ROMA, emergenza rifiuti. Vicenda termovalorizzatore e rogo Malagrotta

A differenza di quanto avvenuto in occasione dei due bandi per la fornitura di automezzi e contenitori destinati alla raccolta dei rifiuti nella Capitale, che sono andati deserti, la gara di appalto per il termovalorizzatore pubblicata lo scorso 16 novembre, che scadrà entro la metà di maggio sta invece raccogliendo interesse tra le imprese del settore ambientae, sia italiane che estere. Ufficiosamente, il comitato Daje! è venuto a conoscenza che già diverse associazioni temporanee d’imprese e consorzi sono impegnati a presentare delle soluzioni tecniche e offerte economiche

a cura del comitato Daje! per il termovalorizzatore a Roma – All’opposto dei due bandi per la fornitura di automezzi e contenitori per la raccolta dei rifiuti nella Capitale andati deserti, la gara di appalto per il termovalorizzatore pubblicata lo scorso 16 novembre che scade entro la metà di maggio sta raccogliendo interesse tra le aziende ambientali italiane e straniere.

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE SULLA GARA

Ufficiosamente il comitato Daje! è venuto a conoscenza che già diverse associazioni temporanee d’imprese e consorzi sono impegnati a presentare delle soluzioni tecniche e offerte economiche. Si ricorda che la base del bando fa riferimento al progetto definito dall’ATI guidata da ACEA, unica partecipante alla manifestazione di interesse della scorsa primavera, al seguito della quale il Comune di Roma ha condotto una serrata interlocuzione per migliorarne la proposta e ottenere una tariffa più concorrenziale. Secondo il cronoprogramma del Campidoglio, l’avvio dei lavori nei cantieri è previsto per l’autunno di quest’anno, mentre l’attivazione dell’impianto entro il 2026.

RACCOLTA DIFFERENZIATA E SCARTI DEL RICICLO

Il sindaco Roberto Gualtieri ricorda che, nonostante l’obiettivo di massimizzare la raccolta differenziata, con l’intento di arrivare a 65% di riciclo al 2035 (significa superare il 75% di raccolta differenziata quando oggi siano sotto 50%) rimane il problema di dove vada a finire tutto il resto così come gli scarti del processo di riciclo. Perché questi ci sono eccome. La scelta di trovare una soluzione di prossimità, diversa dalla discarica, al turismo dei rifiuti romani, si chiama: termovalorizzatore. Invece, nel territorio regionale, ci si muove in direzione opposta. La discarica di Roccasecca sta per essere rimessa in attività e non servono autorizzazioni dei sindaci, anzi la società che la gestisce ha già ricevuto due diffide dalla Regione Lazio che sollecitano l’inizio dell’attività perché tutto è in regola. Mentre contemporaneamente è in via di autorizzazione l’ampliamento della discarica di Viterbo per un milione di metri cubi.

ROGO DI MALAGROTTA

Proseguono le audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, convocata per approfondire la questione relativa al rogo verificatosi nella discarica di Malagrotta il 24 dicembre scorso. Il 19 gennaio è stato audito il sindaco Roberto Gualtieri, che ha ricordato i provvedimenti messi in atto a seguito dei quello specifico avvenimento. L’occasione è stata utile anche per fare il punto sul Piano Rifiuti, dunque sulle azioni strategiche che Roma Capitale ha pianificato con AMA e le tempistiche previste per la realizzazione dei nuovi impianti, fra i quali rientra appunto il termovalorizzatore. A proposito della discarica di Malagrotta, essa negli ultimi anni è stata definita quale «male assoluto» e «discarica abusiva», dimenticando, però, le numerose autorizzazioni ottenute, nonché il fatto che il Comune di Roma abbia portato lì i suoi rifiuti per decenni. Si tratta di una vicenda paradigmatica.

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