AMBIENTE, Africa. Foreste, Zambia: governance del progetto di conservazione delle foreste REDD+ Luangwa Community Forests (LCFP)

Eni firma con BioCarbon Partners, un accordo per entrare come membro attivo nella governance del progetto di conservazione delle foreste a lungo termine

Si tratta di uno dei più grandi progetti REDD+ in Africa, che interessa un’area estesa per circa un milione di ettari e le 170.000 persone delle comunità locali che la popolano.

Il gruppo di Piazza Mattei ha firmato con BioCarbon Partners – società africana esperta in progetti di conservazione delle foreste a lungo termine – un accordo che lo rende membro attivo nella governance del Luangwa Community Forests Project (LCFP), progetto REDD+ in fase di sviluppo nella Luangwa Valley in Zambia.

Nell’ambito dell’iniziativa l’Eni si è impegnato per un periodo di venti anni (fino al 2038) all’acquisto di crediti di carbonio certificati secondo i Verified Carbon Standard e il Climate, Community and Biodiversity Standard.

L’operazione dovrà incrementare nel lungo periodo le possibilità di successo del progetto REDD+, concepito al fine di ridurre le emissioni da deforestazione e degrado forestale.

Esso contribuirà inoltre al raggiungimento di buona parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) postisi nell’ambito del consesso delle Nazioni Unite.

Il Luangwa Community Forests Project, avviato nel 2014, viene gestito da BioCarbon Partners in cooperazione col governo di Lusaka e le comunità locali.

LCFP Project copre un’area di circa un milione di ettari, coinvolge le comunità locali con più di 170.000 beneficiari ed è al momento uno dei più grandi progetti REDD+ in sviluppo Africa ad aver ottenuto la Triple Gold Standard Certification in ragione del suo rilevante impatto sociale.

L’ingresso di Eni nel progetto rappresenta un passo importante nel percorso di de-carbonizzazione intrapreso dalla società, infatti, il gruppo quest’anno ha rilanciato con forza il proprio impegno ponendosi l’obiettivo delle zero emissioni nette dell’upstream entro il 2030, traguardo che potrà essere raggiunto oltreché con azioni incisive di efficienza volte a minimizzare le emissioni dirette, anche grazie al ruolo di compensazione attribuito ai progetti di conservazione delle foreste primarie e secondarie nell’ambito dei ReDD+.

Attraverso di essi, che contribuiscono in modo misurabile al raggiungimento di buona parte degli SDGs fissati dalle Nazioni Unite, viene sostenuto su scala globale il miglioramento della capacità di stoccaggio naturale di CO2 e la conservazione della biodiversità, offrendo al contempo un supporto significativo allo sviluppo delle comunità locali mediante la promozione di attività economiche e sociali.

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