ENERGIA, Eni. Il processo all’ad Eni Claudio Descalzi per le presunte tangenti versate in Nigeria: preoccupazioni del settore Oil & Gas e retroscena sulle nomine ai vertici delle partecipate

Michele Marsiglia (FederPetroli Italia): «con Opl-245 si rischia un altro buco nell’acqua per poveri millantatori (…) Nell’inchiesta giudiziaria sono coinvolte aziende e nomi di rilievo che, ritengo, siano fuori luogo se non per una responsabilità solo ed esclusivamente di rappresentanza legale. E mi riferisco all’Eni e a Claudio Descalzi (…) L’inchiesta cade a fagiolo nel periodo delle nuove nomine nelle aziende partecipate italiane. Eni è un polmone che fa gola a tanti, ma nomi a oggi non ce ne sono».

Lo scandalo del Blocco Esplorativo petrolifero in Nigeria denominato OPL-245 sta raggiungendo livelli mediatici e di indagine quattro volte quelli della “Tangentopoli” del 1992. La preoccupazione per l’indotto espresse delle aziende dell’Oil & Gas italiane è elevata.

Sull’argomento è intervenuto il presidente dell’associazione di settore, FederPetroli Italia, Michele Marsiglia.

«La situazione preoccupa e non poco – ha affermato Marsiglia -, poiché con questa inchiesta si rischia di fare un grande buco nell’acqua. Naturalmente la magistratura sta facendo il proprio lavoro e ben venga che i veri responsabili vengano fuori, ma nello stesso tempo sono coinvolte aziende e nomi di rilievo che, ritengo, siano fuori luogo se non per una responsabilità solo ed esclusivamente di rappresentanza legale. E mi riferisco all’Eni e a Claudio Descalzi».

Continua al riguardo Marsiglia “E’ un dato di fatto che in Eni dal primo incarico e con l’era Descalzi le politiche anticorruzione e di policy aziendali sono rigide sia nei contratti di consulenza che per le fasi di qualifica fornitori. Da circa sei anni Eni è diventata un fortino blindato, poiché anche un solo incontro va registrato, giustificato ed argomentato. Si parla poi di una possibile tangente che, avrebbe un valore poco più grande di quello dell’intero giacimento: nell’economia petrolifera questo è ridicolo e antieconomico, se veramente i fatti lo dimostreranno. Il problema è che la vicenda nigeriana Opl-245 verte su nomi di rilievo ma anche su piccoli e insignificanti nomi di pseudo faccendieri che per pura pubblicità si improvvisano super consulenti e mediatori del petrolio mondiale, a mio avviso l’obiettivo finale è quello poi di scrivere qualche libro. Viviamo la stessa situazione di altri mega scandali petroliferi che alla fine si sono conclusi senza sussistenza del fatto. Qualche furbetto italiano o straniero nella vicenda salterà fuori e pagherà come la legge statuisce».

Sul possibile complotto ai danni dell’amministratore delegato del Gruppo di Piazza Mattei, Marsiglia ha poi affermato che: «L’inchiesta cade a fagiolo nel periodo delle nuove nomine nelle aziende partecipate italiane. Eni è un polmone che fa gola a tanti, ma nomi a oggi non ce ne sono. Certo anche in Eni esiste qualche sprovveduto, come in tante aziende. Ormai è risaputo che qualche top manager si aggira nei palazzi romani come un Don Chisciotte alla ricerca di consensi personali alla successione, ma sta sprecando benzina a vuoto. Una cosa è certa: la fiducia riposta in Claudio Descalzi dalle aziende che rappresentiamo, e la mia personale, ci rendono sicuri della sua piena innocenza, la sua personale e quella della sua famiglia. Tale fiducia vale sicuramente più di un blocco esplorativo nigeriano. Le mie parole sono un atto di stima e non di difesa, ma in questi momenti sono egualmente importanti».

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