FARMACEUTICA, Aifa. Francesco Fera è il nuovo presidente

Egli viene posto alla guida dell’Agenzia del farmaco a seguito delle dimissioni recentemente rassegnate da Giorgio Palù, che era entrato in contrasto con il ministro della Salute Orazio Schillaci. Al contrario, il neopresidente viene indicato «vicino» alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato

Francesco Fara, già membro del consiglio di amministrazione dell’Agezia del farmaco (Aifa) è stato nominato alla carica di presidente della struttura. Egli va a sostituire il presidente dimissionario Giorgio Palù, che era entrato in contrasto con il ministro della Salute Orazio Schillaci. Fara viene indicato come «vicino» alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, parlamentare barese (medesima città di provenienza di entrambi) di Fratelli d’Italia, esponente dell’esecutivo di destra-centro che ha decretato la nomina del nuovo elemento apicale di Aifa. «La non retribuzione dell’incarico non mi preoccupa di certo», aveva dichiarato caustico in una lettera indirizzata al consiglio di amministrazione dell’Aifa il presidente uscente Giorgio Palù al momento della rassegnazione delle proprie dimissioni».

LE DIMISSIONI DI PALÙ

«Considerandomi al servizio della res publica – egli aveva poi aggiunto -, ho infatti già svolto per tre anni le funzioni di presidente di Aifa senza ricevere alcun compenso, né gettone di presenza, rifiutando anche di essere titolare di carta di credito dell’Ente. Mi sorprende invece la disparità di trattamento rispetto ad altri presidenti di Ente pubblico in pensione, beneficiari, contestualmente alla nomina, della legge 24 gennaio 1978 n.14, che nel mio caso, ancora una volta, non trova applicazione. Vi comunico, dopo un’attenta meditazione, che la mancata sintonia col ministro e l’assenza di risposte dal Governo mi costringono a dare le dimissioni da presidente nominato di Aifa hic et immediate». Egli aveva inoltre definito «offensivo e umiliante» l’incarico di un anno, recriminando altresì per l’asserita «totale assenza di ascolto da parte del ministro della Salute nelle scelte operate per Aifa».

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