TURCHIA, separatismo curdo. PKK, Oçalan incontra i suoi avvocati dopo otto anni

Detenuto da venti anni nel carcere di massima sicurezza di İmrali, il leader del Pkk è stato autorizzato dalle autorità turche all’incontro con i suoi legali. Una decisione apparentemente anomala in una Turchia che vira gradualmente verso la deriva autoritaria… Ankara sta trattando sottotraccia in vista di un accordo con i curdi?

Da venti anni detenuto nel carcere di massima sicurezza di İmrali, situato sull’omonima “isola prigione” nel Mar di Marmara, Abdullah Oçalan detto «Apo», cittadino turco di etnia curda, politico e guerrigliero separatista a capo del Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, dopo la cattura era stato condannato a morte per terrorismo da un tribunale turco, pena successivamente commutata nell’ergastolo a seguito dell’abolizione della pena capitale nel Paese.

Alcuni giorni fa, il 2 maggio, dopo un periodo di otto anni le autorità di Ankara lo hanno nuovamente autorizzato a incontrare i suoi avvocati difensori. Apo non comunicava personalmente con i suoi legali dal 27 luglio 2011, giorno dell’ultimo colloquio concesso.

A prima vista la decisione delle autorità turche parrebbe anomala, data la situazione nel Paese, che a partire dal fallito colpo di stato militare tentato alcuni anni or sono, si è gradualmente avviato verso una deriva autoritaria.

Ma, è evidente che a essa non possono che sottendere ragioni concrete, infatti, per quanto efficaci possano essere state le pressioni esercitate dagli organismi internazionali e dalle organizzazioni umanitarie, un passo del genere in un momento come questo il governo turco non lo avrebbe mai fatto.

È possibile che, sottotraccia, gli uomini del presidente Recep Tayipp Erdoğan stiano trattando qualcosa con i curdi, anche alla luce dell’attuale stato dei rapporti intercorrenti tra il governo dell’Akp e l’amministrazione Usa, che si riflettono anche sui piani di Ankara relativi alla complessa situazione curda, dentro e fuori le frontiere turche.

In fondo Oçalan nel passato aveva fatto filtrare la volontà di addivenire a un’apertura nei confronti del governo turco. Nel 2006, per il tramite del suo legale, fece rendere pubblica una sua dichiarazione nella quale chiedeva alla sua organizzazione, il Pkk, di dichiarare un armistizio per cercare di raggiungere un accordo di pace con Ankara, aggiungendo che sarebbe stato molto importante costituire un’unione democratica tra curdi e turchi.

 

Di Oçalan, della sua detenzione abbiamo parlato con Elisabetta Zamparutti, esponente del Partito Radicale e dell’associazione Nessuno tocchi Caino, che del caso si è occupata. La registrazione audio dell’intervista è fruibile su questo sito.

 

A139 – TURCHIA, KURDISTAN: ABDULLAH OÇALAN, detenzione in un carcere di massima sicurezza; dopo otto anni le autorità di Ankara concedono al leader del Pkk di incontrare i suoi avvocati difensori; la condizione del detenuto nella Turchia di Erdoğan e i possibili retroscena di questa apparentemente anomala apertura nei confronti del capo guerrigliero curdo. Intervista con ELISABETTA ZAMPARUTTI, membro del Partito Radicale e dell’associazione Nessuno tocchi Caino.

 

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