodi si vanno a legare.
Se Suez si blocca facilmente cagionando miliardi di euro/dollari di perdite, mentre il periplo dell’Africa è costoso e fa perdere troppo tempo (il tempo è denaro…) ecco che torna utile la rotta del Nord, con la Russia che immediatamente rivendica con chiarezza la propria giurisdizione.
Si aggiunga inoltre che la Cina accampa diritti sull’Artico, anche se non ha nessuna possibilità di sostenere questa sua posizione democraticamente e secondo le leggi internazionali vigenti, una reale presenza geografica e territoriale.
Vedremo come si svilupperanno le cose, tenendo ben presente che in queste ore ha in mano delle carte da giocare lo sta facendo.
I cambiamenti attesi
Senza dimenticare che ci sono cambiamenti molto importanti che avranno luogo nei prossimi mesi. Il primo dal 15 marzo 2021, deriverà dall’introduzione di un nuovo sistema di sdoganamento delle merci in Europa, che sarà messo in piedi gradualmente e riguarderà le merci con spedizioni aeree espresse, per completarsi definitivamente nel 2024 con ogni tipo di trasporto, inclusi quelli navale e stradale.
Si rifletta: l’acquisto di beni, soprattutto di elettronica, dagli store online asiatici, oggi sicuramente molto allettante in virtù dei prezzi estremamente contenuti, sta per cambiare, e il cambiamento non riguarderà solo le spedizioni dalla Cina o dell’Asia in generale.
Vedremo…