AMBIENTE, Roma Capitale. Vernici «mangia smog», tecnologie «green» e allarme inquinamento a Mezzocammino

Gli interventi registrati nella giornata di oggi in materia di impieghi dei prodotti di ultima generazione attivanti proprietà anti-inquinamento e anti-batteriche grazie alla luce solare e a quella artificiale, al fine di ridurre inquinamento e costi energetici, l’opposizione alle fonti fossili e l’allarme sulla qualità dell’aria a Mezzocammino a seguito dell’incendio del deposito di rifiuti a Largo Jacovitti

Roma, 9 gennaio – «Abbiamo appena approvato all’unanimità in assemblea capitolina, la delibera presentata dalla collega Rachele Mussolini e di cui sono secondo firmatario che prevede l’uso della vernice mangia smog nelle future opere pubbliche di manutenzione straordinaria e ordinaria a Roma». Questo è quanto dichiarato oggi da Riccardo Corbucci, presidente della Commissione Roma Capitale, Statuto e Innovazione tecnologica. «Grazie a questa delibera – ha egli aggiunto -, approvata nella Commissione Lavori pubblici presieduta dal consigliere Stampete, l’Amministrazione potrà utilizzare questa vernice per gli interventi e le opere pubbliche sul nostro territorio, con l’obiettivo di rendere il più esteso possibile l’uso della pittura antismog negli edifici pubblici e anche tra i soggetti privati. Parliamo di un prodotto di ultima generazione che attiva le proprietà anti-inquinamento e antibatteriche, grazie alla luce solare e artificiale, riducendo l’inquinamento e i costi energetici. È una tecnologia che venne già testata a Roma con successo nel 2007 nella Galleria Umberto I e, più recentemente, con dei bellissimi murales nel quartiere Ostiense. Questa iniziativa si inserisce all’interno dei progetti per far diventare Roma una moderna smart city e mira a promuovere la sostenibilità ambientale, utilizzando le nuove tecnologie come strumenti a basso impatto sociale in grado di tutelare l’ambiente e ridurre l’inquinamento e i consumi energetici».

TECNOLOGIE «GREEN» PER RIDURRE L’INQUINAMENTO

Qualità dell’aria, Bonessio (AVS): ok a tecnologie per ridurre inquinamento atmosferico ma unica soluzione efficace è stop alle fonti fossili: «La tutela dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici è una priorità che non deve avere colore politico. Per questo ho espresso in Aula il voto favorevole dell’Alleanza capitolina Verdi-Sinistra alla proposta di deliberazione a firma del consigliere Corbucci e della consigliera Mussolini. L’atto prevede l’utilizzo di tecnologie di prodotti green utili alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, da utilizzare nelle riqualificazioni all’esterno di edifici e di infrastrutture pubbliche, nonché all’interno, privilegiando i luoghi maggiormente sensibili come scuole e asili nido». Così in una nota diffusa alla stampa nel pomeriggio si è espresso al riguardo il consigliere dell’Alleanza capitolina Verdi Sinistra, Ferdinando Bonessio.

MIGLIORARE LA QUALITÀ DELL’AMBIENTE

«Il contrasto all’inquinamento – prosegue Bonessio – è una “guerra” che ci deve vedere sempre insieme con l’unico intento di migliorare la qualità dell’ambiente e preservare la salute nostra e delle prossime generazioni. Allo stesso tempo bisogna essere consapevoli del fatto che non è sufficiente vincere la battaglia sul contenimento degli effetti dell’inquinamento da CO₂ e PM10. La vera vittoria si avrà solo quando smetteremo completamente di utilizzare le fonti fossili per produrre energia e inizieremo ad attuare buone pratiche collettive di sostenibilità ambientale. Solo così riusciremo a contenere davvero le emissioni inquinanti e lasciare un mondo più pulito a chi verrà dopo di noi. L’unico modo per combattere realmente l’inquinamento è non produrlo».

OLTRE LE FONTI FOSSILI

«Questa amministrazione ha dimostrato più volte una spiccata attenzione al tema – conclude il consigliere dell’Alleanza capitolina Verdi Sinistra – e penso all’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal Piano nazionale ripresa e resilienza per efficientare a livello energetico tutti gli edifici pubblici a partire dalle scuole e superare l’utilizzo delle fonti fossili per alimentare gli impianti di riscaldamento. Penso alla predisposizione delle procedure per l’avvio della Fascia verde – Ztl, che non è un intervento di sperequazione sociale bensì una complessa azione di tutela della salute pubblica. Penso, ancora, all’obiettivo di mettere in pratica la cura del ferro con la realizzazione della tranvia Cinecittà-Ponte Mammolo e quella Termini-Aurelio-Vaticano per incentivare e sostenere il trasporto pubblico. Penso, su proposta dell’Alleanza Verdi-Sinistra in Campidoglio, all’adesione di Roma Capitale al Trattato internazionale di non proliferazione delle fonti fossili. Oggi, in maniera bipartisan, abbiamo messo un ulteriore nuovo tassello verso il raggiungimento dell’obiettivo comune: lo sviluppo sostenibile. Vigileremo affinché in futuro questi intenti comuni persistano anche su progetti futuri improcrastinabili per la nostra città».

INCENDIO A MEZZOCAMMINO

Intanto, però, nel IX Municipio di Roma Capitale i consiglieri della Lista Calenda lanciano l’allarme sui dati relativi alla qualità dell’aria resi noti dall’Agenzia regionale per l’ambiente. «A nove giorni dal disastroso incendio che ha coinvolto un sito privato stipato di rifiuti a Largo Jacovitti a Mezzocammino, i rilievi dell’Arpa sulla qualità dell’aria e sugli inquinanti presenti continuano a essere allarmanti». Questa la denuncia diffusa oggi mediante una nota congiunta da Flavia de Gregorio (capogruppo capitolino di Azione), Marco Muro Pes e Fulvio Bellassai (rispettivamente, capogruppo e consigliere della Lista Calenda nel Municipio IX).

EVACUATE LE FAMIGLIE RESIDENTI

«Quindi – prosegue la nota -, a maggior ragione non può che meravigliarci l’evidente latitanza del Sindaco, tra l’altro Commissario straordinario di Governo in materia di rifiuti, e quella dell’assessora Alfonsi. Se si esclude la temporanea evacuazione di quaranta famiglie residenti in quell’area, infatti, dal Campidoglio non sono stati emanati provvedimenti cautelativi d’urgenza per garantire la sicurezza dei cittadini. A conti fatti non possiamo esimerci da un’amara considerazione: evidentemente per il Campidoglio l’episodio accaduto a Mezzocammino non merita la stessa attenzione di quello registrato al TMB di Malagrotta. I metri cautelativi adottati per il primo e per il secondo sono, infatti, molto diversi, nonostante i dati dell’Arpa relativi al sito di Malagrotta abbiano evidenziato una gravità di minore portata».

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