DIFESA, Aeronautica militare italiana. Velivoli senza pilota: primo volo in Italia su rotte riservate ai velivoli pilotati

Questo primo volo sperimentale è stato effettuato oggi da un MQ-9 Predator B del 32° Stormo, gestito da controllori militari del traffico aereo in sinergia con ENAC e il supporto operativo di ENAV

Nel pomeriggio di oggi un MQ-9 Predator B, aeromobile a pilotaggio remoto in linea con l’Aeronautica militare italiana, ha volato per la prima volta nello spazio aereo nazionale utilizzando le stesse rotte normalmente dedicate al traffico aereo con pilota a bordo. La missione, prima di questo tipo in ambito nazionale e tra le prime in ambito europeo, rientra in una sperimentazione pianificata e condotta dalla Forza armata in sinergia con l’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAC) per l’effettuazione con aeromobili militari a pilotaggio remoto di una serie di voli in coesistenza con il traffico aereo commerciale, anziché all’interno di spazi aerei esclusivamente riservati, come invece prevedono le attuali procedure e regole del traffico aereo.

FUTURI PROTOCOLLI DI COORDINAMENTO

L’obiettivo della sperimentazione è la revisione della normativa nazionale che regola la circolazione degli aeromobili militari a pilotaggio remoto (APR), ponendo l’Italia tra i primi paesi in grado di orientare la normativa di settore. Tale attività di sperimentazione consentirà inoltre di supportare l’elaborazione dei futuri protocolli di coordinamento civile-militare tra l’Aeronautica militare e l’ENAV (la società italiana per l’assistenza al volo), per una sempre più fluida integrazione degli APR nello spazio aereo nazionale, nonché di ulteriormente ricercare la massima fruibilità dello spazio aereo ove dovranno essere garantite le operazioni di Sicurezza e Difesa da un lato e la riduzione dei tempi di volo e quindi la diminuzione in termini di impatto ambientale (emissioni di CO₂) a favore dell’espansione del traffico aereo commerciale, dall’altro.

MATURAZIONE DI ESPERIENZE

L’attività si inquadra nella pluriennale collaborazione tra la Forza armata e l’ENAC, che su questa specifica sperimentazione hanno formalizzato lo scorso novembre una lettera di intenti, traendo vantaggio dall’esperienza maturata dall’Aeronautica militare italiana negli ultimi venti anni di impiego degli aeromobili a pilotaggio remoto in campo militare. È significativo, ed in continua crescita, in questo ambito, il contributo che essa fornisce con assetti APR per attività di ricognizione e sorveglianza, anche a supporto di altri dicasteri come ad esempio per concorso ad attivita’ di pubblica sicurezza, di protezione civile e di monitoraggio ambientale. Dal 2004, infatti, l’Italia è il primo paese europeo a regolare l’utilizzo degli spazi aerei per garantire le molteplici attività condotte da APR militari, ponendosi come riferimento in materia di certificazione, regolamentazione e gestione operativa.

USO FLESSIBILE DELLO SPAZIO AEREO

La sperimentazione ha previsto una approfondita e puntuale pianificazione delle attività di volo, con il coinvolgimento di tutti gli attori per garantire, in primis, la sicurezza delle operazioni aeree nel rispetto del principio dell’uso flessibile dello spazio aereo. A livello operativo, per questa sperimentazione, ENAV ed il Comando della Squadra Aerea dell’Aeronautica militare, organo di vertice che attraverso i suoi enti dipendenti appronta la capacità operativa della Forza armata anche nel settore di controllo del traffico aereo e della gestione della risorsa aerospaziale nazionale, hanno finalizzato un protocollo operativo per il coordinamento della fornitura dei servizi del traffico aereo, assicurati dai controllori del traffico aereo militari dei Servizi di coordinamento e controllo dell’Aeronautica militare (SCCAM) di Roma e Brindisi.

COORDINAMENTO CIVILE-MILITARE

I SCCAM operano per norma, all’interno dei rispettivi Centri di controllo d’area di ENAV, in un modello organizzativo unico a livello internazionale, che grazie alla co-ubicazione consente di ottimizzare il coordinamento civile-militare, massimizzare l’impiego dello spazio aereo nazionale, garantendo altresì attività sperimentali come quella odierna, che sosterranno l’evoluzione normativa e regolamentare di un settore dall’elevatissimo potenziale quale quello del volo a pilotaggio remoto al servizio della comunità.

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