In una sua profezia Isaia sottolinea che «gli idoli sarebbero caduti» al cospetto del Messia. Ed è quello che secondo la tradizione cristiana sarebbe successo ogni volta che la Sacra Famiglia faceva ingresso in una città dell’Egitto, dove si era rifugiata partendo da Betlemme per sfuggire alle ire di Erode.
Un percorso in venticinque tappe che il governo del Cairo sta tentando da tempo di promuovere. Così, nel 2019 era stata fatta pervenire all’Unesco la proposta di fare del percorso un patrimonio dell’umanità, mentre a fine agosto il capo della Chiesa ortodossa copta Tawadros II ne ha approvato il logo ufficiale.
Esso presenta una scena simboleggiante il viaggio di Gesù, Maria e Giuseppe con sullo sfondo le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, immagine realizzata in bianco e nero per le segnalazioni stradali e a colori per la diffusione sui social network.
Al Cairo si lavora da tempo al fine di rendere il percorso religioso un’attrattiva turistica. Khaled al-Anani, ministro egiziano delle antichità, ha infatti rilanciato l’ipotesi che la Sacra Famiglia sia rimasta in Egitto diversi anni, soggiornando almeno in venticinque luoghi.
Tradizione vuole che partendo da Betlemme, in Palestina, la Sacra Famiglia sarebbe entrata in Egitto da Nord, attraversando il deserto del Sinai, da dove avrebbe raggiunto la città di Tal Basta, località dove la leggenda narra che sorse una fonte d’acqua dal punto nel quale Gesù bevve, rendendo la fonte miracolosa.
«All’ingresso nella città, gli idoli caddero a terra, suscitando l’ira dei sacerdoti pagani, costringendo così la Sacra Famiglia ad abbandonare la città».
Dunque, Gesù, Maria e Giuseppe avrebbero attraversato il Nilo dal Ramo di Rosetta, giungendo a Wadi el Natrun, per poi proseguire verso Sud, in direzione del Cairo.
Intorno a el Mataria, a circa dieci chilometri dalla città, la Sacra Famiglia riattraversò il grande fiume e si riposò all’ombra di un albero che oggi è conosciuto come un “albero di Maria”. Anche in quei pressi sgorgò una fonte d’acqua e crebbe una pianta aromatica, il “Balsamo”, che si aggiunge ai profumi e agli aromi con cui viene prodotto il crisma. Quel luogo dal Medioevo è uno dei luoghi più visitati.
Quindi, i tre si spostarono verso il Cairo Vecchio, dove si fermarono. La testimonianza della loro presenza è data dalle molte chiese e conventi sorti in quella zona, come quella di Abu Serga (San Sergio), che racchiude la grotta dove essi trovarono rifugio. Tuttavia, «anche lì cadevano gli idoli e così Gesù, Giuseppe e Maria dovettero ripartire».
Andarono ancora a Sud, arrivando a El Maadi, presso Menfi, dove oggi c’è la chiesa della Santa Vergine, edificata nel XIII secolo, e dove si trova ancora la scala di pietra che la Sacra Famiglia utilizzò nella sua discesa sulla riva del Nilo.
Il viaggio proseguì, poiché i tre si diressero verso Samallut, attraversando nuovamente il Nilo nella zona dove attualmente sorge il monastero della Santa Vergine, a Gabal el Tair, dove si stabilirono in una grotta.
Gabal El Tair significa «Monte degli uccelli», poiché è luogo di raduno di migliaia di uccelli di Bokirs, tuttavia, oggi la zona è conosciuta come Monte del Palmo. Il Palmo sarebbe quello di Gesù, che stese la mano impedendo a un roccia di cadere sulla sua famiglia, lasciandovi così l’impronta.
Tappa successiva fu una grotta nel Monte Kuksam, che divenne poi l’altare dell’antica chiesa della Santa Vergine nel monastero di El Moharrak.
La pietra del piano dell’altare è quella su si afferma abbia riposato Gesù. Secondo le Scritture la sua presenza compì un’altra profezia, scrisse infatti Isaia che «ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo al paese d’Egitto».
Fu da lì che la Sacra Famiglia partì per fare ritorno in Israele, «perché un angelo in sogno avvertì Giuseppe» che erano morti quelli che volevano eliminare Gesù.
Nella via del ritorno fecero un percorso differente, passando dal Monte Assiut, dove ora sorge un monastero dedicato alla Vergine. Il viaggio della Sacra Famiglia terminò con il ritorno in Palestina, era durato tre anni, durante i quali Gesù, Maria e Giuseppe avevano percorso 2.000 chilometri.