SICUREZZA, Cyberwar: fake news e falsi account, attacco iraniano attraverso Facebook

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Facebook segnala una vasta campagna di manipolazione nel ai danni di Israele, responsabili ne sarebbero i cyberwarriors iraniani. Il gigante mondiale dei social media ha reso noto di aver eliminato dal web centinaia di account ”non autentici” creati nel quadro di una vasta campagna di manipolazione condotta in oltre venti paesi del Medio Oriente. Le responsabilità di tali attività sono state ascritte agli iraniani. La cancellazione ha avuto luogo giovedì scorso, 783 le pagine rimosse sulla base della motivazione che i gruppi e gli account in esse attivi avevano intrapreso un comportamento manipolatorio coordinato con l’Iran.

Le pagine Facebook erano usate per sostenere gli interessi di Teheran in diversi Paesi, gli utenti si presentavano come gente del posto e, utilizzando spesso account falsi, pubblicavano notizie di attualità comprensive di commenti riproducenti notizie lanciate in precedenza dai media della Repubblica Islamica. Gli argomenti trattati erano le relazioni israelo-palestinesi e i conflitti in Siria e nello Yemen.

Nathaniel Gleicher, responsabile per la cybersecurity di Facebook, ha affermato che tale operazione avrebbe avuto  inizio nel 2010 su Facebook e Instagram. Diversi i “bersagli”: Afghanistan, Albania, Algeria, Arabia Saudita, Bahrein, Egitto, Francia, Germania, India, Indonesia, Iran, Iraq, Israele, Libia, Messico, Marocco, Pakistan, Qatar, Serbia, Sudafrica, Spagna, Sudan, Siria, Tunisia, Usa e Yemen.

«Lavoriamo costantemente per individuare e bloccare questo tipo di attività perché non vogliamo che i nostri servizi siano usati per manipolare le persone» –  ha aggiunto Gleicher – «stiamo eliminando pagine, gruppi e account in base al loro comportamento, non al contenuto che pubblicano. In questo caso, i responsabili di queste attività si sono coordinati l’uno con l’altro e hanno usato conti falsi per travisarsi. Questa è stata la base della nostra azione».

Secondo il sito Ynet News, prima di giovedì scorso, la società tecnologica statunitense Vocativ aveva reso noto di aver identificato i segnali di una campagna di manipolazione lanciata dagli iraniani nel web allo scopo di influenzare gli elettori israeliani in vista delle prossime elezioni nel Paese ebraico. Al riguardo, a seguito dei fatti il Likud ha accusato apertamente Teheran di avere posto in essere un tentativo di rovesciare il primo ministro in carica Benjamin Netanyahu. In un comunicato diffuso dal partito della destra israeliana si afferma che «non sorprende che l’Iran stia cercando di rovesciare Netanyahu, cioè il capo del governo di Israele che ha bloccato il loro programma nucleare, ha ostacolato i suoi sforzi di consolidamento militare in Siria, ha polverizzato la sua economia e ha inviato il Mossad a rubare sotto il suo naso gli archivi nucleari segreti».

Facebook ha iniziato a indagare su queste attività a seguito delle rivelazioni emerse riguardo alle campagne di influenza russe durante le elezioni presidenziali americane del 2016 che hanno visto il successo del repubblicano Donald Trump, attualmente sotto inchiesta. Sempre giovedì, Twitter ha pubblicato una valutazione delle attività sul social network durante le elezioni di mid term dello scorso anno, identificando, a suo dire, operazioni limitate che hanno il potenziale di essere collegate a fonti russe, iraniane e venezuelane.

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