AFRICA, trasporti aerei e logistica. Gibuti lavora per divenire l’hub logistico del Corno d’Africa

Concepita una piattaforma aero-marittima per il traffico dei cargo nella regione, un progetto realizzabile mediante l’investimento di capitali provenienti da Golfo Persico, Asia ed Europa. Per ora Air Djibouti collega il piccolo e strategico Paese con Mogadiscio, Nairobi e Juba

Per la regione orientale africana Gibuti è sempre stata molto importante dal punto di vista dei trasporti e della logistica, infatti, la sua posizione è strategica, affacciata com’è sul Mar Rosso e l’Oceano Indiano.

Quello di creare un hub nel piccolo paese del Corno d’Africa è un’idea coltivata da tempo, che aveva ricevuto impulso di recente, quando avevano iniziato a volare i jet della sua compagnia aerea di bandiera, l’Air Djibouti, gestita da un manager del tutto particolare: il cantante della band heavy metal Bruce Dickinson, il cui primo volo risale al 4 agosto scorso, quando un velivolo decollò alla volta di Hargeisa, capitale dell’autoproclamato Stato del Somaliland, non riconosciuto a livello internazionale.

«Questo è l’anello della catena che mancava, poiché avevamo bisogno di una compagnia di bandiera all’altezza delle nostre ambizioni», affermò in quell’occasione Abubaker Omar Hadi, presidente dell’Autorità di gestione dei porti e delle zone libere del Paese (Ports and Free Zones, APZFD).

Egli aggiunse poi che Gibuti puntava a divenire un hub regionale del trasporto aereo cargo allo scopo di sostenere i traffici commerciali marittimi, sottolineando i notevoli vantaggi derivanti da un trasporto combinato nave-aereo con un efficace esempio: «Se per trasportare esclusivamente via mare un container dalla città cinese di Shanghai a quella nigeriana di Abuja occorrono anche fino a settantacinque giorni, ricorrendo a un sistema combinato mare-aria il tempo si riduce a venti».

Ebbene, Hadi nei giorni scorsi è ritornato sull’argomento nel corso di un vertice che ha avuto luogo nel piccolo Stato del Corno d’Africa, che ha visto anche la partecipazione del direttore generale di Air Djibouti Abdourahman Ali Abdillahi, del rappresentante dell’Ethiopian Airlines a Gibuti Yoseph Belay e di quello di China Merchant Group, He Fei.

Sui crescenti (in maniera esponenziale) interessi cinesi in Africa è oltremodo noto, qui varrà invece la pena sottolineare come Gibuti rappresenti per l’Etiopia (un paese di oltre cento milioni di abitanti, il secondo per popolazione ne continente) praticamente l’unico sbocco al mare.

Il presidente di APFDZ ha ribadito il concetto esplicandolo attraverso un possibile punto di vista comune, che poi non è altro che quello del perseguimento di importanti vantaggi competitivi, rispondendo alle necessità di gestione dei volumi di traffico aereo e marittimo che sono in costante aumento.

Una posizione, quella di Gibuti, che riveste particolare interesse soprattutto per gli importatori africani di prodotti ad alto valore aggiunto.

Per il  momento sono disponibili i voli di Air Djibouti, che, in attesa di un vero e proprio hub, per il momento sono in grado di porre in relazione Gibuti con Mogadiscio, Juba e Nairobi, in vista di ulteriori future rotte per l’Europa, Dubai e l’India.

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