CORONAVIRUS, vaccino. Putin annuncia il successo della Russia in questo campo: «Siamo i primi ad averlo realizzato e anche mia figlia si è sottoposta alla sperimentazione»

A cinque mesi dalla dichiarazione della pandemia globale le infezioni da Covid-19 hanno superato venti milioni di casi. Intanto, da Ginevra l’OMS lamenta la scarsità di dotazioni finanziarie rispetto a quelle che occorrerebbero per contrastare questo micidiale virus

Il presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha annunciato che nel suo paese è stato registrato il primo vaccino contro il Covid-19, assicurando al contempo che esso «è in grado di dare un’immunità duratura». Egli ha anche dichiarato che tale vaccino sarebbe stato testato su una delle sue due figlie, tuttavia senza specificare quale di esse.

Allo specifico riguardo, nelle scorse settimane alcuni scienziati avevano espresso preoccupazioni in ordine alla eccessiva rapidità con la quale era stato ultimato il processo di sviluppo e di realizzazione, mentre l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) aveva invece chiesto «il rispetto delle linee guida e delle direttive chiare in materia».

La Russia non è il primo paese che annuncia di avere avviato la fase dei test su un vaccino che immunizzi dal coronavirus, poiché questo si era verificato di recente anche in Indonesia l’11 agosto scorso, si tratterebbe del prototipo cinese «Coronavac», in sperimentazione anche su novemila volontari in Brasile, il secondo paese al mondo maggiormente colpito dalla pandemia.

A quasi cinque mesi dal giorno in cui l’OMS ha dichiarato una pandemia globale, le infezioni da Covid-19 hanno superato venti milioni di casi.

Non ci sono indicazioni che il nuovo coronavirus sia stagionale e la sua diffusione potrebbe riprendere in qualsiasi momento, dato che i test effettuati in questi mesi hanno evidenziato le sue differenze da quello dell’influenza, che tende a raggiungere il picco in autunno e in inverno.

Sempre dall’OMS giungono le lamentele riguardo alla scarsità di dotazioni finanziarie rispetto a quelle che occorrerebbero per contrastare questo micidiale virus. Da Ginevra  si eccepisce infatti di aver ricevuto solo una piccola parte dei finanziamenti di cui si avrebbe bisogno per sviluppare e distribuire farmaci, vaccini e altri strumenti per aiutare ad affrontare la pandemia.

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